28 luglio 2006

SCANDALOSO!!! Ennesimo golpe al Senato.


I fatti:
Ieri si e' svolta la votazione per il rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan.
Affinche' un voto sia valido e' necessario ottenere un quorum. In questo caso la meta' dei senatori presenti piu' uno.
Ci sono 322 senatori. 4 sono in missione. Rimangono cosi presenti 318. La meta' e' esattamente 159 e per ottenere un quorum ci vogliono dunque 160 votanti.
Alla fine della votazione, il presidente del senato Marini dichiara: " I votanti sono 159 e i voti a favore 159".
Quando Il capogruppo di Forza Italia, Renato Schifani, e quello di An, Altero Matteoli gli fanno notare che il voto non puo' essere valido perche' manca il quorum, Marini risponde:" «il presidente del Senato non vota ma è presente quindi il quorum c'è e la votazione è regolare».
Pazzesco! Bisogna infatti sapere che per prassi il presidente del Senato non vota ne partecipa alle votazioni. Cioe' non puo' influire ai fini del numero legale.
E infatti a fine votazione dichiara che i votanti sono 159. Solo quando gli si fa' notare che manca il quorum, ribadisce, anzi sentenzia, (dimostando cosi una totale mancanza di rispetto sia alla prassi che nei confronti dei colleghi senatori), che essendo lui presente, il quorum c'e'.
Allucinante. Questi fanno quello che gli pare, se ne infischiano di tutto e di tutti, senza rispettare ne la costituzione, ne le prassi, ne le regole, ne niente. Una vera dittatura.
E questa sarebbe la serieta' al governo?

Inter "campione" d'Italia

27 luglio 2006

Leggete e rabbrividite!

Ripropongo il documento della Fondazione Free, pubblicato da Libero del 19/7/2006, a cura dell’europarlamentare di Forza Italia Renato Bunetta e del senatore azzurro Giorgio Stracquadanio sul decreto Prodi-Visco-Bersani. Semplicemente allucinante.

Sapete cos’è un ossimoro? Non vi preoccupate, non è una nuova tassa o qualche odioso obbligo che il governo sta per rifilarvi. L’ossimoro è una figura retorica e consiste nell’accostamento di due termini in forte antitesi tra loro in modo da creare un originale contrasto, talvolta con sorprendenti effetti linguistici. Esempi di ossimoro sono "brivido caldo", "ghiaccio bollente", "lucida follia", "silenzio assordante", e così via. L’ossimoro di cui più si discute in queste settimane è "comunista liberalizzatore", un ossimoro che la storia non ha conosciuto e che, nonostante tutto quello che vi hanno raccontato sulla modernità del ministro Bersani e del suo decreto, non conoscerà nemmeno stavolta. Perché il famoso decreto Bersani, che va chiamato più correttamente Prodi-Visco- Bersani, non ha nulla di liberizzatore, ma ha molto di comunista, come d’altra parte il governo che lo ha approvato. Questo provvedimento, infatti, che ha eccitato gli animal spirits di professori che hanno scambiato i loro editoriali con i ben più inquietanti articoli di questo decreto legge, liberalizza poco o nulla, ma costituisce la via all’oppressione fiscale e burocratica e rappresenta uno dei più gravi attacchi alla libertà di impresa e alle libertà dei cittadini più in generale. Abilmente coperto con misure di apparente apertura dei mercati, che non producono alcun beneficio ai consumatori ma arrecano gravi danni al lavoro autonomo, il decreto Prodi-Visco-Bersani non è altro che la perversa combinazione di una riforma che trasforma il fisco in Stato di polizia tributaria e affossa la libertà di iniziativa economica, di una stangata contributiva con inasprimenti fiscali retroattivi e nuove gabelle e di un provvedimento che sottrae risorse a settori fondamentali come scuola, ricerca scientifica, giustizia, protezione civile.

RETROATTIVITÀ FISCALE
L’aspetto più grave del decreto è l’introduzione del principio di retroattività della norma fiscale, in aperta violazione delle norme di rango costituzionale. Il governo con questo decreto fa carta straccia dello Statuto del Contribuente, che stabilisce il principio secondo il quale ¬le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo» e viola l’articolo 11 delle preleggi, le disposizioni preliminari del Codice Civile, secondo il quale ¬la legge non dispone che per l’avvenire: essa non ha effetto retroattivo». Il governo ha iniziato con misure retroattive che hanno colpito il settoreimmobiliare, ma lo ha fatto per costituire un precedente e aprire la strada a una stagione di legislazione retroattiva in materia fiscale che ha nel mirino gli obiettivi dichiarati dall’Unione in campagna elettorale: la reintroduzione dell’imposta sulle successioni e sulle donazioni, l’inasprimento della tassazione sul risparmio e sulla proprietà della casa. Tutto i benefici fiscali che i cittadini hanno ricevuto negli ultimi cinque anni, visto che a Prodi e Visco non piacciono, potrebbero essere bellamente revocati con un tratto di penna. Prodi & C., infatti, non hanno commesso un errore tecnico, ma hanno semplicemente fatto capire cosa il governo intende quando dice - per bocca del ministro comunista Paolo Ferrero - che il deficit di bilancio dello Stato va ¬fatto pagare agli strati sociali che si sono arricchiti proprio sotto il governo Berlusconi ». Vendetta sociale.

LA TURBATIVA DEI MERCATI
Ma non è solo la filosofia di fondo del decreto ad essere una minaccia per le tasche degli italiani. Perché un danno grave questo decreto l’ha già provocato e si chiama turbativa dei mercati finanziari. L’11 luglio, nove giorni dopo il varo del decreto, il vice ministro dell’economia Visco dirama un comunicato con cui rende noto che il Governo, in base a nuove informazioni sugli effetti del decreto sul settore immobiliare, ha deciso di modificarlo. Lasciamo perdere il senso di responsabilità e dello Stato di un Governo che, ben nove giorni dopo l’emanazione di un decreto-legge, ne valuta gli effetti economici e assume informazioni. Dilettanti allo sbaraglio. Nonè infatti mai accaduto che un decreto- legge fiscale contenesse misure quotate circa un miliardo di euro e che in realtà, per gli effetti della sola normativa relativa al regime IVA per gli immobili e alla retroattività, comportino per le società immobiliari circa 1,5 miliardi di euro di esborso, per le società di leasing circa 15 miliardi di maggiori spese e per gli artigiani circa 8 miliardi di maggiore spesa fiscale. Inoltre gli effetti di questo decreto sul valore complessivo degli immobili aziendali, che è di circa 900 miliardi di euro, sono calcolabili nell’ordine del 10 per cento di deprezzamento. Conun solo tratto di penna del governo sono stati determinati effetti sui risparmiatori - i portatori di titoli immobiliari sono circa 500.000 nel nostro Paese - molto superiori ai crac Parmalat e Cirio. La Borsa, secondo gli operatori del settore, ha assistito in una sola settimana alla perdita di 1,4 miliardi di capitalizzazione delle società immobiliari. E allora non si tratta più di dilettanti, ma è lecito chiedersi se non ci si trovi di fronte a una ipotesi di reato di aggiotaggio. Ancora oggi, a distanza di una settimana, non è notoquale sarà il regime fiscale sugli immobili. Dunque la turbativa continua nella sprezzante indifferenza del governo.

