E interessante notare la reazione dell’attuale “classe?” politica che ci governa, ai banali commenti di Montezemolo.
Irritati e seccati.
Il Presidente del Consiglio, che per una volta non si e’ esibito in una delle sue ebeti risatine, alla domanda se riteneva che Montezemolo con questo intervento intendesse preannunciare una sua discesa in politica, ha corretto l’intervistatore dicendo “salire in politica”. Evidentemente l’on. (?) Prodi non si e’ ancora accorto che oltre due secoli fa la rivoluzione francese ha messo fine alle monarchie assolute, e che la societa’ non si divide piu’ in monarchi e sudditi: pensa anche adesso che la classe politica sia la continuatrice del potere assoluto ed il popolo sia rappresentato da sudditi, taglieggiabili a volonta’ ed a cui e’ vietato esprimere le proprie opinioni sull’operato dei governanti.
Ma tutta la reazione degli esponenti della maggioranza, con pochissime eccezioni, ha seguito lo stesso schema: quello di Montezemolo e’ stato un manifesto politico e non l’espressione legittima dell’insofferenza per le bizantine ed inconcludenti pratiche del ceto politico. Quindi, se Montezemolo intende fare politica, si rivolga agli elettori e cerchi il loro consenso. Anche in questo caso vediamo ritornare il concetto che la politica deve essere appannaggio esclusivo della casta dei politici di professione. Tutti gli altri cittadini, ritenuti minorati mentali od al piu’ “vili meccanici” destinati a fornire quattrini ai privilegiati, debbono tacere e subire. Un bell’esempio di democrazia e di rispetto dell’individuo.
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