Uno dei chiodi fissi delle
sinistre e movimenti assimilati è da moltissimo tempo come escludere dalla vita
politica italiana Silvio Berlusconi. Visto che non sono praticamente mai
riusciti in modo convincente a batterlo attraverso le normali elezioni, ed anzi
il “nemico” si è dimostrato capace di incredibili recuperi anche quando
sembrava ormai spacciato, da tempo si cerca di eliminarlo per via giudiziaria.
Il procedimento sembra perfettamente il linea con l’appellativo “democratico”
che figura nella sigla del partito, evidente riferimento al concetto di
democrazia utilizzato in molti paesi “diversamente democratici”: “Repubblica
Democratica Tedesca”, “Repubblica Democratica del Congo” e simili.
Tuttavia, malgrado
l’imponente numero di procedimenti penali cui il nostro è stato sottoposto,
finora sono state emesse a suo carico solo un paio di condanne, in primo grado,
riferite od al motivo tanto caro alle sinistre “non poteva non sapere” (di
solito valido solo per gli avversari) oppure a questioni di moralità privata
senza alcuna rilevanza penale effettiva.
Pensa e ripensa si è quindi
escogitato un altro marchingegno per eliminare dalla vita politica l’odiato
avversario: stabilirne l’ineleggibilità in base ad una legge di oltre
cinquant’anni fa. L’idea è parsa subito molto attraente e numerosi sono coloro
che pensano di avere così trovato la quadratura del cerchio. Ma a nostro avviso
si tratta solo di una speranza. Ammesso che il Parlamento decreti che Silvio
Berlusconi è ineleggibile non per ciò dovrà astenersi dallo svolgere attività
politica. Abbiamo già un esempio estremamente significativo: Beppe Grillo, che
non aspira affatto ad essere eletto, è riuscito in non molto tempo ad ottenere
un evidente successo alle elezioni politiche, classificandosi come il primo
partito italiano.
In definitiva si può
tranquillamente affermare che il proporre l’ineleggibilità di Berlusconi, che
non è certo che possa venire approvata, non potrà eliminarlo dalla vita
politica: quello che conta, per vincere in politica, è il carisma e non c’è
dubbio che il carisma del leader del PDL sia alquanto superiore a quello di
Bersani, Rosy Bindi, D’Alema e compagni messi assieme.
Il Bertoldo
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