la campagna del Pd è stata concentrata sul concetto di “novità” e di svolta rispetto alla politica degli ultimi 15 anni, cioè dalla crisi del 1992-1993 in poi. Chi vuole vedere nel Pd qualcosa di nuovo, è libero di farlo. Ma gli uomini del Pd, compreso il suo leader, Veltroni, non solo vengono da prima del 1992-1993, ma negli anni successivi sono stati parte preponderante e dominante della vita politica italiana, come Pds, poi Ds, e come Margherita. Veltroni è stato vice presidente del Consiglio nel primo governo Prodi, dal 1996 al 1998; poi è stato segretario dei Ds 1998 fino al 2001 quando fui candidato sindaco di Roma. Nei confronti del Pd, nato nell’ottobre scorso, non è quindi “uomo nuovo”. Nonostante i suoi sforzi per distinguere il Pd dal secondo governo Prodi, presenta in lista 17 ministri ancora facenti parte del governo Prodi. La continuità è nelle cose, anche se non nelle parole. Dice di avere rotto con i partiti “ricattatori” dell’estrema sinistra; ma con questa il Pd è alleato nelle elezioni amministrative.
L'articolo
Nessun commento:
Posta un commento