STATO DI POLIZIA TRIBUTARIA
I guai non finiscono qui. Anzi sono appena iniziati. Perché il decreto Prodi-Visco- Bersani è ispirato dalla volontà di trasformare il pur malandato nostro Stato di diritto in uno Stato di polizia tributaria. L’evasione fiscale non viene contrastata secondo la via maestra della riduzione del peso dello Stato sull’attività economica, l’unica via che abbia prodotto risultati consistenti,maattraverso unocchiuto sistema di controlli pervasivi e ampiamente discrezionali che inizia sin dalla costituzione di un nuovo soggetto produttivo. Visco, infatti, introduce una misura che non ha eguali nel mondo libero: la subordinazione dell’attribuzione del numero di partita IVA - presupposto ineludibile per l’avvio di una attività economica- ¬alla esecuzione di riscontri automatizzati per l’individuazione di elementi di rischio connessi al rilascio dello stesso e all’eventuale preventiva effettuazione di accessi nel luogodi esercizio dell’attività». In poche parole, si dà al fisco il potere di entrare anche nelle case di chi svolge il suo lavoro senza avere un ufficio. Quanti saranno i giovani che subiranno perquisizioni preventive del loro domicilio e che dovranno spiegare come il tavolo di cucina e un pc portatile collegato a internet possono essere sufficienti a creare un’attività di carattere professionale? Ma il preventivo controllo del fisco non finisce qui. Perché si prevede che il fisco individui ¬le tipologie di contribuenti per i quali l’attribuzione del numero di partita IVA è subordinato al rilascio di polizza fideiussoria o di fideiussione bancaria». Al diritto costituzionale previsto dall’articolo 41 della Carta secondo il quale ¬L’iniziativa economica privata è libera» si sostituisce la concessione preventiva e discrezionale dello Stato. Dall’inizio di luglio per lo Stato italiano qualcuno dovrà offrire una garanzia bancaria per iniziare un’attività di lavoro autonomo. Alla faccia della liberalizzazione! E anche questa attività poliziesca sul rilascio della partita IVA può essere retroattivo: questi controlli possono essere effettuati anche nei confronti di contribuenti a cui sia già stata assegnata la partita Iva. Ci sono poi almeno altre dieci norme da Stato di polizia tributaria. Ecco l’elenco: 1. l’obbligo delle assicurazioni di comunicare in via telematica i dati relativi al risarcimento di un danno (ammontare delle somme liquidate, causale del versamento, il codice fiscale o la partita IVA del beneficiario); il risarcimento di un danno diventerà reddito su cui pagare tasse? 2. la schedatura in una apposita banca dati del fisco di tutte le informazioni relative a operazioni finanziarie (escluse quelle effettuate tramite bollettino di conto corrente postale) di importo superiore a 1.500 euro. Anche in questo caso la norma non si applica solo per il futuro, ma nella banca dati affluiranno le informazionirelative alle operazioni eseguite dal 1° gennaio 2001; se avete vendutoun orologio a un amico, preparatevi a pagarci sopra le tasse, dopo essere stati trattati come evasori; 3. l’obbligo per le Camere di Commercio di comunicare all’anagrafe tributaria in formato elettronico i dati e le notizie contenuti nelle domande di iscrizione, variazione e cancellazione e i dati dei bilanci depositati da tutte le imprese. Che dovranno pagare anche qualcosa alle Camere di commercio per questo "servizio", visto che esso non avrà costi per lo Stato; 4. l’obbligo per il cittadino che si avvalga della prestazione di un professionista di corrispondere il pagamento di somme superiori ai 100 euro esclusivamente mediante assegni trasferibili o bonifici o altre modalità di pagamento bancario o postale o mediante sistemi dipagamento elettronico. Chi non ha un conto correnteounacarta di credito potrà andare dal dentista? 5. l’obbligo per gli artigiani e i professionisti di tenere uno o più conti correnti bancariopostali sui qualidevonoversare le somme riscosse nell’esercizio dell’attività e dalle quali sono effettuati i prelievi per il pagamento delle spese; se vi hanno dato la partita Iva, correte in banca ad aprire il conto, altrimenti sarete evasori per definizione; 6. l’obbligo dal 1° gennaio 2007 per i commercianti di trasmette telematicamente all’Agenzia delle Entrate l’ammontare complessivo dei corrispettivi giornalieri e l’abrogazione del concordato fiscale preventivo; e occhio se un giorno per qualche ragione gli incassi vanno male, perché qualcuno verrà a farvi visita; qualcuno con il vestito grigio e le strisce gialle sui pantaloni; 7. il ripristino dell’elenco clienti e fornitori e l’obbligo di trasmetterlo all’Agenzia delle entrate; 8. l’estensione dei poteri di accesso, ispezione, verifica, invio di questionari, richiesta di documenti, previsti oggi per gli uffici delle imposte dirette anche ai fini dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale; 9. il potere attribuito ai dipendenti della Riscossione S.p.a. o delle società dalla stessa partecipate di utilizzare i dati dell’Agenzia delle Entrate, e di richiedere ai soggetti pubblici o privati che li detengono, dati che considerino rilevanti ai fini della riscossione; 10. la possibilità dell’accertamento con gli studi di settore per ogni periodo d’impostain cui il contribuente non è risultato congruo, indipendentemente dalle risultanze contabilità; in precedenza l’accertamento si disponeva quando a nonessere congrui eranodueesercizisu tre; un anno di difficoltà economiche viene considerato invece un anno di evasione; anche in questo caso la norma si applica dal passato, dal 2005.

INASPRIMENTI FISCALI
Non manca una strizzatina fiscale, con l’aumento di qualche aliquota Iva: 1. i prodotti a base di zucchero non contenenti cacao, il cioccolato ed altre preparazioni alimentari contenenti cacao, in altre parole caramelle e cioccolatini saranno più salati; 2. i servizi telefonici tramite posti telefonici pubblici e telefoni a disposizione del pubblico; 3. i biglietti di ingresso comprensivi di consumazione in discoteca; 4. i francobolli da collezione e le collezioni di francobolli; 5. le prestazioni di servizi relativi alla fornitura e distribuzione di calore-energia per uso domestico tranne quelle derivanti dall’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. La scelta di considerare, dal punto di vista fiscale, caramelle e cioccolatini estranei dai prodotti alimentari ad aliquota agevolata la dice lunga sullo stile di vita che il governo vuole favorire attraverso la leva fiscale. Toccherà masticare amaro. Maè molto più grave è la decisione di assoggettare a Iva normale i contratti di servizio per la distribuzione di caloreper uso domestico. L’agevolazione fiscale sui contratti di servizio (quelli per i quali i proprietari di immobili affidanoaungestore l’impianto di riscaldamento e acquistano kilocalorie invece dicombustibile) hanno dato un importante contributo all’ottimizzazione del funzionamento degli impianti e al risparmio energetico. È infatti vantaggioso per il gestore fornire il calore richiesto con il minimo combustibile necessario. La convenienza perla proprietà a preferire un contratto di servizio all’acquisto di combustibile stava principalmente nell’agevolazione fiscale. Venuta meno questa agevolazione con il decreto, è probabile che non si attivino nuovi contratti di servizio e che contratti già in essere cessino per tornare all’acquisto diretto del combustibile, con un impatto negativo sulla bolletta energetica e sull’inquinamento ambientale.

LE NUOVE GABELLE
Prodi, Visco e Bersani introducono anche nuovi tributi, vere e proprie gabelle, sull’accesso dei cittadini alla giustizia amministrativa: per i ricorsi proposti ai Tribunali amministrativi regionali e al Consiglio di Stato è introdotta una tassa di 500 euro; per le istanze cautelari in primoe secondo grado, i ricorsi contro il silenzio dell’Amministrazione, quelli contro le determinazioni amministrative concernenti il diritto di accesso e di ottemperanza la tassa è di 250 euro. La volontà del governo è chiara: innalzare la soglia di accesso ai ricorsi contro gli eventuali abusidella pubblica amministrazione, creando le condizioni perché la pubblica amministrazione possa più facilmente non ottemperare ai sui doveri. Altro che vantaggi per il cittadino!

I TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA
Il capitolo dei tagli alla spesa pubblica è particolarmente odioso. Prodi & C. impongono tagli proprio in quei settori in cui, negli scorsi anni, hanno accusato ingiustamente e senza fondamento, il governo Berlusconi di ridurre la spesa. In particolare sono previsti riduzioni di spesa: nel settore scolastico dove si operano tagli per circa 6 milioni di euro su base annua; nel settore degli enti pubblici di ricerca e delle università, dove il taglio èdel 10% delle spese attuali; per le missioni all’estero dei militari e dei ricercatori scientifici, dove il taglio è del 20% delle risorse assegnate; nel settore della giustiziapercui il decretoprevedeuntaglio di 50 milioni di euro per il 2006, di 100 milioni di euro per il 2007 e di 200 milioni di euro per il 2008. In commissione Giustizia alla Camera il ministro Mastella aveva dichiarato: ¬Gli uffici giudiziari sono ormai prossimi alla paralisi. In una normale azienda qualsiasi amministratore in queste condizioni dovrebbe portare i libri in tribunale». Il ministro aveva quantificato in 280 milioni di euro "l’esigenza non comprimibile" per il 2006; altri tagli sono previsti per la Protezione civile, per il servizio civile, per gli aiuti all’editoria, gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, il Fondo per le politiche sociali, il Fondo unico per lo spettacolo, l’Agenzia per l’agricoltura, l’Enea.

LE PSEUDOLIBERALIZZAZIONI
Il decreto Prodi-Visco-Bersani è stato abilmente spacciato dal governo come un provvedimento di liberalizzazione economica. Come abbiamo dimostrato, la parte più rilevante è invece quella fiscale. Ma anche le cosiddette liberalizzazioni tali non sono nella maggior parte dei casi. Nel caso dei taxisti, farmacisti e professioni liberali, il provvedimento non ha liberalizzato l’accesso a questi lavori, ma ha introdotto innovazioni che non avranno alcun beneficio per i consumatori, ma aprono la strada per la trasformazione del lavoro autonomo in lavoro dipendente. Anche se Bersani ha fatto marci indietro, è utile capire cosa voleva ottenere. La cumulabilità delle licenze avrebbe aperto la possibilità di costituire imprese di gestione del servizio taxi, con la trasformazione del taxista artigiano in lavoratore dipendente. Per le caratteristiche del servizio e la sua non elevata redditività, l’effetto sarebbe stato quello di ridurre drasticamente il reddito di chiconduce il taxi, di diminuire la qualità del servizio per una ridotta manutenzione dei mezzi e di non incidere in alcun modo sul prezzo. Nel settore delle farmacie si procede con lo stesso criterio, favorendo la nascita di catene di distribuzione dei farmaci, senza che questo possa produrre benefici sui consumatori; inoltre la previsione di vendita dei farmaci da banco nei supermercatinonfarà diminuire il prezzo, per la semplice ragione che il servizio di vendita sarà gravato del costo del lavoro del farmacista che la grande distribuzione deve assumere in ogni punto vendita. Nel settore delle professioni liberali il decreto favorisce la nascita delle imprese alle cui dipendenze operano i professionisti, come negli Stati Uniti. Dove è noto che le parcelle degli studi legali e tributari sono ben più elevate che in Italia, a causa dei più alti costi generali d’impresa rispetto allo studio professionale italiano. Le pseudoliberalizzazioni, poi, non toccano affatto settori in cui è urgente intervenire secondo l’Antitrust, e in particolare: il trasporto ferroviario; il settore dell’energia elettrica e del gas naturale; il secondo ciclo del sistema educativo di istruzione il secondo ciclo del sistema educativo di istruzione; la previdenza complementare; la professione medica generale nell’ambito del SSN; l’affidamento dei lavori nelle concessioni pubbliche; i servizi ambientali e di gestione dei rifiuti. Tutte cose che incidono sulla competitività dei mercati, sui costi dei servizi per i cittadini e le imprese ben di più che il prezzo del taxi. Come volevasi dimostrare, l’ossimoro "comunistaliberalizzatore"non èdatoe non si darà nemmeno con tutti gli sforzi del Corriere della Sera e dei suoi liberisti del taxi.

26 luglio 2006

Stampa di sinistra. Atto d'accusa

Una lettera che ho ricevuto e che pubblico. Leggetela. Questa e' la stampa di sinistra. Questa e' la nuova Italia delle sinistre.

Mi chiamo Elio Antonucci. Mio padre, Giuseppe
Antonucci, ex segretario provinciale dell’Udc di
Foggia, nel febbraio 2001 viene arrestato nella sede
dell’Ataf (azienda trasporti pubblici di Foggia, di
cui è Presidente) da una decina di agenti della Digos.
Viene sbattuto in gattabuia come un comune
delinquente. L’accusa? Tangenti. Dopo tre giorni viene
rilasciato e inizia il processo. Sono passati più di
cinque anni da quei giorni. Cinque anni duri, pieni di
umiliazioni derivanti sia dall’infamità delle
recriminazioni sia da rinunce importanti. Candidatura
al Senato della Repubblica saltata, lavoro
(prestigioso) perso. Senza parlare del dolore della
nostra famiglia, esposta ad insulti ed insinuazioni di
ogni tipo da parte dei media. Non entro nel merito
specifico dell’accusa. Posso solo dire che, fin
dall’inizio, il tutto sembrava ordito per fare fuori
politicamente mio padre, reo di avere un larghissimo
consenso nel territorio. L’inconsistenza del teorema
accusatorio era evidente. Per dare maggiore risalto
alla vicenda, il Pm cerca di appigliarsi a qualunque
cosa. Spunta così anche l’accusa di peculato, per
l’ammontare, udite udite, di poche centinaia di
migliaia di vecchie lire. Il processo va avanti fino
ad arrivare a sentenza. Il 7 luglio di quest’anno il
giudice si pronuncia. Giuseppe Antonucci viene ASSOLTO
dall’accusa di tangenti e appropriazione indebita
perché il fatto NON SUSSISTE. Viene invece condannato
a due anni e quattro mesi per peculato. La difesa si
mostra fiduciosa anche su questo ultimo punto, dal
momento che l’imputato ha sì utilizzato mezzi di
proprietà dell’Ataf ma questo rientrava nei suoi
diritti, in quanto Presidente dell’azienda stessa.
Ripeto che stiamo parlando di poche centinaia di
migliaia di lire, cifra di cui, per fortuna, non
abbiamo certamente bisogno. Qualunque persona di buon
senso capirebbe in quale trappola sia caduto mio
padre. E quali sofferenze abbia provato nel vedere
così infamata la sua ottima reputazione di persona per
bene oltre che di valente avvocato. “La Gazzetta del
Mezzogiorno” dell’8 luglio 2006 mette giustamente in
risalto l’assoluzione dell’imputato, titolando
correttamente “Assolto perché il fatto non sussiste”.
Con soddisfazione di tutti noi. Purtroppo non finisce
qui. L’altro giorno navigando in internet mi imbatto
in un articolo de “l’Espresso” on – line che
riprendeva la vicenda di mio padre. Sono sobbalzato.
“Condannato ex – segretario provinciale dell’Udc”. Il
penoso articolo metteva in risalto esclusivamente la
condanna (del tutto ridicola) di peculato, accennando
a mala pena all’assoluzione dall’accusa più infamante
e grave. E’ questa la correttezza del gruppo
editoriale La Repubblica – L’Espresso? Accecati da un
odio preconcetto per chi non la pensa come loro ed è
lontano anni luce dal loro becero filo – comunismo,
sparano a zero su onesti cittadini. Il dolore che ho
provato nei primi istanti è stato subitaneamente
sostituito dalla rabbia e dall’indignazione. Sono
indignato di come certi presunti giornalisti possano
alterare la realtà dei fatti, di come, non curanti del
prossimo, scarichino tonnellate di sterco (a loro così
congeniale e familiare) su tante brave persone. E’
questa la grande stampa? Sono questi i giornali da cui
pende lo stolto pubblico che li acquista? Vergogna! Mi
vergogno di avere simili concittadini, mi vergogno di
questo Paese che, tutto unito nello sventolare il
tricolore durante i Mondiali di calcio, si spacca
miseramente in guerre finto – idealiste. Un Paese
dominato dall’ideologia neo – comunista che trabocca
dalle colonne dei giornalini del signor De Benedetti,
uno che con la giustizia, tra l’altro, non c’è mai
andato tanto d’accordo. Gentaglia che vomita odio, che
predica ideali senza perseguirli. Tutti accecati
dall’odio politico di classe. Nessuno di costoro ha
mai fatto i conti con la propria coscienza, nessuno di
costoro ha mai pensato che dietro l’imputato c’è forse
una persona, con le sue paure e i suoi sentimenti. Che
forse c’è una famiglia che soffre per le ingiurie che
le vengono riversate. Che un imputato fino al terzo
grado di appello è da considerarsi INNOCENTE. Bel
garantismo, bella gente. Questa è l’Italia delle
sinistre. Complimenti.

