28 febbraio 2013
Caro Fini....
Dopo aver smesso di essere fascista, poi missino poi berlusconiano, hai smesso di essere deputato.
27 febbraio 2013
Rallenta il mercato del lusso in Cina
Finiti i tempi quando un cliente entrava nei negozi di Prada o Gucci o della Rolex e comprava per 500,000 euro di merce in un ora.
A Hong Kong un giorno vidi un "mainlander" (continentale, cosi vengono chiamati quelli della Cina Popolare), comprare un gioiello da 650,000 mila dollari per la sua concubina e pagare in contanti come se niente fosse.
L'articolo
Bersani tocca il fondo e scava
Peggio che toccare il fondo c'è solo iniziare a scavare. E il Pd sembra pronto a farlo. Doveva solo presentarsi e annunciare le sue dimissioni, avrebbe potuto anche sbrigare la pratica con uno stringato comunicato, invece Bersani ammette la «delusione» ma in sostanza dà la colpa all'arbitro cornuto (la legge elettorale, l'austerità, la politica «moralmente non credibile»), mentre «guardando il voto non siamo noi il problema».
Leggi l'articolo
Sono tutti patetici.
26 febbraio 2013
Abbiamo vinto
Finalmente è finito il
carnevale preelettorale che ci ha deliziato per più di un mese, in un continuo
e prevedibile tutti contro tutti. Adesso, considerati i risultati della
consultazione, è appena iniziato il carnevale post elettorale, che non sarà
affatto meno noioso, previsto ed inconcludente del precedente.
Dai primi commenti a caldo
dei vari partiti in lizza sui risultati rileviamo tuttavia un motivo di grande
sollievo: nessuno è rimasto insoddisfatto e tutti, in un modo o nell’altro,
hanno confidato al paese di avere vinto contro la sorte avversa ed il destino
cinico e baro. Esaminiamoli con cura.
I democratici sono felici
per aver conquistato il premio di maggioranza alla Camera, grazie ad un 0,40% e
si sono lamentati che una legge elettorale sciagurata non abbia loro consentito
di ripetere l’exploit al Senato. Non è stato precisato se la legge è sciagurata
solo per quanto riguarda il Senato e saggia per la Camera, ma non sempre c’è
tempo per chiarirsi le idee.
La coalizione di centro
destra è molto soddisfatta per l’eccezionale recupero rispetto a quanto
prevedevano inizialmente i sondaggi, grazie alla fortunata performance di
Silvio Berlusconi in campagna elettorale. Non ha nessuna rilevanza che la
coalizione abbia perso quasi diciotto punti percentuali rispetto a cinque anni
fa.
Il commento più paradossale
è quello del premier uscente Mario Monti: “Credo che considerando il quadro attuale,
abbiamo acquisito, se possibile, anche più rilievo”. Anche in questa caso il
Professore non ha perso l’occasione di dimostrare la sua totale incomprensione
di ciò che succede: è sciocco o ci fa? Il suo raggruppamento non conta
assolutamente nulla, nessuno ha alcun interesse a cercare il suo appoggio per
costituire una maggioranza di governo, ma lui non l’ha capito. Ed una vera
perla è quel “se possibile”. Ma lui crede veramente che i cittadini, salvo quelli che l’hanno
votato, siano tutti degli imbecilli? Ossia delle persone
che, come lui stesso, non capiscono niente?
Non parliamo poi dei
partiti o raggruppamenti che sono rimasti fuori dal Parlamento. Ingroia è molto
soddisfatto del suo flop, ottenuto dopo solo un paio di mesi dalla nascita del
partito. Giannino è felice perché, secondo lui, la sua discesa in campo con un
proprio partito ha impedito la vittoria di Berlusconi. Fini, escluso dalla
Camera, ha avuto il buon senso di stare zitto: forse ha già raggiunto il suo
buen retiro di Montecarlo. Data la sua familiarità con quella località, sa che
al gioco si può vincere o si può perdere e lui ha perso per aver puntato il
numero sbagliato
L’unico vero vincitore di
queste elezioni è stato senza alcun dubbio il Movimento Cinque Stelle. Ed il
suo inventore e leader, Beppe Grillo, si è distinto per un comportamento di cui
nessuno lo avrebbe creduto capace. Si è rinchiuso nel silenzio di casa sua e
non ha rilasciato alcun commento. Evidentemente per lui non servono le parole:
bastano i fatti, estremamente eloquenti.
Calcoli
Il ritornello che
più spesso ricorre nelle dichiarazioni, discorsi, conferenze stampa (di solito
tutti mortalmente uggiosi) del Professor Mario Monti, Presidente del Consiglio
uscente e candidato Premier (non certo candidato alle elezioni, dato che è già
parlamentare nominato dal Presidente della Repubblica per misteriosi altissimi
meriti scientifici, e non certo eletto dal popolo cosiddetto sovrano) ci informa che solo il suo intervento
salvifico ha permesso di evitare all’Italia di precipitare nel baratro sul cui
orlo vent’anni di berlusconismo avevano condotto il paese. E inoltre il
Professore non manca mai di far notare come nessuna delle promesse riforme sia
stata realizzata in vent’anni di governo del centro destra.
L’argomento ha trovato
subito accoglienza entusiastica da parte delle sinistre, che non hanno mancato
di rilevare come solo un voto plebiscitario ai loro partiti potrà permettere un
vero rinnovamento non solo del modo di fare politica, ma anche e soprattutto di
realizzare tutte quelle riforme che il paese necessita. Quali non viene mai
precisato…
Tralasciando ogni
ulteriore considerazione sulla realtà del “salvataggio”, sulle cui strabilianti
caratteristiche ci siamo più volte soffermati, sembra opportuno rinfrescare un
po’ la memoria all’esimio cattedratico, ed a coloro che ne sposano
acriticamente le posizioni, su quanto è realmente successo negli anni passati.
Innanzitutto è
necessario ricordare che Berlusconi, alla guida del centrodestra, entrò in
politica (lui non si permise di salire…) nel marzo 1984; quindi esattamente 19
anni fa. Forse l’arrotondamento a vent’anni più o meno maliziosamente vuole
richiamare un ventennio di non felice memoria. In questo periodo il
centrodestra – sempre con Berlusconi premier – governò per 3292 giorni, pari a
nove anni. Per contro il centrosinistra ed i governi tecnici governarono per
3643 giorni, pari a dieci anni. L’unica differenza fu che nel centrosinistra si
alternarono ben sette governi (Dini, Amato, Prodi 2 volte, D’Alema pure 2 volte,
ed infine Monti), con una durata media di 17 mesi, più o meno come i governi
della prima repubblica.
E’ certamente vero
che i governi di centrodestra non hanno affatto governato bene e saggiamente, e
non hanno saputo realizzare se non in minima parte quelle riforme che avevano
sempre promesso in campagna elettorale. Ma che dire dei governi di centro
sinistra e di quello tecnico, che pur avendo trascorso più tempo al timone del
paese non hanno certamente realizzato alcunché, ed il cui impegno principale fu
spesso quello di cancellare i pochi provvedimenti effettivamente presi dal
centrodestra.
Un po’ più di
serietà anche sulle date non sarebbe male. O forse il Professore, che in
pubblico non manca mai di consultare fogli di appunti, si sbaglia regolarmente
di pagina? In fondo lui di sbagli – che non ammette mai – se ne intende per
diuturna pratica.
