La cronaca spicciola delle
dichiarazioni e delle azioni pressoché quotidiane del professor Monti si
arricchisce ogni giorno di nuovi elementi. In molte circostanze sembra che non
solo prenda molto sul serio la fama attribuitagli di infallibilità, ma che non
perda occasione di uscire platealmente dal suo ruolo di tecnico chiamato a
riparare un motore in panne – che peraltro lui non sembra assolutamente in
grado di far ripartire – per credersi veramente investito di un potere che il
“popolo sovrano” non gli ha mai affidato. Talvolta poi, involontariamente,
scivola nell’umorismo dell’assurdo.
Citiamo alcuni esempi.
Recentemente ha affermato che il rigore – che lui interpreta sempre dal lato
delle entrate e mai da quello delle spese – costituisce un elemento essenziale
per la ripresa. Per tradurre in parole povere e con un esempio chiaro a tutti,
il Professore crede che, togliendo la benzina dal serbatoio, la vettura andrà
più veloce e più lontano. Se fosse vero,
sarebbe la scoperta del secolo, e la riduzione dei consumi di benzina
consentirebbe l’introduzione di nuove e ben più significative accise. Umorismo
dell’assurdo?
Fin dall’inizio del suo
incarico il Premier ha affermato che il rigore era necessario per rimettere in
sesto la nostra finanza pubblica, rilanciare il paese e soddisfare le esigenze
manifestate dalla UE (in realtà quelle manifestate fra un sorrisino di
compatimento e l’altro dal premiato duo Merkel-Sarkozy). Finora si è visto il
rigore, ma non la ripresa. Soprattutto sconcerta il fatto che il nostro rigore,
causa di sofferenze, disoccupazione e lutti, sia servito a versare ben
trentacinque miliardi per il salvataggio della Grecia e in definitiva per
limitare le perdite delle banche tedesche molto impegnate sui titoli greci. Il
Professore ritiene veramente di essere stato chiamato al suo incarico per fare
gli interessi della Germania? Se così fosse, perché il Presidente Napolitano
non ha conferito l’incarico direttamente ad un portaborse della Cancelliera:
forse per motivi linguistici?
Recentemente alcuni
esponenti del PDL hanno proposto che chi è in credito nei confronti dello stato
per forniture di beni o servizi possa compensare le tasse a vario titolo dovute
con il proprio credito. Apriti cielo: il Professore ha severamente stigmatizzato
la proposta come un incitamento all’evasione fiscale. Evidentemente, con tutta
la sua scienza economica, non gli hanno ancora spiegato il concetto di
compensazione fra debiti e crediti. Oppure, accettando la sua impostazione,
dobbiamo giustamente ritenere che lo Stato, con le sue inadempienze, sia un
soggetto che si sottrae maliziosamente ed illegalmente ai propri obblighi?
Altra boutade degna di
nota: dovendo decidere dove ridurre la spesa pubblica, il governo dei tecnici
ha deciso di nominare ben tre “tecnici” per cercare di risolvere il problema.
La democrazia è stata commissariata, ed i commissari hanno deciso di farsi
commissariare loro stessi: una nuova ed inedita versione della “catena di
Sant’Antonio?
Ultima citazione (se ne
potrebbero fare molte altre, ma alla fine il discorso verrebbe a noia): il
Professor Monti, in risposta a chi chiedeva il rientro dei nostri militari in
“missione di pace”, ha recentemente dichiarato che noi resteremo in Afghanistan
anche dopo il 2014, per assicurare l’addestramento delle forze di sicurezza e
militari locali. Domanda: come si permette di fare dichiarazioni che impegnano
in un settore così delicato il nostro paese oltre il 2014, se la sua missione,
strettamente legata alle contingenze attuali di crisi, avrà termine esattamente
fra meno di dodici mesi? Ha forse ricevuto da qualcuno che preferisce restare
anonimo l’incarico di restare in politica attiva anche dopo la fine del suo
mandato, al fine di portare a termine il compito di ridurre l’Italia al rango
di colonia?
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