25 luglio 2006

Confermato: Siamo sotto un regime di sinistra



Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha detto ieri che “essere tacciato di scarso interventismo o di eccessivo interventismo è un rischio che corrono tutti i capi di Stato non esecutivi” e che intende svolgere un ruolo diretto nella politica italiana, accettando l’interpretazione estensiva dei poteri presidenziali previsti dalla Costituzione.
Per “capi di Stato non esecutivi” intende coloro che formalmente non esercitano poteri di governo, né in tutto (come il presidente americano) né in parte (come il presidente francese). Perché quello che conta è che i capi di Stato non esecutivi “non possono ridursi a figure silenziose o a inerti spettatori”. E aggiunge: “Non mi sono preoccupato di ispirarmi ad alcuno schema né di come potesse essere considerato ogni mio intervento”.
La sinistra ha conquistato le principali quattro istituzioni (Quirinale, Palazzo Madama, Montecitorio, Palazzo Chigi) e vuole sfruttarne tutte le possibilità e all’opposizione, come ai piccioni a Venezia, si gettano le briciole degli apprezzamenti quando, con i suoi voti, toglie il governo dall’imbarazzo.
Ovviamente questi quattro signori del potere fanno a turno e si dividono i ruoli. Prodi sta arroccato al governo, imponendo voti di fiducia; Marini lavora ai fianchi l’opposizione per invogliarla a “partecipare”; Bertinotti tiene sotto controllo l’estrema sinistra, Napolitano appone il sigillo del Quirinale minacciando conseguenze politiche se la maggioranza viene meno e costruendo un quasi dovere del tutto nuovo per l’opposizione di dare il suo contributo sui temi di interesse generale: come se la politica estera fosse un tema più generale della fornitura dell’energia elettrica.
Così si spiega perché la sinistra non ha voluto concordare con l’opposizione l’elezione del Capo dello Stato: il suo obiettivo era chiaro: portare al Quirinale un politico che avrebbe saputo gestire il grande potere di questa istituzione a favore di una coalizione che dalle urne non era uscita con una vittoria altisonante.
L'unica reazione che ho trovato e' del radicale Benedetto Della Vedova, il quale ha detto, and I quote:
“lascia davvero senza parole la ‘naturalezza’ con cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano abbandona così sovente i panni del Presidente della Repubblica arbitro e garante di tutti, come lo vuole la Costituzione del '48 considerata sacra da questo centrosinistra, per indossare quelli del giocatore, cercando di puntellare in qualche modo i traballanti equilibri del Governo Prodi. Il problema non sta solo nel fatto che il Presidente della Repubblica esprima rammarico per alcune candidature nella sinistra, lui, che dovrebbe, appunto, essere garante di tutti, compresi i dissidenti dell'estrema sinistra, o bacchetti Berlusconi perché chiede che sul risultato elettorale vengano effettuate le doverose verifiche o interpreti il proprio mandato in termini di sindacato politico complessivo sull'attività delle camere e dell'esecutivo; il problema sta, più in generale, nell'attivismo e protagonismo politico improprio di un Presidente della Repubblica la cui figura è, dal punto di vista istituzionale, politicamente irresponsabile”.
Sveglia Italia.
E' veramente incredibile quello che sta succedendo. Pochi se ne accorgono. Forse perché molti sono ancora in uno stato di ebbrezza per la vittoria ai mondiali oppure comatosi per l'ondata di calore. Ma qui bisogna reagire subito perché mentre noi stiamo li a discutere se Berlusconi resterà in politica, se Berlusconi resterà il leader della CdL, se la CdL resterà CdL, se si farà il Partito delle Libertà, questi sinistri ci ridicolizzano con le loro mosse istituzionale che hanno un bel sapore di regime.

21 luglio 2006

Presuntuoso ed arrogante


Alla Camera, durante il dibattito sulla proroga della missione in Afghanistan, Sandro Bondi di Forza Italia rimarca al ministro degli esteri D'Alema che sono troppe e diverse le posizioni della maggioranza sulla politica estera per tenere in piedi il governo, per conservarne la sua credibilita' e tutelarne la sua dignità. La risposta del ministro: " Sono state chiamate in causa la mia dignità e credibilità da un pulpito tanto autorevole..."
Se il ministro ha qualchecosa da dire su Bondi lo dica invece di fare commenti arroganti e presuntuosi. So far you have not exactly excelled in your function Mr. D'Alema and I suggest you get off you high horses...Fino ad 'ora non e' che questo ministro abbia eccelso nella sua funzione.
Un ultima cosa: Interessante notare che quando al governo c’era Berlusconi, i nostri soldati erano in guerra. Oggi sono in missione di pace...

20 luglio 2006

Dov'è Prodi?



Tradizionale foto dei leader del G8 riuniti a San Pietroburgo. Manca il "leader" Prodi. Manca L'Italia. Manca il rappresentante della settima potenza mondiale.
Era al telefono con Teheran.
La serieta' al governo.

19 luglio 2006

Politica estera : Si torna indietro

Ma che vergogna.
Da un lato Romano Prodi che ai margini del G8 (tanto per quello che contiamo adesso) si mette a telefonare a Teheran, (cui governo ha chiaramente dichiarato che Israele deve sparire dalla faccia della terra, un paese governato da fanatici intolleranti che negano l'olocausto, alleati con la Siria per finanziare il terrorismo internazionale), e chiede loro di mediare nel conflitto medio-orientale.
Da l'altro Massimo D'Alema che dichiara: "La reazione di Israele è andata aldilà di ogni ragionevole proporzione".
Ragionevole proporzione? Cosi che Israele dovrebbe continuare a subire le incursioni dei terroristi Hezbollah che utilizzano il Libano come base di operazioni, e non reagire?
Ma diciamo le cose come sono: Israele si sta difendendo. Israele e' l'aggredito, non l'agressore. Israele ha gia' commesso un errore quando ha consegnato la striscia di Gaza in cambio di pace. E cos'e' successo? Invece delle promesse fatte dai dirigenti palestinesi la risposta è stata la vittoria di Hamas, piu' missili, piu' omicidi, piu' rapimenti.
E ora di farla finita con questa farsa. Israele ha il diritto di difendersi da questi fanatici, di vivere in pace ed e' per questo che deve assolutamente vincere questa guerra.
Ancora una volta questo vergognoso governo di sinistra apertamente anti-israeliano, ha dimostrato la sua volonta' di semplicemente volere cancellare indiscriminatamente tutta la politica Berlusconiana, non solo interna, ma anche estera, sbilanciando e gravemente danneggiando tutti i rapporti che avevamo con gli Stati Uniti e Israele (unico vero paese democratico del medio oriente), il nostro ruolo politico nel Mediterraneo, e riportare indietro il paese ai tempi quando era continuamente ridicolizzato e considerato poco serio.