Il Bertoldo
25 febbraio 2013
Crescita
Il Presidente Monti, in
un’ultima apparizione televisiva a Porta a Porta prima delle elezioni,
interrogato dai giornalisti presenti ha insistentemente affermato, con la
consueta sicumera, che la sua prima preoccupazione, una volta sistemati i conti
dell’Italia (è l’unico a crederci), è sempre stata quella di far ripartire la
“crescita” dopo un ventennio di stagnazione.
Dobbiamo riconoscere
onestamente che quel suo intendimento ha trovato piena realizzazione in poco
più di un anno, anche se non esattamente nei settori che i suoi concittadini
avrebbero preferito. Durante la sua permanenza al governo infatti sono
cresciuti ampiamente: l’età pensionabile, il debito pubblico, il prelievo
fiscale, la disoccupazione, i fallimenti, la disistima dei cittadini nei suoi
confronti. Il solo piccolo neo è stata la pesante diminuzione del PIL: d’altra
parte, cosa si può chiedere di più a chi da tempo sostiene di vedere luci in
fondo al tunnel? L’importante è crederci, anche se ben pochi, eccezion fatta
per i suoi sponsor germanici, sono disposti a credere ai suoi illusionismi
sgangherati.
Peraltro dobbiamo
riconoscere che di crescita, almeno lui, ne ha fatta e molta. Innanzi tutto è
cresciuta a dismisura la sua alterigia. Basta cercare sul sito del governo: la
sua biografia, al contrario di quelle dei suoi ministri, è ridotta a nome,
cognome, luogo e data di nascita e la citazione di essere stato nominato
senatore a vita dal Presidente della Repubblica (e chi altro avrebbe potuto
farlo?). Nessun accenno alla sua attività scientifica o politica, basta che
tutti sappiano che la sua nomina a senatore significa che lui “ha illustrato la
Patria per altissimi (e sottolineo gli altissimi) meriti nel campo sociale,
scientifica, artistico e letterario” come stabilisce il secondo comma
dell’articolo 59 della Costituzione.
Un altro leit motif delle
soporifere concioni montiane afferma che con lui la valutazione dell’Italia in
campo internazionale è ora molto più alta. Qui dobbiamo riconoscere che ha
ragione: l’Italia occupa il gradino più alto del podio e merita un applauso per
le sue prestazioni. In Europa ha il più alto rapporto debito/PIL, la più alta
pressione fiscale, e così via.
Insomma, diamo a Mario
Monti quello che è di Mario Monti: la crescita c’è stata, anche se tutti gli
italiani avrebbero preferito crescere in tutt’altri settori.
Il Bertoldo
Mario Monti e i master americani
Fatevi raccontare com’è che Mario Monti è stato di fatto bocciato dallo
stesso dipartimento di economia dell’università di Yale, ove qualcuno vocifera
che abbia preso un master in economia, cosa neanche sicura perché egli non ce
lo fa sapere. Due cose sono invece sicure: primo, egli ha provato a conseguire il PhD a Yale e, secondo, non c’è
riuscito.
Tornerò sui master e sulla biografia di Mario Monti, ma per ora fatevi
raccontare. Orbene, dovete sapere che non appena fu elevato al rango di
presidente del consiglio e presentò il pacchetto fiscale che tutti – ahinoi –
conosciamo, la cosa fece talmente scalpore che risuonò oltreoceano, fino al
dipartimento di economia di Yale. Il cui professore di Macroeconomia (W.
Nordhaus) all’esame scritto finale di Economics
122 (che è un corso per matricole) tenutosi il 12 dicembre 2011,
inserisce tra le altre, la seguente domanda: «In Italia, il nuovo primo
ministro, Mario Monti (che è stato per qualche tempo studente qui a Yale), ha
imposto un nuovo pacchetto fiscale. [Segue, in breve, in cosa consiste il
pacchetto]. Spiegate com’è che, se si assume – semplicisticamente e
irrealisticamente – che il pacchetto non avrà alcun effetto sul Pil, allora
esso migliorerebbe il rapporto debito/pil di quel Paese».
Il rapporto debito/pil è una cosa facile da capire e lo potete
calcolare anche per voi stessi. Fate il rapporto tra tutti i vostri debiti
(rata dell’auto, del mutuo di casa, etc.) e quanto producete: se quel rapporto
è uguale a 1 (o del 100%) allora producete tanto quanto per onorare i debiti.
Insomma, più quel rapporto è maggiore del 100% tanto peggio siete messi. Sia
chiaro: è solo un indicatore come tanti, e da sé dice poco. Ad esempio, nel
2011 quel rapporto fu oltre il 200% per il Giappone e meno del 160% per la
Grecia, ma la cronaca economica tra i due Paesi è stata ben differente. Un po’
come la temperatura del vostro corpo, un indicatore e basta: se misurate 36
state probabilmente bene, ma non è detto; e se misurate 38 un problema c’è, ma
potrebbe essere irrilevante e passeggero.
Ad ogni buon conto, Mario Monti decise che quel rapporto doveva
abbassarlo e, avanzando l’ipotesi – che gli studenti di economia a Yale
imparano sin dal primo anno essere un’ipotesi «semplicistica e irrealistica» –
che il suo pacchetto fiscale non avesse alcun impatto sul Pil, ci ha
tartassati. Hanno ragione le matricole di Yale o il prof. della Bocconi? Vanno
bocciati gli studenti o il professor Monti? I fatti (fonte Eurostat): il
rapporto debito/Pil italiano era 119.9 nel terzo trimestre del 2011 e 127.3 nel
terzo trimestre 2012. Monti è bocciato da Yale.
Ma chi è Mario Monti? Nel sito del governo italiano ci sono i curricula
di tutti i ministri e ognuno si preoccupa di farci sapere chi è, cosa ha fatto
nella vita, quali traguardi ha raggiunto, quali riconoscimenti o apprezzamenti
ha avuto da altri. Un atto
dovuto, rispettoso del Paese che si sta governando. Non volevo credere ai miei
occhi quando ho letto il curriculum di Mario Monti nel sito del governo italiano.
Ecco qua: «Sono nato nel 1943 a Varese e nel 2011 sono stato nominato senatore
a vita». Punto. Vi prego, leggete e verificate voi stessi. Se pensate di
votarlo, sappiate che il mio portinaio ha più titoli di lui per fare il
presidente del consiglio: è nato a Varese, è nato dopo (cioè è più giovane), e
non soffre della sgradevole posizione di essere candidato in un parlamento ove
vi è stato nominato a vita.
Infine c’è l’abbaglio del master americano. Consentitemi di spiegarvi
cos’è un master americano. Dopo gli studi superiori, i giovani americani vanno
all’università – al college dicono loro – ove studiano per 4 anni, alla
fine dei quali conseguono quel che si chiama bachelor, ed è un titolo generico. Chi continua gli studi
per essere qualcosa di specifico (matematico, chimico, ingegnere, economista,
etc.) s’iscrive alla cosiddetta Graduate
school, che in media dura 5 anni. Nei primi anni due si frequentano
corsi e si sostengono esami tostissimi: si studia di giorno e di notte, senza
sosta. Gli ultimi 3 anni sono ancora più tosti: sono occupati in attività di
ricerca fino a produrre risultati originali e alla fine dei quali, e se
risultati originali sono stati ottenuti, si consegue il PhD, l’unico titolo che
dà il diritto di fregiarsi dell’appellativo di dottore. Tipicamente, un quarto di chi è entrato molla dopo
2 anni, o perché non regge lo stress o semplicemente perché non all’altezza: a
costoro l’università dà il titolo di master. Per farla breve, un master
americano altro non è che un PhD fallito. Solo un provinciale come Oscar
Giannino poteva vantarsi di cotanto titolo.
