15 novembre 2010

La liberazione di Aung San Suu Kyi non cambiera' niente in Birmania.


E' certamente una gran bella notizia quella della liberazione di Aung San Suu Kyi.
In realta' si tratta di una mossa che portera' pochi cambiamenti in Birmania. La sua liberazione e' stata decisa dopo le elezioni fasulle della settimana scorsa per potere rassicurare i paesi membri dell'ASEAN e la Cina assicurando allo stesso tempo una parvenza di legittimita' al regime militare.
In Occidente, Aung San Suu Kyi e' vista come l'incarnazione vivente della democrazia e della non-violenza. La Nelson Mandela dell'Asia.
La triste verita' e' che durante tutti questi anni, la sua lotta non ha portato ad alcun cambiamento visibile nel suo paese. E la sua liberazione e' la testimonianza della sconfitta della sua causa ed un successo per la giunta militare ed il Generale Than Shwe che e' riuscito bene o male a contenere Suu Kyi come forza politica all'interno del paese.
Non dimentichiamo che il regime militare ha trattato Suu Kyi con indulgenza. Normalmente gli oppositori sono condannati a pene severe, scontate in condizioni spaventose. Molti muoiono in carcere. Inoltre, Suu Kyi, per tanti governi asiatici, e' vista come un ostacolo alla democratizzazione del paese per avere rifiutato piu' volte appelli al compromesso con il regime dei generali.
Bisognera' vedere cosa decidera' di fare la pasionaria Birmana. Se decide di tornare a fare politica, e cosi facendo causare un qualisasi imbarazzo al regime, si ritroverebbe immediatamente costretta agli arresti domiciliari, questa volta sicuramente senza alcuna data di rilascio. Se invece sceglie la strada del martirio e continua nella sua intransigenza, potrebbe deludere, indebolendoli,  i suoi sostenitori. Sopratutto perche' negli anni 90 fece un errore fondamentale nella scelta della leadership del suo partito, imponendo persone come U Tin Oo o Win Tin, che nel frattempo per eta' e le difficolta' di passare il messaggio politico, si sono logorati perdendo il carisma necessario.
 Ad ogni modo, non dobbiamo sottrarci alla realta' evidente: In Birmania,  si consolida il potere dei generali e non cambiera' niente.

Nessun commento: