Recentemente è stato
presentato dal governo un provvedimento per combattere la corruzione, di cui in
questi ultimi tempi sono stati rivelati alcuni scandalosi esempi. Naturalmente
si tratta di un fenomeno mai cessato, ed a proposito del quale già venti anni
fa si scatenò la campagna poi denominata “Mani Pulite”. Evidentemente quella
campagna non fu sufficiente per porre fine all’increscioso fenomeno, che anzi è
cresciuto più rigoglioso che mai. Intervistata in merito alla
proposta anti corruzione, la senatrice Anna Finocchiaro ha dichiarato che era
finalmente ora che un simile provvedimento fosse proposto ed inviato al
Parlamento per l’approvazione. La senatrice Finocchiaro siede da ben
venticinque anni in Parlamento ove ha ricoperto importanti cariche: non si era
mai accorta in tutti quegli anni che la
corruzione era un problema assai diffuso, come la saga di Mani Pulite,
scoppiata mentre lei già occupava un seggio alla Camera, aveva mostrato?
Beata ingenuità!
o o o o
Il Ministro del Lavoro,
Elsa Fornero, ha dichiarato che la recente legislazione del lavoro, da lei
stessa formulata dopo estenuanti trattative con le cosiddette parti sociali
(nell’accezione corrente i sindacati) ha bisogno di “manutenzione”, in quanto
non ha permesso di raggiungere gli obbiettivi di rilancio dell’occupazione che
ci si proponeva. La domanda è: non poteva pensarci prima ed ascoltare le
critiche ben documentate di chi i posti di lavoro li crea, cioè gli
imprenditori? Non è possibile che si proceda a base di tira e molla, salvo poi
dire che, a distanza di qualche mese, è opportuno cambiare registro.
o o o o
Il prefetto di Napoli ha
recitato una scena madre inveendo contro il parroco di una parrocchia in una
zona assai disagiata ed infestata da malavitosi a Napoli – persona peraltro
molto attiva nei confronti delle vittime della delinquenza organizzata –
perché, rivolgendosi al prefetto di Caserta si era permesso di chiamarla
“Signora” anziché “Signor Prefetto”, giudicando inammissibile una simile mancanza
di formale correttezza. A parte il fatto che il (signor) Prefetto di Napoli non
sembra ricordare il detto secondo cui “Signori si nasce e Prefetti si diventa”,
tutta la vicenda fa pensare che il sullodato, in definitiva, rimpianga che –
per legge – non sia più possibile rivolgersi a lui ed ai suoi pari con lo
spagnolesco titolo di “Eccellenza”. Evviva la modestia…
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