Ad esempio, il ministro Passera è un master americano, mentre il
ministro Grilli è un vero PhD. E Mario Monti? Lui non ci fa la cortesia di
dirci chi veramente è, e cosa abbia veramente fatto. Io so solo due cose. Una è
che se a Yale è stato solo un anno, allora ha mollato ancora prima di
accumulare i titoli per essere gratificato financo del master. La seconda è che
quando ho chiesto ad un fidato amico, direttore del dipartimento di economia di
una importante università americana, quale fosse stato il contributo di Mario
Monti all’economia, egli mi ha risposto: zero. Non sono un economista e non
sono in grado di valutare, ma deve essere vero: fosse stato diversamente, una
persona normale l’avrebbe scritto nel curriculum da far conoscere al popolo che
governa e che egli deve considerare, evidentemente, troppo indegno per essere
informato.
Franco Battaglia
24 febbraio 2013
Tecnologia
Da anni tutti i governi che
si sono succeduti hanno proclamato l’intenzione di avvalersi delle nuove
tecnologie informatiche per semplificare e rendere sempre più rapide le
procedure burocratiche ed amministrative. L’intenzione è non soltanto assolutamente
lodevole ed apprezzabile, soprattutto considerando i notevolissimi livelli
raggiunti da tali tecnologie, ma potrebbe costituire un primo passo in vista di
una sostanziale e da sempre invocata riduzione dei costi dell’amministrazione
pubblica. E, se possiamo permetterci un’espressione molto comune, è proprio qui
che casca l’asino. Quale funzionario pubblico si darebbe da fare per
ridimensionare l’amministrazione di cui egli stesso fa parte a vita?
Non possiamo negare che
alcuni passi sono stati compiuti, anche se sono consentiti dubbi sulla loro
logica e sulla loro funzionalità. Per esempio, com’è noto, da quest’anno le
iscrizioni alle scuole di ogni ordine dovranno essere fatte solo ed
esclusivamente per via informatica. Nessuna preoccupazione per chi non è dotato
di computer o non è collegato ad internet: si arrangi! Lo stesso si dica per
quanto riguarda gli andamenti scolastici: si progetta di comunicare tutto,
voti, pagelle, vari provvedimenti, solo in rete. Chi non ci sta, peggio per
lui.
Se il ministero della
pubblica istruzione sembra all’avanguardia nello sfruttamento delle nuove
tecnologie, esso non è l’unico organismo che se ne occupa. Magari accade che i
sistemi usati da enti che dovrebbero comunicare continuamente e facilmente fra
di loro non sono compatibili, e quindi non possono parlarsi, ma che volete,
nessuno è perfetto, tanto più che nell’assegnare l’incarico di informatizzare
determinati enti o servizi non si possono certo dimenticare gli amici…
Per quanto riguarda poi la
possibilità di risparmi, tanto importanti in questi momenti di austerità, val
la pena di citare un paio di esempi. I pensionati debbono dimostrare
annualmente – come del resto è ovvio, dati certi episodi ampiamente illustrati
dalle cronache – la propria esistenza in vita. Naturalmente non si è pensato ad
una ricerca per via informatica presso le anagrafi, gli uffici AIRE (anagrafe
italiani residenti all’estero), od i consolati. Per tutti i pensionati
residenti all’estero si esige un’autocertificazione, da far convalidare
dall’autorità consolare competente: tutto questo con scambio di materiale
cartaceo.
Secondo i dati INPS, i
pensionati residenti all’estero sarebbero 380.000. E qui facciamo un paio di
conti. Per lo stato, ammesso che tra spese di spedizione, materiale vario,
tempo impiegato sia al centro che presso i consolati si possa ipotizzare un
costo di 50 euro per pratica (sembra molto modesto), si arriva ad un totale di
quasi venti milioni di euro. Molto peggio va per i cittadini, che oltre alle
spese di spedizione dovranno sobbarcarsi il costo della trasferta al consolato
competente, spesso distante qualche centinaio di chilometri, e di ore o
giornate di lavoro. Certamente un costo molto superiore a quello ipotizzato per
lo stato.
Un altro esempio è
costituito dalla richiesta di un certificato antimafia per partecipare ad
appalti pubblici: sempre tutto cartaceo, autocertificazioni (sulla cui
veridicità è lecito più di qualche dubbio), richieste del certificato alle
prefetture competenti (con possibilità di falsificazioni) e simili burocratici
esercizi. Non sarebbe molto più semplice, sicuro ed economico che l’ente
appaltante colloquiasse direttamente con la prefettura competente, eliminando
ogni manipolazione di documenti cartacei?
Mille altri esempi si
potrebbero citare. Evidentemente anche in questo caso ciò che maggiormente
interessa ai politici ed alla burocrazia tutta intera è il poter proclamare la
propria ansia di modernità e di efficienza. In realtà si tende solo a
perpetuare il proprio potere, per piccolo che sia, ed a garantire la propria
sopravvivenza. E che i cittadini si arrangino, obbediscano, paghino e tacciano.
Tutto questo proprio mentre
un istrione, soprattutto grazie alla rete, riuscirà probabilmente ad essere il
terzo classificato alle prossime elezioni.
Il Bertoldo
22 febbraio 2013
Quebec: Polizia della lingua francese denuncia ristorante italiano perche'..."troppo italiano"
Una notizia che ha fatto il giro del mondo.
I burocrati del OQLF (Office Quebecois de la Langue Francaise) sono dei trogloditi.
Pizza, pasta, pesto devono essere tradotti in francese. Le Pizza', le pasta', la pesto'....
21 febbraio 2013
Nuova canzone partigiana
Una mattina
Mi son svegliato
Monti ciao, Monti ciao, Monti ciao
ciao ciao
Una mattina
Mi son svegliato
E ho trovato il Professor.
O italiano
Mandalo via
Monti ciao, Monti ciao Monti ciao
ciao ciao
O italiano,
mandalo via
ci farà tutti morir.
Grazie alla Merkel
Ed Equitalia,
Monti ciao, Monti ciao, Monti ciao
ciao ciao
Grazie alla Merkel
Ed Equitalia,
tutt’Italia va a fallir.
Noi cercheremo
Di farne a meno
Monti ciao, Monti ciao, Monti ciao
ciao ciao
Noi cercheremo
Di farne a meno
Perché noi vogliam fiorir.
Il Bertoldo
Il Bertoldo
Chicche techniche
I
nostri politici sono certamente da sempre degli specialisti di battute
assolutamente straordinarie. Ma da qualche tempo a loro si è aggiunto un
austero personaggio, (per la serietà con cui dice cose enormi ricorda Buster
Keaton) che non proviene dalla professione politica, è un “tecnico”, che però è
soprattutto uno specialista delle scalate carrieristiche, tanto che lui stesso
ha dichiarato di non poter “scendere” (in politica…) ma di “salire”. Le sue
boutades, del tutto scollegate dalla realtà, che farebbero l’invidia di
qualunque comico specialista del paradosso, sono innumerevoli. Vogliamo
ricordarne qualcuna particolarmente spassosa.
Com’è
noto, nel “salire” in politica, senza peraltro sporcarsi con la partecipazione
personale ai ludi cartacei, come li chiamava il non compianto Benito, ha cercato degli alleati e li ha trovati
negli onorevoli (?) Casini e Fini, in Parlamento da una trentina di anni. Ha
quindi trionfalmente annunciato che “il mio movimento rappresenta il nuovo!”.
Bella battuta, senza dubbio.