17 luglio 2006

Middle East conflict and the brilliant Italian solution!

The conflict involving Israel and the Hezbollah militias has now entered it's fith day. Reading the papers this morning I am yet again reminded how shamefully biased the world press is against Israel.
It is not Israel that has started this conflict. It is not Israel which for the past years had to endure continuing shelling from the Hezbollah militias based in southern Lebanon, or the terrorist attacks from fatah, or Hamas, or the incursions from the gaza strip, and countless of other.
Israel did not start his, Hezbollah terrorists did. They went into Israel territory, to kidnap and kill.
Israel has the right to exist. Israel has the right to defend it's people and it's borders from these terrorists. Israel has the right to live in peace.
Therefore full support to Israel and shame instead on all european leaders especially on Mr. Romano Prodi who once again has shown his supreme ignorance and total lack of understanding of the situation. Not to mention a gaffe of worldwide proportions!
Whils the rest of the G8 participants issue a document requesting an immediate cease fire, Mr. Romano Prodi instead demands that Iran mediates between the Hezbollah terrorists and Israel.
Iran?
Can anyone remind Mr. Prodi that it is Teheran which is fuelling the hatred agaisnt Israel and providing arms and support to the Hezbollah? Next thing he is going to call on Damascus to mediate too.

15 luglio 2006

Assalto al forno

Ripropongo un ottimo articolo dell'amico Claudio Borghi.

Ai tempi dei Promessi Sposi andava di moda l'assalto al forno: il popolo aveva fame e il fornaio era antipatico, con tutti quei saporiti pani allineati nella sua bottega suscitava invidia e livore. Ovviamente dopo aver saccheggiato la bottega del fornaio ed aver arraffato un paio di pagnotte la fame tornava e questa volta non c'era più nemmeno il pane da comprare onestamente perché il forno ormai era bruciato. Temo che quanto sta accadendo ai giorni nostri con il «decreto Bersani» sia abbastanza simile ad uno sconsiderato assalto al forno. I tassisti sono antipatici, i farmacisti pure, gli avvocati e i notai non parliamone... niente di meglio che compiacere la piazza con provvedimenti punitivi e non concertati verso categorie viste (a torto o a ragione) come «privilegiate»: peccato che nella gestione delle finanze di uno Stato ci siano dei valori preminenti che devono essere tenuti in considerazione, specialmente in un ambiente caratterizzato da un'elevata mobilità internazionale dei capitali. Questi valori sono la sicurezza e l'affidabilità dell'ambiente economico di riferimento:se si ignorano questi delicati equilibri si rischia di scappare con due michette pensando di essere stati furbi, dimenticando che il valore del forno bruciato è infinitamente superiore a quello della pagnotta rubata.La politica del «colpo di mano» che sembra caratterizzare le prime mosse (poi magari corrette e rivedute) del governo sta già purtroppo producendo frutti avvelenati: mentre i media (e anche qualche elettore di centrodestra) si spellano le mani su quanto sia giusto assestare botte a freddo a tassisti, farmacisti, panificatori, società immobiliari eccetera, passa sotto silenzio il fatto che il flusso di capitali in uscita dall'Italia ha già assunto proporzioni immense: nei primi mesi del 2006 l'ammontare dei depositi in Svizzera riconducibili a titolari esteri è aumentato di circa 350 miliardi di euro rispetto all'anno precedente, dei quali una significativa percentuale è riconducibile a capitali di origine italiana. È realistico pensare che di questi 350 miliardi circa la metà abbia origini tricolori, ma se anche prudentemente stimassimo la quota italiana pari ad un terzo, avremmo sempre una cifra iperbolica, superiore a 100 miliardi di euro, e che non accenna a diminuire.Vale la pena quindi muoversi come un elefante nella cristalleria fra gli applausi della sinistra radicale, prelevando due miliardi di euro con una manovrina «di immagine» per poi farne scappare cento? Vale la pena spaventare «i ricchi» con proclami bellicosi (senza contare poi che in Italia i ricchi sono quei pochi onesti che dichiarano tutto,mentre quelli che già hanno i beni in qualche holding lussemburghese accolgono i proclami governativi con un mezzo sorrisino) con il solo risultato di rimpinguare le casse della Confederazione e del Principato?Ricordiamo che tra il 2000 e il 2002 grazie alla vituperata politica dello «scudo fiscale» di Tremonti i profitti lordi delle banche ticinesi scesero del 40% a fronte di un calo del solo 22% della Confederazione Elvetica nel suo complesso... ricordiamo anche che i dati estremamente positividelle entrate fiscali relative all'anno scorso stanno a dimostrare che l'aumento del gettito per mezzo della riduzione delle imposte è una strada che può essere tentata.La sensazione è che il nuovo governo cerchi il facile applauso: peccato però che alla fine conteranno i numeri. Assaltando i forni nessun popolo ha fatto molta strada, anzi, nei Promessi Sposi ricordiamo che dopo è arrivata la peste.

Nihil Difficile Volenti

14 luglio 2006

Ma questi sinistri non rispettano la costituzione!

Qualche giorno fa' Il compagno presidente Napolitano ha detto : “Nel voto sulle missioni militari, è chiaro che la scelta della Cdl di votare a favore è una scelta che ho apprezzato. Ciò non toglie che ci sia una prova di compattezza che deve dare il centrosinistra. Se non la desse, si potrebbero aprire problemi politici abbastanza delicati.A me tocca solo aspettare e vedere".
In un sistema presidenziale sarebbe normale che il presidente avesse un rapporto diretto con la maggioranza, perché sarebbe la “sua” maggioranza, ma in un sistema parlamentare come il nostro, da qualsiasi maggioranza sia stato eletto, il Capo dello Stato diventa, non solo come suggerisce la retorica, “il presidente di tutti”, ma sostanzialmente e formalmente perde ogni rapporto con qualsiasi parte politica. Il Presidente e' proclamato da tutti garante della Costituzione, non può intervenire né a favore della maggioranza, né a favore dell’opposizione.
Soprattutto non può interferire sull’autonomia del Parlamento che è il referente del Governo a cui accorda la fiducia o la toglie e sui cui decreti si pronunzia.
Dire di avere apprezzato la linea scelta dal centrodestra sembra una valutazione personale, soggettiva.
Dire che il centrosinistra “deve dare” una prova di compattezza è un indirizzo politico.
Dire che se il centrosinistra non si dimostrasse compatto, può essere un commento alla portata di qualsiasi cronista politico oppure una forma di pressione sul centrosinistra.
Sul piano tecnico, il Parlamento deve semplicemente convertire in legge un decreto: cosa cui siamo abituati da anni. Non si vede perché il Capo dello Stato, che non ha responsabilità di governo e che deve lasciare piena autonomia al Parlamento debba pronunziarsi come ha fatto.
Se il Capo dello Stato ritiene di avere qualcosa da dire alle forze politiche su una questione di particolare importanza, segua la Costituzione e invii un messaggio alle Camere.
Altrimenti rispetti la divisione dei poteri che è sancita dalla Costituzione: a lui non spetta né favorire né evitare le crisi di governo, né fare commenti come se fosse un commentatore politico, né accennare a possibili conseguenze.

13 luglio 2006

Pays de chauvins et mauvais perdants

Donc Materazzi, selon Zidane, aurait insulte' les femmes de sa famille. Pour cela le "champion" de l'imbécilité assène un coup de tête violent qui aurait pu tuer le joueur Italien.
Il est bien vrais que les origines ne trahissent jamais. Apres avoir lu les commentaires si élégants de sa mere, on comprend pourquoi Zidane a réagit de cette façon. Telle mère, tel fils.
Quant a la France et les Français, ils ont montré au monde leurs vrai visage. Un pay de chauvins hysteriques et de mauvais perdants!

