La mia riposta a due articoli vergognosi apparsi sul principale giornale di Singapore, The Straits Times e scritti dal famoso giornalista sportivo inglese, Rob Hughes. In questi due articoli, ispirati dalla sua grande ignoranza, dove sono utilizzati i soliti cliche' degli Italiani lazzaroni, furbi e pigri, il Signore Hughes scrive, tra l'altro: "Nobody wears a clock of corruption quite like the Italians" (nessuno veste il mantello della corruzione come lo fanno gli Italiani) e "Only in Italy, only in a land where the black market is a way of life" (solo in Italia dove il mercato nero e' un modo di vivere). Queste affermazioni gratuite e stupide sono semplicemente inaccettabili.
Caro Signore Hughes,
Mi riferisco ai suoi due articoli "Italy take it out on Ukraine" del 2 luglio 2006 e "Scandal? What scandal?" del 4 luglio 2006
“Mendacem memorem et sapientem esse oportet” (Colui che altera la veritá deve avere memoria ed essere documentato). Questa frase di Quintiliano dovrebbe far oggetto di meditazione da parte sua. Infatti le affermazioni contenute in questi articoli appaiono di una superficialitá e infondatezza che non le fanno certamente onore.
Per quanto riguarda gli scandali nel mondo dello sport, vorrei ricordare che questa caratteristica non é prerogativa solo dell’Italia:. Anzi, se lei avesse fatto una inchiesta approfondita presso le diverse Federazioni sportive internazionali si sarebbe reso conto di tante denunce in alcuni Paesi del mondo ove le norme di condotta sportiva sono di gran lunga piú permissive di quelle applicate dall’Italia, riconosciuta, in questo campo, di una severitá esemplare. Inoltre é bene ricordare che, per una tradizione di trasparenza nella difesa di alcuni valori della nostra civiltá, noi italiani abbiamo grande rispetto dell’opinione pubblica che deve essere informata fin dall’inizio e senza reticenze e ipocrisie delle diverse inchieste in corso. Ecco perché gli scandali hanno in Italia molta piú risonanza mediatica diversamente da quello che succede soprattutto nei paesi anglosassoni dove, prevalendo giustamente una piú forte difesa della privacy, i panni sporchi si lavano nel silenzio delle anticamere delle federazioni sportive. Almeno si riconosca cosí agli italiani il coraggio di essere i piú rigorosi critici di se stessi, evitando le facili banalitá di un metodo giornalistico che evita le fatiche di una seria analisi delle diverse situazioni .
Da questo punto di vista, riferendomi al cosidetto “mercato nero” esistente in Italia, mi sembra che lei utilizzi ancora il solito cliché della supposta furberia italiana nella concorrenza commerciale. Anche in questo caso, facendo uno sforzo per superare la sua evidente pigrizia mentale, le consiglio di esaminare attentamente la situazione nel mercato internazionale dei prestigiosi prodotti italiani ad alto valore aggiunto che devono ogni giorno difendersi dalla concorrenza sleale, appunto, del mercato nero. Che vada a visitare le periferie delle grandi cittá europee, per non parlare delle vicine metropoli asiatiche, e si accorgerá che da questo punto di vista l’Italia é veramente la danneggiata e non la fonte del danno.
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