Sempre
il nostro accademico ha un ritornello costante: ho salvato l’Europa e
l’Italia dal baratro. Con il mio
intervento ora i conti del paese sono in ordine, e grazie a ciò che ho fatto
ora lo spread è di nuovo a livelli tollerabili. I mirabili risultati della sua
cura, com’è noto sono: cento miliardi di debito in più, maggiori tasse
soffocanti, disoccupazione su del 25%, centinaia di migliaia di aziende
fallite, PIL in picchiata. Se l’aumento del debito pubblico ed il soffocamento
dell’economia hanno prodotto il dimezzamento dello spread, perché non ha
ulteriormente aumentato il debito? Forse
ora avremmo uno spread negativo per la Germania. Non c’è dubbio che la
concezione di corretta gestione del nostro sia assolutamente originale: saranno
questi i principi che ha insegnato per anni ai suoi allievi?
Recentemente,
di fronte ad una possibile situazione di difficile governabilità dopo le
prossime elezioni, ha dichiarato, con il dovuto sussiego, di essere pronto a
partecipare ad un governo di unità nazionale. Sembra trascurare il fatto che
una grande coalizione vuol dire una temporanea coalizione destra/sinistra, e
l’apporto della miniforza montiana sarebbe del tutto irrilevante, sia che dica
sì sia che dica no. Ricordate la storia della mosca cocchiera?
Altre
mille memorabili battute del Tecnico potrebbero essere ricordate, ma non è
proprio il caso di esagerare: ognuno ne può citare a iosa.
Grazie
all’intervento del Presidente Napolitano l’esimio professore ha ottenuto di
“salire” su uno scranno senatoriale, naturalmente a vita, dato che lui, da
quello scranno, non accetterebbe mai di ”scendere”. Se ciò non fosse accaduto,
data la sua propensione al paradosso ed allo stravolgimento umoristico della
realtà, un posto a Zelig – naturalmente a vita – non glielo toglierebbe
nessuno. Anche così avrebbe potuto salire: sul palcoscenico.
Il Bertoldo
Propaganda sinistra
Dal sito della Repubica....
Un aggressore armato di colore nel manifesto elettorale della lega.
E vai con l'articolo fazioso e provocatorio.
Questo pero' non bisogna farlo sapere. I leghisti, si sa, sono tutti razzisti.
Iwobi Chike, assessore ai servizi sociali a Spirano, comune in provincia di Bergamo. Vive li da trent’anni e parla fluentemente dialetto bergamasco. E’ candidato in regione Lombardia.
Un aggressore armato di colore nel manifesto elettorale della lega.
E vai con l'articolo fazioso e provocatorio.
Questo pero' non bisogna farlo sapere. I leghisti, si sa, sono tutti razzisti.
Iwobi Chike, assessore ai servizi sociali a Spirano, comune in provincia di Bergamo. Vive li da trent’anni e parla fluentemente dialetto bergamasco. E’ candidato in regione Lombardia.
La pensionata di Ingroia
“Magari è solo un caso di clamorosa somiglianza, magari è solo un’immagine preparata da un elettore di Rivoluzione Civile, e quindi prendiamo la cosa con le molle, in attesa di ulteriori conferme. Ma stando a quanto rivela “Lol-marketing”, sembra che Ingroia abbia fatto un po’ di confusione con uno dei suoi manifesti elettorali, in quel di Ferrara.
Quella che vedete nella foto sopra non è “Pia, pensionata”, italiana, critica con il governo Monti, bensì Pia Merete Kjærsgaard, nata a Copenhagen, politica, e fondatrice di un importante partito di estrema destra, i popolari danesi.”
Già trovo patetico questo modo comunicativo (usato e abusato, in particolare dal Pd ma ovviamente non disdegnato anche dall’uomo che adotta un cane e poi lo abbandona alla buovette del Senato). Ma limitarsi a googolare “Pia AND pensionata” per trovare una foto da mettere sui manifesti elettorali dimostra tutta la superficialità di chi, invece, si atteggia persona seria e attenta. Ma una Deborah qualunque, casalinga, che davvero votasse Ingloria non la trovavano?
Credo che il responsabile dovrebbe fare i bagaji, oppure è un genio e, facendo breccia con sta poera Pia, ci Pia tutti per il culo.
(Via FalceMartello)
Elezioni 2013 circoscrizioni estere: Les jeux sont faits
Oggi 21 febbraio 2013 alle ore 16, scade il termine per la consegna delle schede elettorali ai consolati e ambasciate nel mondo.
Tantissimi gli astenuti.
Anche perche' chi come me ha seguito la campagna elettorale e ascoltato i candidati scelti dai vari partiti, c'era veramente da spararsi, da mettersi le mani nei capelli.
Penoso.
Vediamo se questa circoscrizione, in mano ai sinistri da due legislazioni, e che durante tutta la campagna non hanno fatto altro che ripetere il solito leitmotif "e' colpa di Berlusconi, e' colpa di Berlusconi", cambiera' finalmente direzione.
Tantissimi gli astenuti.
Anche perche' chi come me ha seguito la campagna elettorale e ascoltato i candidati scelti dai vari partiti, c'era veramente da spararsi, da mettersi le mani nei capelli.
Penoso.
Vediamo se questa circoscrizione, in mano ai sinistri da due legislazioni, e che durante tutta la campagna non hanno fatto altro che ripetere il solito leitmotif "e' colpa di Berlusconi, e' colpa di Berlusconi", cambiera' finalmente direzione.
20 febbraio 2013
Sovranita'
Il secondo comma del
primo articolo della Costituzione recita: “La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Cerchiamo di
capire come questa sovranità venga esercitata e quali limiti, non previsti
dalla Costituzione, essa incontri.
Non essendo
possibile che tutto il popolo, direttamente, gestisca il paese, la sovranità
popolare si esercita attraverso periodiche elezioni, a livello nazionale e
locale, mediante le quali i cittadini delegano i propri rappresentanti. A
livello nazionale i rappresentanti del popolo sovrano sono 945, suddivisi fra
630 deputati e 315 senatori. Ai 315 senatori si aggiungono almeno cinque
senatori a vita, non eletti ma nominati direttamente dal Presidente della
Repubblica.
E qui ci scontriamo
con la prima eccezione al dettato costituzionale. Infatti si sono dati numerosi
casi in cui alcune leggi o provvedimenti di fonte governativa, e persiano la
fiducia ad un governo siano stati approvati solo grazie al voto favorevole di
questi senatori che non sono affatto espressione della volontà popolare.
Addirittura assistiamo attualmente al curioso fenomeno di uno di questi
senatori nominati e non eletti che si presenta come candidato premier, a capo
di una coalizione di partiti, senza peraltro accettare di sottoporsi al vaglio
del popolo “sovrano”: straordinario esempio di accettazione del metodo
democratico e di attaccamento allo spirito ed alla lettera della Costituzione.
Al Parlamento spetta
il potere legislativo: senza il consenso del Parlamento, nei suoi due rami,
nessuna legge può essere promulgata. Allo stesso Parlamento spettano poi altri
due poteri molto importanti: la nomina del Presidente della Repubblica e la
concessione della fiducia al governo, che esercita il potere esecutivo.
Possiamo quindi affermare che i poteri del Presidente della Repubblica sono
poteri che derivano in certo qual modo indirettamente dalla sovranità popolare.
Al Presidente della Repubblica spetta il compito di nominare il Presidente del
Consiglio ed i ministri, che dovranno ottenere, come si è detto la fiducia dei
due rami del Parlamento. Pertanto si deve concludere che il potere del governo
deriva da quello del Presidente e del Parlamento e non direttamente dal popolo.