12 luglio 2006

Bertinotti: La testata di Zidane? Giusta e terzomondista

Socialconfusa, fino a sfiorare il rincoglionimento. La sinistra estrema continua a procedere a cafonate per apparire moderna e intelligente, con distinguo ridicoli anche sui falli da espulsione dei mondiali di calcio. Bertinotti, che è passato dalla bandiera rossa al velluto rosso di Montecitorio passando sopra pure all'Iraq, giustifica Zidane, il quale ha tirato una testata al difensore azzurro Materazzi durante la finale Italia-Francia. Il nostro giocatore sembra che avesse offeso la sorella di Zizou. "Forse il francese andrebbe applaudito, non per il gesto che ha fatto, ma per il dramma che ha interpretato" ha detto Bertinotti. "Zizou non l'avrebbe fatta passare liscia a nessuno e non l'ha fatta passare liscia a Materazzi. Certo le testate di Zizou non sono elegantissime, ma si può dire sommessamente che un figlio delle banlieues ha una dignità da difendere che vale perfino la perdita di un titolo mondiale".
Insomma, Totti e De Rossi, con i loro sputi e le loro gomitate, sono soltanto due coattacci di borgata e vanno puniti senza pietà (4 giornate ciascuno all'europeo e al mondiale salutate dalla stampa italiana con soddisfazione), Materazzi con i suoi tatuaggi non può essere altro che un viscido provocatore. Zidane, invece, uno strapagato mito dello star-system, è un favelaro da istruire e capire se varca i limiti della civile convivenza perché rappresenta il terzo mondo immigrato, inurbato e non integrato.
Sport e sinistra restano lontanissimi, nonostante le gonne corte della Melandri. Intanto Malika Zidane, la mamma di Zizou ha detto: "Se Materazzi ha detto davvero quelle cose voglio i suoi testicoli su un piatto". Una vera signora. Può diventare una nuova icona no-global. Comunque se ha voglia di farsi un piatto di animelle fritte andasse alla Camera, c'è più scelta.

Che fretta c’era?

Che fretta c’era di anticipare le elezioni, per evitare l’ingorgo istituzionale ma, soprattutto, come diceva Carlo Azeglio Ciampi che lavorava da sempre, sott’acqua, per la sinistra, per dare all’Italia subito, prima dell’estate, un governo nel pieno dei suoi poteri affinché mettesse mano all’economia disastrata?
Poiché agli Italiani basta il “panem et circenses” e non hanno memoria, ieri Tommaso Padoa Schioppa ha detto che “la correzione 2007 sarà importante”. Mentre “per il 2006 l'aggiustamento dei conti si è concluso con la manovra di dieci giorni fa. Ora siamo completamente concentrati sulla preparazione della Finanziaria sulla base delle indicazioni del Dpef'”.
Sembrava che cadesse il mondo, che lo stato non avesse i soldi per pagare gli stipendi, che gli ospedali chiudessero, che i treni si fermassero. Invece, come risulta dai dati di due giorni fa, i solidi delle tasse e dell’Iva entrano nelle casse dello Stato con forti incrementi rispetto al passato.
Tremonti chiede che la sinistra gli faccia le scuse.
Padoa-Schioppa ha aggiunto che “il vero esame dell'Europa lo avremo ad ottobre”. Così può passare l’estate, un’estate azzurra per la conquista della coppa del mondo di calcio, su cui tutto l’establishment della sinistra si è gettato some su una zattera di salvataggio.

So long Syd

Remember when you were young, you shone like the sun.
Shine on you crazy diamond.
Now there's a look in your eyes, like black holes in the sky.
Shine on you crazy diamond.
You were caught on the cross fire of childhood and stardom,
blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter, come on you stranger,
you legend, you martyr, and shine!

You reached for the secret too soon, you cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.
Threatened by shadows at night, and exposed in the light.
Shine on you crazy diamond.
Well you wore out your welcome with random precision,
rode on the steel breeze.
Come on you raver, you seer of visions, come on you painter,
you piper, you prisoner, and shine!

11 luglio 2006

Grazie Prodi, continua cosi.

Il governo Prodi, al fine di ringraziare adeguatamente gli italiani residenti all'estero per il loro sostegno rivelatosi fondamentale per la vittoria elettorale della sua coalizione, ha pensato bene di inserire nel decreto del 30 giugno l'esclusione dei residenti esteri dai benefici della "no-tax area" introdotta dal governo Berlusconi.

La "no-tax area", ammontante per tutti a circa 3.000 euro, permette di non pagare l'imposta sui redditi fino a concorrenza di un tale importo reddituale. Fino ad oggi gli italiani residenti all'estero che hanno mantenuto la proprietà di una casa in Italia (castelli esclusi), nella quasi totalità dei casi evitavano di dover pagare l'imposta sul reddito generato da tale bene.

Gli italiani residenti all'estero sentitamente ringraziano per l'attenzione loro dimostrata.

L'Islam minaccia Materazzi

"Sporco musulmano". Non ve ne è alcuna prova, ma secondo numerosi siti web arabi sarebbe questo l'insulto rivolto da Marco Materazzi a Zinedine Zidane, che ha provocato la violenta reazione del campione francese e la sua espulsione dalla finalissima per la coppa del Mondo tra Italia e Francia. Questa notizia in poco tempo ha fatto il giro del mondo su internet provocando la risentita reazione degli utenti arabi su molti siti. I messaggi di sdegno e rabbia per "la grave offesa recata all'Islam" si contano a centinaia. Addirittura, alcune teste calde sono convinte che "Materazzi merita di essere ucciso".
Molti i lettori di vari siti arabi, tra cui quelli della versione araba del sito del Real Madrid, della tv al Arabiyah ed altri meno noti, sembrano capire fischi per fiaschi e si lanciano sulla pista dell'insulto fatto al giocatore d'origine algerina. Insulto contro la razza e la religione. "Che iddio uccida Materazzi", inveisce contro il difensore azzuro, 'un saudita' sul sito di al Arabiyah.
I messaggi sono innumerevoli, come quello inviato dall'algerino 'Abu Mohammed' al sito web sportivo Koora: "Sono grosse le parole del provocatore italiano, ma ancora più grande è l'orgolio arabo di Zidane che non ha accettato giustamente l'offesa", e definisce "Zidane orgoglio della nazione araba". "Zidane ha difeso il panarabismo e l'Islam", scrive ad Al Arabiayh un utente che si firma 'tutti gli arabi' ed aggiunge: "Chiunque di noi avrebbe reagito come lui" contro "un giocatore che rappresenta la spazzatura d'Europa".

