“Questa mattina mi son svegliato…” ed ho cercato di mettermi le mani in tasca, ma c’erano già le mani di qualcun altro: qualcuno che a suo tempo aveva garantito che mai e poi mai avrebbe commesso una simile azione. E il bello è che non ve le ha messe per scaldarsi, ma mi sono subito reso conto che il mio portafogli era sparito. Magia, presa in giro o appropriazione indebita?
La farsesca vicenda della cosiddetta “manovra”, approvata dal Senato nella sua ennesima versione solo grazie ad un voto di fiducia, e subito oggetto di ulteriori modifiche in vista della sua presentazione alla Camera dei Deputati sollecita alcune desolanti riflessioni.
In ogni famiglia decentemente gestita, quando ci si accorge di non riuscire a mantenere il proprio abituale tenore di vita, per prima cosa si procede a ridurre le spese. Non più vacanze a Saint Tropez od a Capri, si ripiega su Sottomarina di Chioggia o alla peggio su qualche pensioncina di Iesolo, niente più ristoranti rinomati, ma qualche, rara, cena in pizzeria, e così via. Il nostro sistema politico amministrativo si comporta in modo completamente diverso. Se per qualche motivo è costretto – in questo caso dalla UE – a cercare il pareggio del bilancio senza contrarre ulteriori debiti, invece di ridurre le spese provvede ad aumentare la spremitura dei propri concittadini, o meglio sarebbe dire dei propri sudditi. In sostanza aumenta il “pizzo”…
Può essere interessante confrontare quanto deciso (deciso in via definitiva?) con quanto a suo tempo promesso. La coalizione che affermava di voler riportare in vita le concezioni liberali nel nostro paese si è dimostrata timida, incerta, divisa al suo interno ed alla fine decisamente centralista. Non è ben chiaro in cosa essa sia diversa da qualunque altra coalizione, di destra, di sinistra o di centro, che aspiri ad impadronirsi delle leve del potere in Italia.
Nel dettaglio: promessa di diminuire il prelievo fiscale, in realtà nuove tasse che bloccheranno qualsiasi pur minimo accenno di ripresa; promessa di abolire le provincie, in realtà loro sostituzione con aree metropolitane da definire; promessa di adeguare il nostro sistema di welfare a quanto praticato in Europa (siamo o no europeisti convinti?), in realtà adeguamento dell’età pensionabile delle donne a quella degli uomini per il 2026; promessa di riformare la giustizia e la pubblica amministrazione, tutto rinviato sine die; promessa di ridurre i costi della politica (è veramente necessario mantenere i rimborsi elettorali?) ma si è proceduto solo ad un modesto aumento dei prezzi dei menù delle Camere, e si potrebbe continuare.
Se volessimo usare un linguaggio giuridico credo che si potrebbe configurare una situazione di abuso della credulità popolare (art. 661 c.p.) se non addirittura di una vera e propria truffa (“chiunque con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno” art. 640 c.p.)
Per la precisione è doveroso notare che le pessimistiche conclusioni cui siamo giunti non possono essere limitate a chi ci governa oggi, anche se si tratta del principale indiziato, ma a tutta la classe politica, amministrativa e sindacale, di qualunque colore, che occupa da sempre tutte le poltrone disponibili, con i deplorevoli risultati che tutti abbiamo sotto gli occhi.
Il Bertoldo
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