In definitiva, sia
il Parlamento che il governo, detentori rispettivamente del potere legislativo
e di quello esecutivo, sono comunque espressione, diretta od indiretta – come
nel caso del governo e, per inciso, anche del Presidente della Repubblica –
della sovranità popolare.
Esiste poi un’altra
funzione fondamentale dello stato, la funzione giurisdizionale. Essa viene
esercitata da un ordine particolare, la magistratura, nominata solo in base a
concorso, totalmente indipendente ed autoreferenziale, evidentemente non
espressione della sovranità popolare, il cui compito è quello di applicare la
legge nei riguardi delle vertenze fra cittadini e soprattutto al fine di
salvaguardare l’ordine pubblico. Com’è evidente essa non ha alcun potere
proprio, né legislativo né esecutivo, ma unicamente il compito di assicurare la
corretta applicazione della legge. Come afferma la stessa Costituzione (art.
101) “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti
soltanto alla legge”.
Purtroppo una
ventina di anni fa la classe politica, sorpresa a commettere atti gravemente
illeciti (stranamente solo i rappresentanti dell’estrema sinistra furono
risparmiati) e quindi trascinata dalla magistratura nelle aule dei tribunali,
credette di fare cosa gradita alla magistratura accettando di essere sottoposta
in qualche modo al potere dei magistrati, addirittura disconoscendo il volere
del popolo, espresso con un referendum, che intendeva sottoporre anche i
magistrati al principio di responsabilità civile.
Quello che ne è
seguito è da anni sotto gli occhi di tutti: una certa parte della magistratura,
molto politicizzata, ha preteso di interpretare le leggi in modo distorto, in
tal modo usurpando il potere specifico del Parlamento. Ed inoltre di influire,
spesso con argomenti speciosi poi rivelatisi del tutto inconsistenti,
sull’esito delle consultazioni popolari, ed ultimamente addirittura pretendendo
di interferire sull’economia del paese (casi ILVA di Taranto, Saipem,
Finmeccanica e simili), incuranti delle conseguenze sociali, pur mantenendo un
occhio di riguardo nei confronti di gravi casi riguardanti esponenti ed imprese
nell’orbita delle sinistre.
In queste
condizioni, si può ancora credere seriamente che il primo e fondamentale
articolo della nostra Costituzione venga rispettato? E che il popolo,
esautorato della propria sovranità, non trovi modo, prima o poi, di uscire da
questa situazione ?
Il Bertoldo
Il Bertoldo
13 febbraio 2013
Il prossimo Papa?
Due i candidati favoriti: Marc Oullet, 66 anni canadese, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, e Peter Turkson, 64 anni, ghanese, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Per le società di scommesse Bet365, Skybet e Betway i due arcivescovi guidano la pista dei papabili con le stesse chances di diventare Pontefice. Oullet e Turkson vengono rispettivamente quotati a 4,00, 4,00 e 4,50. Per i bookmaker Betfred, Sportingbet, Paddypower e Ladbrokes, invece, il cardinale canadese è leggermente favorito su tutti gli altri. Per Betvictor e Stanjames, infine, è Turkson ad avere maggiori chances rispetto agli altri.
L'articolo
Ministro difesa indiano minaccia di annullare contratto Finmeccanica
L'India minaccia di cancellare la commessa per l'acquisto di 12 elicotteri da Finmeccanica se l'inchiesta dimostrera' che il contratto del valore di quasi 750mln di dollari e' stato accompagnato da tangenti. "Se troveremo una qualche prova di corruzione, allora metteremo l'azienda sulla 'lista nera' e cancelleremo anche il contratto", ha detto il ministro della difesa A.K.Antony parlando con i giornalisti a New Delhi. "Non vogliamo agire frettolosamente... ma possiamo ottenere indietro i nostri soldi in qualsiasi momento", ha aggiunto. Il governo indiano ha annunciato martedi' di aver ordinato al Central Bureau of Investigation di indagare sulle notizie di eventuali episodi di corruzione di uomini di governo locali da parte dell'azienda aerospaziale italiano (AGI) .
Test nucleare Corea del Nord: La Cina detiene la chiave
"The problem has always been what China will bear in terms of restricting its protégé and neighbor, as well as whether it will cut back fuel shipments and other trade with North Korea. Moving forward, China really holds the key to what extent the actions will be different this time"
L'articolo
12 febbraio 2013
09 febbraio 2013
Due Pesi
Qualche
giorno fa il Presidente Giorgio Napolitano ha visitato il carcere di San
Vittore a Milano e si è ovviamente indignato per le indecenti condizioni nelle
quali vivono i detenuti. Nelle dichiarazioni rese subito dopo la visita non ha
avuto una sola parola di biasimo per la lentezza con cui la magistratura
conduce le proprie inchieste, dato che poco meno della metà dei detenuti sono,
talvolta da anni, in attesa di giudizio. E pensare che, in base alla sacra
Costituzione, da lui citata per le norme di civiltà che essa detta nei
confronti dei condannati, lui è il Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura e forse una parolina avrebbe il potere di pronunciarla,
apertamente e pubblicamente.
Niente,
invece. Al contrario ha detto che lui sarebbe pronto a sottoscrivere non uno ma
cento provvedimenti di amnistia, per porre fine allo scandalo ed evitare ogni
accusa di inciviltà.
Quasi
contemporaneamente il leader della coalizione di centro destra, Silvio
Berlusconi, ha comunicato di aver inserito nel proprio programma anche un
condono fiscale tombale. Questa proposta ha ricevuto il sostegno del Presidente
della Corte dei Conti, Giampaolino. Immediatamente è scoppiata l’indignata
reazione delle sinistre e dei montiani: a loro avviso non è neppure concepibile
che chi non ha fedelmente adempiuto ai propri doveri fiscali venga assolto, sia
pure pagando un prezzo, definito modico.
E
qui salta immediatamente all’occhio la disparità fra le due posizioni citate.
Massima comprensione per chi, senza motivo o per motivi il più delle volte
abbietti, danneggia più o meno gravemente il suo prossimo (truffe, furti,
rapine, omicidi, maltrattamenti eccetera), perché il poveretto non debba
soffrire. Massimo rigore invece per chi cerca di non versare allo stato tutto
ciò che esso esige, spesso per malizia, talvolta mettendo in atto una specie di
legittima difesa del frutto del proprio lavoro. E, attraverso gravissime pene
pecuniarie, si estende indirettamente la punizione anche a tutti i membri della
famiglia del reprobo, rovinata dalla feroce avidità di uno stato sprecone,
corrotto ed inetto.
Da
questo strabismo salta chiaramente all’occhio la sindrome che affligge tutte le
sinistre: l’individuo non vale nulla, e può essere maltrattato da chiunque,
mentre l’unica cosa sacra è lo stato, cui si deve sottomissione, obbedienza ed
al quale debbono assolutamente essere tributati tutti i sacrifici che esso,
nella sua imperscrutabile saggezza e volontà, esige.
A
rincarare la dose in campo fiscale ci si è messo pure il leader della sinistra
Pierluigi Bersani che ha proposto di equiparare l’elusione all’evasione. Per
chiarezza va ricordato che l’elusione consiste nell’utilizzare mezzi leciti per
ottenere un minor carico di imposte. Per completezza di cronaca, vale la pena di
ricordare che non ci risulta che tale comportamento – ottenuto con mezzi legali
– sia considerato delittuoso in nessun paese civile. L’idea non è nuova e, ove
adottata, si presterebbe ad inedite azioni.
Per
esempio chi, in ragione del proprio reddito elevato (dichiarato) potrebbe
permettersi una Maserati, una Ferrari, o simili auto di lusso acquista invece
una Volkswagen od una Fiat potrebbe essere accusato di elusione, per non aver
accettato di pagare un’IVA molto più alta. E chi, in possesso di un’autovettura,
si ostina ad andare in bicicletta, potrebbe essere accusato di elusione,
perché, evitando di acquistare carburante, avrebbe causato allo stato il danno
conseguente al mancato pagamento delle ingenti tasse che gravano su quei
prodotti.
In
definitiva, in aggiunta al famigerato redditometro che vuole confrontare le
spese dimostrate (o il più spesso solo ipotizzate) con il reddito dichiarato,
al fine di dimostrarne l’inadeguatezza e snidare eventuali evasori, si profila
la possibilità dell’istituzione di uno “spesometro”, al fine di confrontare, al
contrario, le spese dimostrate con il reddito dichiarato, alla ricerca di
eventuali elusori.
L’ultima
perla: mentre il Presidente Napolitano auspica lo svuotamento delle carceri, il
suo ex (?) compagno Bersani propone il carcere per gli evasori.
Tutto
considerato, crediamo si possa affermare che una grande parte dei politici più
in vista del nostro paese soffre di schizofrenia e di una sindrome che potremmo
definire come una mania di persecuzione al contrario.
Il Betoldo
08 febbraio 2013
Parole, parole, parole...
Ci eravamo ripromessi di non seguire più i dibattiti elettorali, che veramente non presentano mai nulla di nuovo. Purtroppo però non è possibile estraniarsi completamente da questa noiosa formalità: non si può leggere un giornale, una rivista, ascoltare la radio o la televisione senza imbattersi in qualche trombone che ripete le stesse cose che sta ripetendo da decenni (in genere si tratta di personaggi che imperversano in politica da decenni e quindi hanno imparato a memoria la stessa lezione). Non è possibile non ricordare il famoso successo di Mina dei primi anni settanta: “Parole, parole, parole, parole, soltanto parole…”.
Tuttavia, in questo fiume di chiacchiere, si possono notare alcune frasi notevoli, non per il loro contenuto, ma per la stupidità, la cafoneria, la contraddittorietà o la gratuita cattiveria. Ne citeremo qualcuna.
Silvio Berlusconi ha affermato che, se vincerà le elezioni, abolirà immediatamente l’IMU sulla prima casa, ed ha promesso di rimborsare ai cittadini la quota versata nel 2012. Il premier dimissionario Mario Monti ha subito dichiarato che la promessa del suo avversario richiamava quanto Achille Lauro prometteva a chi lo votava: un pacco di pasta o simili doni. Si tratterebbe quindi di un voto di scambio. Dall’alto della sua cultura ha dimenticato (solo una svista?) che, a differenza delle promesse di Lauro, l’eventuale rimborso spetterà a tutti i cittadini, anche a chi non avrà votato il centro destra, quindi anche a quei non numerosi cittadini che avranno votato la Lista Monti.
Si tratterebbe dunque, secondo il Nostro, di "un tentativo di rendere appetibile il voto a un certo partito promettendo la riduzione o il rimborso delle tasse pagate, senza grande attenzione agli equilibri finanziari". In altre parole, non ci sarebbero i soldi per mantenere la promessa (circa 4 miliardi) senza squilibrare i conti pubblici. Ma non era stato proprio lui ad affermare che, una volta alla guida del paese, avrebbe effettuato tagli di imposte per una trentina di miliardi? E comunque ci sarebbe sempre la possibilità di chiedere un finanziamento di pari importo al Monte dei Paschi.
Questa – secondo il Professore - è la prima volta che, in modo scientifico, si comprano voti degli italiani con i soldi che gli italiani stessi hanno dovuto versare per tappare i buchi di bilancio creati da chi aveva lasciato quei buchi governando per 8 negli ultimi 10 anni, cioè da Berlusconi stesso. Tralasciando il fatto che, malgrado l’inaudita sventagliata di tasse imposte dai cosiddetti tecnici, durante il loro governo il debito pubblico è aumentato, anziché diminuire (e quindi i “buchi” non sono stati tappati ma semmai ampliati), l’emerito Accademico non sembra ricordare che di “restituzione” e non di “regalo” si tratta, ed in realtà si rendono i quattrini solo a chi li aveva versati, “ingiustamente” secondo Berlusconi.
E’ una interpretazione nuova quella di Monti secondo cui restituire soldi a chi li aveva pagati senza motivo sia un regalo a spese della collettività. Sarà forse per questo motivo che è tanto difficile ottenere il rimborso quando si è creditori nei confronti dello Stato, per forniture o per imposte pagate in più? E’ tutto da dimostrare che il Monti sia un grande economista, ma è certo che le questioni di diritto non sembrano essere il suo forte.
Siamo sempre al solito ritornello, “Parole, parole, parole…”, ma per lo meno seguiamo il vecchio ammonimento: “Prima di parlare, pensaci dieci volte e poi sta’ zitto!”.
Il Bertoldo
Tuttavia, in questo fiume di chiacchiere, si possono notare alcune frasi notevoli, non per il loro contenuto, ma per la stupidità, la cafoneria, la contraddittorietà o la gratuita cattiveria. Ne citeremo qualcuna.
Silvio Berlusconi ha affermato che, se vincerà le elezioni, abolirà immediatamente l’IMU sulla prima casa, ed ha promesso di rimborsare ai cittadini la quota versata nel 2012. Il premier dimissionario Mario Monti ha subito dichiarato che la promessa del suo avversario richiamava quanto Achille Lauro prometteva a chi lo votava: un pacco di pasta o simili doni. Si tratterebbe quindi di un voto di scambio. Dall’alto della sua cultura ha dimenticato (solo una svista?) che, a differenza delle promesse di Lauro, l’eventuale rimborso spetterà a tutti i cittadini, anche a chi non avrà votato il centro destra, quindi anche a quei non numerosi cittadini che avranno votato la Lista Monti.
Si tratterebbe dunque, secondo il Nostro, di "un tentativo di rendere appetibile il voto a un certo partito promettendo la riduzione o il rimborso delle tasse pagate, senza grande attenzione agli equilibri finanziari". In altre parole, non ci sarebbero i soldi per mantenere la promessa (circa 4 miliardi) senza squilibrare i conti pubblici. Ma non era stato proprio lui ad affermare che, una volta alla guida del paese, avrebbe effettuato tagli di imposte per una trentina di miliardi? E comunque ci sarebbe sempre la possibilità di chiedere un finanziamento di pari importo al Monte dei Paschi.
Questa – secondo il Professore - è la prima volta che, in modo scientifico, si comprano voti degli italiani con i soldi che gli italiani stessi hanno dovuto versare per tappare i buchi di bilancio creati da chi aveva lasciato quei buchi governando per 8 negli ultimi 10 anni, cioè da Berlusconi stesso. Tralasciando il fatto che, malgrado l’inaudita sventagliata di tasse imposte dai cosiddetti tecnici, durante il loro governo il debito pubblico è aumentato, anziché diminuire (e quindi i “buchi” non sono stati tappati ma semmai ampliati), l’emerito Accademico non sembra ricordare che di “restituzione” e non di “regalo” si tratta, ed in realtà si rendono i quattrini solo a chi li aveva versati, “ingiustamente” secondo Berlusconi.
E’ una interpretazione nuova quella di Monti secondo cui restituire soldi a chi li aveva pagati senza motivo sia un regalo a spese della collettività. Sarà forse per questo motivo che è tanto difficile ottenere il rimborso quando si è creditori nei confronti dello Stato, per forniture o per imposte pagate in più? E’ tutto da dimostrare che il Monti sia un grande economista, ma è certo che le questioni di diritto non sembrano essere il suo forte.