07 luglio 2006

L'Italia del calcio vincente e l'altra Italia perdente

Gli Italiani all'estero, come gli Italiani in Patria stanno vivendo l'eccitazione della magnifica prestazione della squadra italiana di calcio ai campionati del mondo in Germania.
Ma, questo eccezionale avvenimento sportivo rivela quanto sia ancora complessa la relazione di noi italiani con i Paesi che ci ospitano : vincenti nel calcio e perdenti per tutto il resto.
Infatti per i Paesi che ci ospitano appare ancora forte la visione terzo mondista con la quale siamo trattati da tutti i mass media.
Se da un lato, si prende atto della riuscita della squadra italiana, dall'altro lato, i giornalisti non possono fare a meno di riversare con perfidia sui nostri giocatori e su noi italiani, tutte le squallide malefatte del nostro paese sul piano politico, sociale e sportivo e quelle visioni ormai superate di un'Italia che non esiste più.
Certamente, tutto é esagerato e tutto é fatto per destabilizzare la squadra italiana, ma il risultato é là e l'immondizia dialettica contro l'Italia riempie le pagine dei giornali e i dibattiti televisivi della stampa estera, ben oltre il fatto sportivo.
Per i Francesi la vittoria della loro squadra é il simbolo di una Francia efficiente, ricca di valori morali, ricca di uomini e donne di ogni origine e razza assimilati ormai alla cultura francese, la straordinaria rappresentazione che la Francia é sempre un grande Paese che illumina il mondo come all'epoca del "re sole".
E per noi, invece, la riuscita nel calcio é la sola espressione di efficienza di un Paese sempre alla deriva.
Noi Italiani speriamo sempre di essere amati per il nostro folklore, siamo creativi, intelligenti, sicuramente dei geni, ma senza calcolo, senza la razionalità, senza il marketing che serve a unire la forma e la sostanza.
Senza un lavoro di comunicazione razionale, studiato, calcolato con intelligenza e finezza, fatto da coloro che hanno il potere e la qualità per farlo, tutto cio' che l'Italia ha di positivo e utile non viene mai valorizzato.
Noi Italiani all'estero vorremmo brillare non solamente con l'Italia del calcio, ma anche per tutto quello che il nostro Paese rappresenta oggi in questo mondo.
Ecco, cosa risentiamo noi Italiani all'estero di fronte a tanti attacchi senza risposta.
Oggi lo sport, come il calcio, é una componente dell'economia, un rivelatore sociale che riflette la forza di un popopo e come tale esempio della realtà e del progresso di un Paese.
L'interesse per lo sport e i risultati sportivi di un Paese non rivelano assolutamente la decadenza di un popolo o di un'epoca.
Infatti, le squadre di calcio che hanno partecipato alla fase finale dei campionati del mondo rappresentano, senza eccezioni, i paesi che sul piano economico contano nel mondo rappresentando i diversi continenti.
Quindi, ha ragione la Francia nell'utilizzare la riuscita della squadra francese per dire al mondo che é una grande Nazione, un grande Paese un grande Stato, non solo nel calcio.
I nostri dirigenti politici dovrebbero andare ancora a scuola di marketing e comunicazione per imparare non solamente a guardare la telecamera quando sono intervistati, ma per capire quanto é importante per un paese la positività della comunicazione in questo mondo dove le frontiere sono ormai delle veline senza forma.....
L'Italia é vincente! Quando riusciremo finalmente a comunicarlo ?

Rob Hughes - Straits Times articles: We demand an apology

The offensive and unacceptable articles that have been published on the Singapore Straits Times on July 2nd and July 4th. are an insult to Italy and Italians. In spite of several complaints letters sent to the newspaper both from Italian residents in Singapore and the Italian Embassy, we are still to hear from Mr. Rob Hughes and the Straits Times on why such insulting articles were allowed to be published.
We demand a full apology immediately.
As for me I will only say this to Signore Hughes: Sutor, ne ultra crepidam!



06 luglio 2006

Bin Laden ringrazia

L’arresto di Marco Mancini, direttore della prima divisione del Sismi, avvenuto ieri a seguito del rapimento dell'imam Abu Omar, è stato definito da Francesco Cossiga un regalo a Bin Laden. l'ex capo dello Stato che ha confermato la notizia dell'arresto di Mancini, ha giustamente criticato i magistrati milanesi per l'arresto di quelli che definisce gli autori di "alcune delle più brillanti operazioni all'interno ed all'estero del nostro servizio, tra le quali le liberazioni dei nostri ostaggi in Iraq", che "hanno dato un fondamentale contributo alla lotta internazionale contro il terrorismo".
Anche Silvio Berlusconi è intervenuto sulla vicenda, affermando che gli autori ed esecutori della decisione della magistratura non si rendono conto che si rischia di sciupare quanto di buono fatto nella lotta al terrorismo.
Questo e' un fatto gravissimo perche' si tratta di una mossa politica per potere selezionare gli elementi di cui la sinistra si può fidare e quelli che sospetta di essere più vicini al centrodestra. Tutto questo a scapito della sicurezza del paese.
Detto questo, in un paese dove il primo atto del Presidente comunista e' di dare la grazia ad un terrorista, e' normalissimo che si arresti un dirigente del Sismi dal quale dipende la sicurezza di milioni di cittadini. La Jihad Islamica, Bin Laden e tutti i terroristi ringraziano di cuore.

04 luglio 2006

Nuovi vergognosi articoli!

La mia riposta a due articoli vergognosi apparsi sul principale giornale di Singapore, The Straits Times e scritti dal famoso giornalista sportivo inglese, Rob Hughes. In questi due articoli, ispirati dalla sua grande ignoranza, dove sono utilizzati i soliti cliche' degli Italiani lazzaroni, furbi e pigri, il Signore Hughes scrive, tra l'altro: "Nobody wears a clock of corruption quite like the Italians" (nessuno veste il mantello della corruzione come lo fanno gli Italiani) e "Only in Italy, only in a land where the black market is a way of life" (solo in Italia dove il mercato nero e' un modo di vivere). Queste affermazioni gratuite e stupide sono semplicemente inaccettabili.

Caro Signore Hughes,
Mi riferisco ai suoi due articoli "Italy take it out on Ukraine" del 2 luglio 2006 e "Scandal? What scandal?" del 4 luglio 2006
“Mendacem memorem et sapientem esse oportet” (Colui che altera la veritá deve avere memoria ed essere documentato). Questa frase di Quintiliano dovrebbe far oggetto di meditazione da parte sua. Infatti le affermazioni contenute in questi articoli appaiono di una superficialitá e infondatezza che non le fanno certamente onore.
Per quanto riguarda gli scandali nel mondo dello sport, vorrei ricordare che questa caratteristica non é prerogativa solo dell’Italia:. Anzi, se lei avesse fatto una inchiesta approfondita presso le diverse Federazioni sportive internazionali si sarebbe reso conto di tante denunce in alcuni Paesi del mondo ove le norme di condotta sportiva sono di gran lunga piú permissive di quelle applicate dall’Italia, riconosciuta, in questo campo, di una severitá esemplare. Inoltre é bene ricordare che, per una tradizione di trasparenza nella difesa di alcuni valori della nostra civiltá, noi italiani abbiamo grande rispetto dell’opinione pubblica che deve essere informata fin dall’inizio e senza reticenze e ipocrisie delle diverse inchieste in corso. Ecco perché gli scandali hanno in Italia molta piú risonanza mediatica diversamente da quello che succede soprattutto nei paesi anglosassoni dove, prevalendo giustamente una piú forte difesa della privacy, i panni sporchi si lavano nel silenzio delle anticamere delle federazioni sportive. Almeno si riconosca cosí agli italiani il coraggio di essere i piú rigorosi critici di se stessi, evitando le facili banalitá di un metodo giornalistico che evita le fatiche di una seria analisi delle diverse situazioni .
Da questo punto di vista, riferendomi al cosidetto “mercato nero” esistente in Italia, mi sembra che lei utilizzi ancora il solito cliché della supposta furberia italiana nella concorrenza commerciale. Anche in questo caso, facendo uno sforzo per superare la sua evidente pigrizia mentale, le consiglio di esaminare attentamente la situazione nel mercato internazionale dei prestigiosi prodotti italiani ad alto valore aggiunto che devono ogni giorno difendersi dalla concorrenza sleale, appunto, del mercato nero. Che vada a visitare le periferie delle grandi cittá europee, per non parlare delle vicine metropoli asiatiche, e si accorgerá che da questo punto di vista l’Italia é veramente la danneggiata e non la fonte del danno.

