Durante il mio ultimo soggiorno in america latina ho potuto constatare alcuni "trends" allarmanti.
Chavez, con la sua retorica populista e anti-americana, manipolato da Fidel Castro ma sopratutto grazie ai milliardi di dollari ricavati dalla vendita del petrolio, e' riuscito ad imporsi come il nuovo Bolivar del continente. Dopo la vittoria del populista Morales in Bolivia, Vazquez in Uruguay e anche se piu' moderati, Lula in Brasile e Bachelet in Chile, sarebbe forse ora di prestare piu' attenzione a quello che potrebbe diventare il nuovo Fidel Castro latino americano con tutte le conseguenze pericolose che questo potrebbe avere per il futuro di quel continente.
Propongo un ottimo articolo di Edoardo Pacelli e piu' sotto, 1 video importante intitolato "Amenaza de Venezuela" che spiega la politica e la strategia di destabilizazione di Hugo Chavez.
E' Chavez il vero erede di Fidel
di Edoardo Pacelli - 12 agosto 2006
Truccata come una turista francese, il volto coperto da uno spesso strato di cipria, con un vistoso basco Chanel sulla testa, una cubana riuscì, negli anni Settanta, a fuggire dall'isola del paradiso comunista e dalle grinfie di un padre autoritario: «Sono riuscita a scappare solo grazie al fatto di richiamare l'attenzione», confessò la signora, allora quarantenne, concludendo la propria biografia. Si trattava di Alina Castro, figlia di Fidel. Il libro biografico dal titolo Alina, la figlia ribelle di Fidel Castro è del 1977, ma torna oggi d'attualità, ora che a Cuba ci si avvia verso una fase di transizione del potere. Il giudizio di Alina sul regime sanguinario creato dal padre è lapidario e dovrebbe essere tenuto presente da tutti: «Il grande problema di questo Paese è che varie generazioni si sono impegnate per la conquista di un sogno, ma sono riuscite a raggiungere, appena, un incubo e non vogliono riconoscerlo». Il libro di Alina Fernandez Revuelta non è, come potrebbe sembrare, un regolamento di conti tra una figlia e l'autoritarismo del padre. Sottilmente, con molta ironia, l'autrice riesce a descrivere, a lato delle afflizioni e sconfitte esistenziali, la realtà politica, economica e sociale che ha fatto del popolo cubano la vittima di un mostro, che ha provocato un grave stato di miseria fisica e morale.
Oggi l'avanzata del nuovo castrismo, che si presenta sotto la forma del falso populismo di Chavez, si sta impadronendo di una disorientata America Latina. Questa avanzata ha visto, come prima tappa, l'ingresso di Cuba nel Mercosur, che era un tempo di Lula e Kirchner, ma che oggi è sempre più terreno di caccia dell'uomo di Caracas. La fine di Castro si sta avvicinando e non si può fare a meno di immaginare che il leader cubano non abbia già pensato alla sua successione. Fidel, come a suo tempo fece Stalin, aveva già provveduto a far fuori i suoi possibili successori, come Camillo Cienfuegos e Arnaldo Ochoa, personaggi dotati di notevole carisma che Raul Castro certamente non possiede. Ma il vero successore di Fidel, colui che ne può raccogliere l'eredità politica, abita nel Palazzo Miraflores, a Caracas, e risponde al nome di Hugo Rafael Chavez Frias. Chavez potrebbe essere il nuovo Fidel.
Senza fare fantapolitica, possiamo azzardare che il prossimo passo, nella regione caraibica, sarà quello di creare una federazione o confederazione tra Cuba e Venezuela - ipotesi già considerata e menzionata dai due leader, Castro e Chavez. La nuova entità politica potrebbe assumere, così, il nome di Repubblica Socialista Bolivariana, con un pronto riconoscimento da parte dell'ONU. Il problema della successione sarebbe così risolto. In tal modo Cuba non rimarrebbe per un certo periodo acefala, mentre il nuovo capo non dipenderebbe dagli aiuti di nessuno, essendo «seduto» su un trono costituito da miliardi di barili di petrolio, con Forze Armate ben equipaggiate ed il popolo sotto il suo controllo. Terminerebbe così il sogno del presidente brasiliano Lula, quello cioè di diventare il caudillo sudamericano.
Nel 2004 il sociologo comunista Heinz Dieterich, padrino spirituale di Fidel e Chavez, spiegava che l'idea di creare una Grande Patria, sognata da Bolivar, sarebbe stata possibile solo se si fosse creato un blocco tra tutti i Paesi di ispirazione socialista o comunista dell'America Latina (Cuba, Venezuela, Brasile, Argentina, Bolivia, Cile, Uruguay, Paraguay, Perù e Equador), che seguisse i progetti e le azioni coordinate da un unico leader, per il cui ruolo fu designato Chavez. Si formulò, così, il progetto del Blocco Regionale, attraverso il quale sono state unificate le Forze Armate di tutti questi Paesi per far fronte al nemico esterno - evidentemente gli Stati Uniti. A Chavez si riconosce il merito di essere stato il primo ad agire in favore di un processo di integrazione irreversibile latino-americana, nella quale gli accordi commerciali di tipo neo-liberali rappresentano una prima tappa, necessaria in quanto accettabile dalla comunità internazionale. Da parte loro, le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane, in un messaggio indirizzato al recente Congresso del Partito Comunista Venezuelano, svoltosi a Caracas, mettono in risalto la nuova onda rivoluzionaria che si sta sollevando in tutta l'America Latina. A sua volta, il candidato messicano recentemente sconfitto alle elezioni, lo chavista Lopez Obrador, minaccia di destabilizzare il Paese attraverso azioni radicali ed estremamente energiche.
Se queste minacce dovessero sortire effetto, a breve termine c'è il rischio di trovare una situazione nella quale l'unione geopolitica tra Cuba, Venezuela e Messico significherebbe il controllo di tutte le risorse energetiche caraibiche, in grado di dominare tutti gli altri Paesi del Centro America. La «toccante» visita di Castro alla casa natale di Che Guevara, in Argentina, assume così una evidente connotazione politica e simbolica: il Che era il secondo eroe della rivoluzione cubana senza essere cubano, così come Chavez.
Amenaza de Venezuela 1
Amenaza de Venezuela 2
Amenaza de Venezuela 3
Amenaza de Venezuela 4
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