Siamo sempre al solito ritornello, “Parole, parole, parole…”, ma per lo meno seguiamo il vecchio ammonimento: “Prima di parlare, pensaci dieci volte e poi sta’ zitto!”.
Il Bertoldo
Kung Hei Fat Choi - Gong Xi Fa Cai
Ci risiamo.
Inizia il "grande esodo asiatico" per il nuovo anno cinese.
Centinaia di milioni di persone in Cina nonche' quelli della diaspora stanno viaggiando sul continente per riunirsi con le famiglie.
Il 10 febbraio finisce l'anno del Dragone e inizia quello del Serpente.
Un anno "burrascoso" secondo i Feng Shui...
07 febbraio 2013
06 febbraio 2013
Tensione tra Cina e Giappone: Incrociatore giapponese sotto il tiro di navi militari cinesi.
Accrescono le tensioni sulle isole contese fra i due Paesi. Lo scorso 30 gennaio una nave cinese ha puntato il suo radar contro un incrociatore giapponese.
La notizia
Corea del Nord posta un video delirante: Un missile nucleare distrugge una citta' americana
Il sito Internet nordcoreano Uriminzokkiri,(nostra nazione)gestito dall’agenzia di stampa governativa della Corea del Nord ha pubblicato questo video. le immagini mostrano il sogno di un giovane nordcoreano, che immagina di essere a bordo di un razzo lanciato in orbita, come quello testato con successo lo scorso dicembre. Il sogno continua con un ipotetico attacco agli Stati Uniti, realizzato da una Corea unificata.La parte più inquietante mostra la distruzione di una città americana, con molta probabilità New York. Secondo l’agenzia di news australiana AAP, la scritta che accompagna le immagini della distruzione della città significherebbe: “Da qualche parte negli Stati Uniti aleggiano nuvole nere di fumo… Sembra che il nido della malvagità sia in fiamme”. Il giovane nordcoreano si risveglia convinto che l’attacco mostrato nel video possa divenire realtà: “Nonostante tutti i tentativi da parte degli imperialisti di isolarci e reprimerci.. nessuno sarà mai in grado di fermare il nostro popolo che marcia verso la vittoria finale”.
Elezioni politiche 2013: lista candidati Circoscrizione Estero – Ripartizione Africa Asia Oceania Antartide . Per chi votare?
la lista dei candidati nella Circoscrizione Estero – Ripartizione Africa Asia Oceania Antartide (AAOA):
IL POPOLO DELLA LIBERTA’
Camera: Sharon Nizza (Israele) e Teresa Restifa (Australia)
Senato: Ivano Ercole (Australia) e Salvatore Cristaudi (Sud Africa)
MOVIMENTO 5 STELLE
Camera: Omar Bassalti (Singapore) e Francesco Pecorari (Hong Kong)
Senato: Andrea Tosatto (Emirati Arabi) e Ermenegildo Pin (Australia)
PARTITO DEMOCRATICO
Camera: Marco Fedi (Australia) e Giuliano Giacovazzi (Sud Africa)
Senato: Francesco Giacobbe (Australia) e Silvia Finzi (Tunisia)
CON MONTI PER L’ITALIA
Camera: Theodoro Mauro Spiniello (Australia) e Maurizio Aloisi (Australia)
Senato: Nicola Carè (Australia) e Giuseppe (detto Joe) Cossari (Australia)
Ascoltare le interviste dei candidati su Rete Italia e' da piangere. Ripetono tutti la stessa cosa.
La riacquisizione della cittadinanza italiana, per la sanatoria degli indebiti INPS, il rafforzamento dei servizi consolari, il rinnovamento di strumenti politici e istituzionali, il miglioramento della legge per il voto all’estero, le scuole italiane all'estero, i centri di cultura, la riforma dei Comites e del CGIE, bla bla bla bla.
Basta! Nun Te Regghe Piu'
La sinistra ripropone Marco Fedi. Ancora? Ma dico sono due legislature che quel buffone ci prende per i fondelli. Vabbe' che gli elettori di sinistra hanno il vento al posto del cervello. Ma qui si esagera.
Gli unici che secondo me potrebbero forse finalmente fare una differenza sono per il Senato Ivano Ercole, Direttore di Rete Italia in Australia e per la Camera la giovane Sharon Nizza, assistente dell’On. Fiamma Nirenstein, e giornalista.
Tutti gi altri candidati sono la solita cacofonia di suoni, promesse e fandonie varie e un voto sprecato
05 febbraio 2013
03 febbraio 2013
La vergognosa (e pericolosa) partnership Alitalia-Carpatair
L'incidente di Fiumicino di oggi non e' sorprendente.
Attenzione a volare con la Carpatair .
Il fatto che i dirigenti Alitalia appoggino questa partnership (costa meno), dimostra ancora una volta lo scandalo che e' la nostra compagnia di bandiera...
02 febbraio 2013
Sondaggi
Interessante l'ultimo sondaggio Swg.
Dopo lo scandalo MPS , Berlusconi e' a 5 punti da Bersani (27.8% to 32.8%) e Beppe Grillo batte Mario Monti per il terzo posto (18% vs. 14%).
Un 30% di italiani non ha nessuna intenzione di votare e tra questi i catolici hanno molte piu' probabilita' di non votare (33%) rispetto a non cattolici (18%).
Stesso discorso per persone piu' anziane (45-54) hanno meno probablita' di votare (39%) rispetto al gruppo 18-24 (21%)
Anche le persone a basso reditto hanno meno intenzioni di votare.
Se non sbaglio e' la prima volta che si vota d'inverno e mi domando quanto influenzera' il tempo su queste elezioni...
Dopo lo scandalo MPS , Berlusconi e' a 5 punti da Bersani (27.8% to 32.8%) e Beppe Grillo batte Mario Monti per il terzo posto (18% vs. 14%).
Un 30% di italiani non ha nessuna intenzione di votare e tra questi i catolici hanno molte piu' probabilita' di non votare (33%) rispetto a non cattolici (18%).
Stesso discorso per persone piu' anziane (45-54) hanno meno probablita' di votare (39%) rispetto al gruppo 18-24 (21%)
Anche le persone a basso reditto hanno meno intenzioni di votare.
Se non sbaglio e' la prima volta che si vota d'inverno e mi domando quanto influenzera' il tempo su queste elezioni...
R.I.P. New York Mayor Ed Koch!
I had the chance to meet the Mayor during my many trips to New York in the early eighties.
Great sense of humour, shrewd and as loud as the City he ruled over for 10 years
The type of politician who, regardless of political party label, did what he thought was right!
Sorry to hear he passed away. R.I.P. Mayor!
Slogan
Tutte le campagne
pubblicitarie lanciate al fine di accrescere l’appetibilità di un prodotto o di
un servizio, ed in buona sostanza al fine di aumentare il volume delle vendite,
hanno come leitmotiv uno slogan. Naturalmente, anche quando si tratta di
prodotti simili, si cerca di coniare slogan diversi, per non ingenerare
confusione nei clienti. Se per esempio si deve pubblicizzare un dentifricio,
alcuni metteranno in risalto le proprietà sbiancanti, altri il senso di
freschezza, altri ancora le caratteristiche antibatteriche od anti tartaro, e
così via.
Una campagna elettorale in
definitiva non è altro che una campagna pubblicitaria che i partiti debbono
svolgere periodicamente per legge al fine di aumentare i propri ricavi, ossia i
propri seggi in parlamento e tentare di diventare i leader del mercato politico
per la durata di una legislatura. Ci si aspetterebbe quindi che gli slogan
creati per l’occasione siano diversi per ogni partito. Al contrario, e salvo
qualche modesta differenza, sembra che i principali argomenti addotti a
sostegno del proprio “prodotto” siano desolantemente uguali.