02 luglio 2006

Referendum: Riflessioni sul voto estero - "I ga vinto i napoetani"

Un mio amico, titolare di una fiorente industria del legno in provincia di Treviso ha sintetizzato cosí la vittoria dei “NO”: “I ga vinto i napoetani”. Dovete infatti sapere che in quelle zone si chiamano tuttora “napoetani” tutti i burocrati anche se hanno l’accento lombardo o emiliano. Questo perché, come é notorio, l’esemplare amministrazione austro ungarica del Lombardo Veneto, riconosciuta da tutti gli storici un modello del genere, era stata sostituita,dopo l’unitá d’Italia, dal modello burocratico borbonico del Regno delle Due Sicilie che, ahinoi, i savoiardi piemontesi han creduto bene di assorbire nella struttura amministrativa del nuovo Stato unitario. Ecco spiegata, del resto, la repulsione atavica del Nord Est italiano per i rappresentanti del potere centrale che son venuti qui a sostituire nella pubblica amministrazione, alla fine dell’800, metodi e mentalitá tradizionali improntati alla chiarezza e al rispetto del cittadino contribuente ,con un sistema elefantiaco ritenuto autoritario, prevaricatore, pomposo, cinico e pigro ove si ha l’obbligo dell’obbedienza riverente, cieca ed assoluta al principe, cioé all’ultimo burocrate di turno.
Ma questo é un altro discorso che meriterebbe peró di essere approfondito se si vuole, senza inutili ipocrisie, trovare le vere ragioni che hanno ispirato la “ribellione” leghista.
Nell’ottica del mio amico trevigiano, la ripartizione geografica delle vittorie del “SI”, cioé Nord Est dell’Italia (e, se si vuole, gran parte dell’Ovest) e la Circoscrizione Estero (ove, soprattutto l’America Meridionale, si sono raggiunte percentuali eccezionali fino al 78% di “SI”) conferma con tutta evidenza che hanno votato ( a parte quelli che lo hanno fatto per semplice opzione politica) in favore delle modifiche costituzionali soprattutto le persone che hanno, appunto, il senso della Regione, e hanno votato “contro” coloro che sono legati ai benefici critallizzati nello statu quo della galassia del potere centrale. Da una parte gli innovatori, dall’altra i conservatori, e in tutto questo non ha niente a che vedere la destra o la sinistra, Prodi o Berlusconi: basta comparare le cifre del referendum con quelle delle precedenti elezioni parlamentari.
Il “SI” trova la sua giustificazione nella difesa e nel rafforzamento della propria identificazione regionale ed é quindi l’espressione piú genuina di un desiderio di modernitá nel quadro delle grandi opzioni continentali.
Del resto, visto che oggi é di moda, i tre “profeti” che hanno avuto la grande intuizione dell’Unitá Europea, e che sono ,come tutti sanno, De Gasperi, Schumann, Adenauer, uomini politici forgiati nella difesa dei diritti delle minoranze etniche e che lottarono per la loro indipendenza di fronte al potere centrale (De Gasperi il Trentino, Schumann l’Alsazia, Adenauer la Renania).
“Sono un trentino prestato all’Italia”, diceva De Gasperi e Schumann,scrisse queste parole: “ D’abord je suis francais, mais je suis europeen parce que je suis alsacien”. Cioé solo, appunto, con la dimensione regionale, molto piú umana perché qui sono le tue vere radici, le tradizioni, i valori essenziali di una cultura , puoi concepire di essere veramento europeo. Europeo siciliano, europeo emilano, europeo lombardo, europeo veneto e cosí via. Siamo italiani, d’accordo, e viviamo profondamente la solidarietá e l’orgoglio nazionali, ma appunto in quanto tali possiano essere solo cittadini europei “regionali” perché l’Europa si costruisce con la necessaria concretezza e efficacia solo, al di sopra di egoismi nazionalisti e corporativi, sfruttanado le complementarietá (la parola di moda oggi é “sinergie”) regionali tra Stato e Stato. Il resto é pura retorica, bla bla bla di politici in cerca di plauso.
E allora proprio in questa ottica si puó capire l’atteggiamento di certi “regionalisti” ad oltranza contro l’Euro, le 350 pagine di una prolissa costituzione europea, e l’imponente e puntigliosa burocrazia di Bruxelles.
Questo é ancora piú vero per quanto riguarda i votanti dell’America Meridionale che hanno votato in massa “SI”. Perché tutti quelli cui é stata riconosciuta la nazionalitá italiana jure sanguinis, si sentono prima di tutto cittadini del Paese in cui sono nati e poi “siciliani”, “campani” “veneti”, emiliani” ecc. cioé, “argentini siciliani”, “argentini veneti” e cosi via. (andate loro a chiedere per esempio se fanno il tifo per la squadra di calcio italiana...): questa é la loro unica vera dimensione di italianitá che non ha niente a che vedere con una identitá nazionale che resta quella, e solo quella, dello jus soli e delle fonti della formazione culturale e civica. D’altronde, avremo fatto tutti l’esperienza viaggiando all’estero. “Sei italiano, di dove?” ti chiedono sempre, e fa loro piú commuovere il ricordo di certe tradizioni (soprattutto gastronomiche, religiose e folkloristivhe) e di certi eventi storici della loro regione tramandati da nonni e bisnonni, che il rituale della festa del 2 giugno o la memoria delle battaglie garibaldine, se per caso sanno cosa siano. In veritá, la protezione degli interessi degli italiani all’estero é principalmente operativa in seno alle Associazioni regionali che difendono tutte gelosamente la loro indipendenza e i loro legami particolari con le autoritá regionali italiane competenti. Quindi tutti hanno votato con la convinzione che, ratificando le modifiche costituzionali che aumentavano i poteri delle Regioni nei settori fondamentali della cultura e della previdenza sociale, rendevano piú efficaci e piú accessibili i benefici della doppia nazionalitá .
Beh, ci sarebbe anche da rilevare che questo voto all’estero ha confermato che, se non ci fossero stati i costosi brogli precedenti, sarebbe stato ben altro il risultato elettorale di Aprile della coalizione di centro destra.

01 luglio 2006

La marcia del Governo

L' America Latina dice SI

Contundente vittoria del SI in America Latina, con 62,8% dei voti a favore , contro un 37,2% per il NO. Questo dimostra che in America Latina, la maggior parte degli italiani continuano ad’ appoggiare la coalizione di centro destra, e questo dovrebbe convincere gli ultimi scettici dei grossi brogli elettorali avvenuti durante le ultime elezioni politiche, fatti denunciati alla Corte di Apello di Roma ed ancora oggi senza risposta.
Questi risultati sono anche l’ennesima prova che i vari Bafile, Pollastri, Pallaro e Merlo, in realtà non rappresentano l’elettorato Italiano dell'America Meridionale, perché nella loro campagna per il referendum consigliavano a tutti di votare NO, oltre all'ambiguità del Senatore Pallaro che, fedele al suo stile, consigliava la “libertà di coscienza".
In alcuni centri in Argentina, dove la lista di Pallaro e Merlo aveva ottenuto maggioranze, si sono evidenziati cambiamenti spettacolari, come per esempio Mendoza dove il SI ha ottenuto un 66,1%, a Cordoba dove il Presidente del Comites era candidato a Deputato, si è ottenuto un 66,0%, a Bahia Blanca,un altro settore Pallarista si è ottenuto un 63,7%, a Buenos Aires 56, 1 %, città di La Plata 62,3 %, in Mar del Plata un 56,2 %.
I massimi risultati si sono ottenuti in Brasile con il 73,3% a favore del SI ed in Venezuela posto di nascita della Deputata Bafile, con quasi un 70% per il SI.
Gli italiani in America Latina hanno colto questa occasione per dare un giudizio negativo nei confronti degli eletti di centro-sinistra, che hanno votato la fiducia ad un Governo che, come primo atto, ha abolito il Ministero per gli Italiani nel Mondo per sostituirlo con qualcosa che non e’ ne carne ne pesce. Inoltre si sta ormai facendo strada l’impressione che non sara’ mantenuta neppure la piu’ piccola delle promesse elettorali.
Che si godano pure le loro prebende ed i loro privilegi questi cari parlamentari, perche’ vedo che gli Italiani in Sud America stanno preparando i forconi.