Ne citiamo i principali,
comuni a pressoché tutti i partiti: riduzione dell’imposizione fiscale, riforme
(quali? è da sempre un segreto molto ben custodito), sviluppo, nuovi posti di
lavoro, grande attenzione per le famiglie, i pensionati, i giovani e le donne,
ed infine giustizia sociale ed uguaglianza vera fra tutti. Vale la pena
soffermarsi un momento su questi due ultimi punti.
Non è ben chiaro cosa si
intenda per giustizia sociale. E poi, dato che non si è riusciti a far
funzionare decentemente la giustizia senza aggettivi (e ricordiamo che il
concetto di giustizia è sempre molto relativo: ciò che era giustizia per molti
popoli antichi, non lo è affatto per noi; vedi le lapidazioni, la tortura, i
sacrifici umani e simili piacevolezze) come si può pensare che funzioni la
giustizia sociale, qualunque cosa essa sia?
E veniamo all’uguaglianza.
Si tratta di un concetto molto importante, e ne esistono due definizioni. Il
principio liberale per il quale tutti debbono godere degli stessi punti di
partenza: da qui in poi ognuno svilupperà le proprie occasioni secondo le
proprie capacità. In definitiva si tratta di far partire tutti dallo stesso
punto, e di lì in poi vige un criterio meritocratico, come si usa dire. E’ lo
stesso principio in vigore in tutte le attività sportive: la linea di partenza
è la stessa per tutti, all’arrivo giungerà primo il migliore. Salvo
naturalmente l’uso del doping, che nella vita comune si chiama spintarella o
raccomandazione.
Per quanto invece si riesce
a capire, le ideologie di sinistra vorrebbero che tutti avessero lo stesso
punto di arrivo (salvo ovviamente i propri amici). Sarebbe come se in una gara
sportiva il sistema prevedesse che tutti debbano arrivare insieme al traguardo,
tutti primi e nessun secondo o peggio. L’idea a noi pare aberrante e tale da
bloccare qualsiasi possibilità di progresso della società. In queste condizioni
chi sarebbe spronato a dare il meglio di se stesso se poi alla fine dovesse
ritrovarsi sullo stesso piano dei pigri, dei meno capaci, dei parassiti?
Se è questa la società che
alcune parti politiche vorrebbero realizzare (dalla regola sarebbero
naturalmente esclusi gli “amici”), bisogna dire chiaramente alle prossime
elezioni che non ci stiamo.
Il Bertoldo
01 febbraio 2013
Spigolature
Tutti abbiamo visto
più volte in azione i cosiddetti maghi, che tanto incantano i bimbi. Il loro
gioco più classico era una volta quello di mostrare un cappello a cilindro
vuoto e, dopo un paio di misteriose frasi e fantasiosi gesti, estrarne un
coniglio vivo, generalmente bianco. Col tempo lo spettacolo si è evoluto, ed
ora compaiono nelle loro mani – mostrate vuote in precedenza – carte da gioco,
foulard, monete e simili.
Però all’ultimo
sviluppo di questo tipo di magia – che più correttamente deve essere definita
“illusionismo” – abbiamo assistito in questi ultimi giorni, e dobbiamo
confessare che siamo rimasti a bocca aperta. Il Professor Monti, che con la ben
nota e disinteressata dedizione ha accettato di tirar fuori l’Italia dai guai, aveva
annunciato, non più di un mese fa, che non c’erano soldi per diminuire il
prelievi fiscale (IMU, accise, irpef, contributi, cuneo fiscale eccetera): le
sue mani erano vuote. Poi, deciso a mettersi in politica a capo di una
coalizione “centrista”, ecco che, hoplà, sono comparsi inopinatamente trenta
miliardi per effettuare le necessarie ed attese riforme fiscali. Vera magia o
semplice illusionismo? Comunque la sua acrobatica abilità merita certamente un
applauso.
o o o o
Dopo più di
trent’anni dal tragico incidente di Ustica la Corte di Cassazione in sede
civile ha stabilito che l’abbattimento dell’aereo fu provocato da un missile,
lanciato non si sa bene da chi, ed ha condannato lo stato a risarcire i parenti
delle vittime per non aver garantito la necessaria sicurezza nei cieli.
Nulla abbiamo da
commentare su una simile sentenza. Pensiamo tuttavia che, se essa verrà assunta
a riferimento giurisprudenziale, potrebbe avere conseguenze inattese in
moltissime circostanze. Per esempio, le vittime di scippi, rapine, stupri,
furti nelle strade avranno diritto di pretendere indennizzi allo stato per non
aver garantito la sicurezza delle strade, peraltro appartenenti allo stato o
comunque ad enti pubblici?
E la storia potrebbe
continuare con la mala sanità, la sicurezza sul mare, l’esercizio di certi
sport (sci e simili), l’affidabilità di certe banche eccetera. Si tratta
veramente di principi innovativi, forieri di grandi ed inimmaginabili sviluppi.
Sempre che non occorrano ogni volta trent’anni per veder riconosciuto il
proprio eventuale diritto.
o o o o
Da qualche tempo, o
meglio da quando la politica di rigore imposta dall’Europa (sempre più Angela)
ed attuata dal Tecnico prestato alla politica ha messo in seria difficoltà i
bilanci di una moltitudine di famiglie, indebitate con le banche (mutui), con
lo stato (IMU e tasse varie), con parenti ed amici, stanno dilagando
dappertutto negozi con l’insegna “Compro Oro, Argento e Gioielli”.
Evidentemente molti italiani cercano di far fronte ai propri impegni non solo
intaccando gli eventuali risparmi di una vita, ma spesso vendendo quei pochi
ninnoli ricordo rimasti da tempi più felici.
Lo Stato no, non può
certo comportarsi come un mortale qualsiasi. Risulta che il totale del
patrimonio dello stato italiano e degli altri innumerevoli enti pubblici
ammonta a svariate centinaia di miliardi solo per quanto riguarda il patrimonio
immobiliare e le partecipazioni in società certamente non strategiche per
l’interesse nazionale, ma solo per la pletora di imbucati politici che su di
esse campano, spesso molto agiatamente.
Per quanto riguarda
poi il patrimonio immobiliare, si tratta in genere di proprietà inutili,
costose nel mantenimento, per lo più dismesse o comunque il cui rendimento è
del tutto insufficiente a compensare le spese di gestione ed il degrado.
Tuttavia in nessun
programma politico è affrontato questo problema: non si parla neppure di cedere
parte di questo ingente patrimonio per destinarne il ricavato alla riduzione
del debito pubblico, con ciò diminuendo l’onere per gli interessi e quindi
tentare di ridurre nella misura del possibile il prelievo fiscale che sta
mettendo in ginocchio l’economia e quindi il benessere dei cittadini e
presentandosi in modo più credibile sui mercati internazionali. Nella migliore
delle ipotesi si parla di fantomatiche privatizzazioni, non ben specificate,
che in altri tempi hanno riguardato i tassisti e simili pericolose categorie.
Non sia mai detto
che lo stato possa comportarsi come la famosa “casalinga di Voghera” e che i
suoi reggitori si abbassino fino a vendere ciò che palesemente non serve. Anzi,
la spinta è al contrario ad acquistare altri beni (per fare un solo esempio,
l’autostrada Milano Serravalle): è noto che sugli acquisti è abbastanza facile
realizzare delle plusvalenze…
Il Bertoldo
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