30 gennaio 2013

Saliscendi


Molta curiosità ha suscitato tempo fa l’affermazione del professor Mario Monti che intendeva “salire “ in politica, anziché “scendere” nell’arena, com’è uso comune dichiarare. Ci si domandava, da parte di tutti, se tale espressione non fosse una forma di snobismo: il Professore, in quanto uomo nuovo e al di sopra delle parti, forse non intendeva essere confuso con la massa degli “incapaci” (come lui stesso aveva definito i politici di mestiere), appunto coloro che “scendono“ in campo, ed ha usato un’espressione che lo contraddistinguesse.
Noi crediamo che le cose stiano in effetti in un modo molto diverso. L’espressione “salire” rispecchia fedelmente la qualità particolare che lo distingue. In tutta la sua vita è stato un “arrampicatore sociale” e non si vede perché, nel raggiungere il punto più alto della sua carriera (almeno per il momento), non avrebbe dovuto impiegare  un’espressione diversa da quella usata.
D’altra parte, proprio poiché si tratta di persona che “sale” e non “scende”, l’esimio Professore ritiene assolutamente normale che i suoi giudizi sugli altri, che sono “scesi” in politica e quindi sono collocati tanto più in basso di lui, siano giusti, corretti ed assolutamente inevitabili. Quindi quotidianamente critica, anche aspramente, i suoi avversari, o quelli che lui ritiene tali, spesso smentendo se stesso o semplicemente mentendo (nel suo caso riteniamo che non di menzogne, ma di ingegnose verità si tratti).
E tutto ciò benché sappia perfettamente che, dato l’esito quanto meno modesto che otterranno nelle prossime elezioni le liste a lui apparentate – lui non poteva, per ragioni di prestigio, scendere fino a farsi giudicare, attraverso le elezioni, dalla plebe ignorante – se vorrà risalire sul tram governativo, dovrà accettare di unirsi a chi avrà ottenuto più voti e che oggi critica senza remore.
Tuttavia il Professore, che esercita ampiamente il suo diritto di critica, è assolutamente allergico alle critiche degli altri. Sebbene egli stesso abbia dichiarato, nel suo programma, che occorre rivedere le leggi sull’IMU, sul lavoro eccetera, guai a chi si permette di rinfacciargli le sue decisioni relative proprio a quelle leggi ed a tutta le gestione del suo ministero.
In definitiva sembra che, memore dei suoi giovanili anni, egli abbia assunto a proprio motto il titolo di una canzone portata al successo negli anni sessanta da Caterina Caselli: “Nessuno mi può giudicare”…
 Il Bertoldo

28 gennaio 2013

Incredibile video: Turchia, aereo colpito da fulmine. Passeggero filma il motore in fiamme

L'aereo un Airbus A321 della Turkish e' stato colpito da un fulmine che ha provocato un incendio. Nessun ferito. Incredibile notare la calma dei passeggeri....
Checché ne dicano i mass media



E un video ripreso dal suolo

Capire l' Euro


Consideriamo una qualunque azienda che produca e venda sul mercato un determinato bene. Per sopravvivere occorre che il totale dei costi di produzione venga per lo meno coperto dai ricavi provenienti dalle vendite, ai prezzi e nelle quantità coerenti con le necessità aziendali. Se i ricavi coprono esattamente i costi il bilancio dell’azienda sarà evidentemente in pareggio; se i ricavi eccedono i costi, l’azienda registrerà un utile, che potrà essere distribuito ai soci, oppure servire a rimborsare eventuali debiti, o infine investito per ampliare le possibilità produttive o commerciali.
Se invece i ricavi non sono sufficienti a coprire i costi, l’azienda dovrà registrare una perdita, che potrà essere coperta in vari modi: ristrutturando l’organizzazione al fine di ridurre i costi e migliorare la produttività, oppure facendo appello ai soci perché coprano le perdite o infine ricorrendo all’indebitamento presso le banche. E’ evidente che, continuando le gestioni passive, diventerà sempre più difficile ottenere immissioni di nuovi capitali dai soci o ulteriore credito dalle banche. Pertanto ai gestori non resteranno che due soluzioni: o riorganizzare a fondo  l’azienda in modo da ridarle la competitività perduta oppure rassegnarsi a cessare l’attività. Non esiste alcun altro modo per sopravvivere in queste condizioni.
Completamente diverso è il caso di uno stato che disponga della piena sovranità, compresa quella in campo monetario. Posto che, al contrario di quanto suggerisce il buonsenso, gli stati usano innanzi tutto stabilire quanto intendono o vogliono spendere e solo poi cercano i mezzi necessari per farvi fronte, è evidente che normalmente essi presentano dei deficit di bilancio e sono obbligati a fare ricorso al credito. Tutti i debiti prima o poi, come sanno da sempre anche i cittadini e le aziende, debbono essere rimborsati.
Lo stato sovrano normalmente ricorre al rinnovo del debito oppure all’emissione (vulgo stampa) di nuova moneta. Ciò provoca evidentemente una maggiore o minore inflazione, che se da un lato comporta sacrifici per la popolazione, dall’altro consente di rimborsare i debiti con moneta svalutata. Senza contare naturalmente che periodicamente si realizzano anche svalutazioni ufficiali, che accelerano il processo di svilimento del debito. I creditori si proteggono esigendo interessi più elevati, ma complessivamente, proprio grazie all’inflazione in atto, l’incidenza del debito sul PIL diventa meno pesante. Infatti il PIL, per effetto dell’inflazione, cresce nominalmente più di quanto cresca in termini reali, mentre il debito mantiene il suo valore nominale. E quindi l’allegra gestione può continuare all’infinito.
Quando però uno stato decide di rinunciare alla propria sovranità monetaria ed adotta una moneta sulla quale non ha alcun potere decisionale, com’è il caso dei paesi che hanno aderito all’eurozona, adottando come moneta comune l’Euro, le cose cambiano radicalmente. Lo stato viene a trovarsi in una condizione simile a quella dell’azienda cui abbiamo accennato all’inizio. Non avendo la possibilità di coprire autonomamente i propri debiti ricorrendo all’emissione di nuova moneta, e non potendo – per impossibilità giuridica – giungere alla liquidazione finale con la conseguente propria scomparsa, esso dovrà gestirsi come farebbe qualsiasi azienda: riorganizzandosi in modo da rendere compatibili i propri costi con le possibili entrate. Viene così a mancare la possibilità di fare il passo più lungo della gamba.
Purtroppo tutti i governanti italiani (e non solo) siano essi politici di professione od accademici (tanto per citarne qualcuno a caso, i professori Romano Prodi, Mario Monti e Vincenzo Visco) non hanno voluto o potuto rinunciare alle lusinghe (in termini elettorali) della finanza allegra, e, senza tenere conto – o forse senza averne capito a fondo la reale portata – della situazione completamente diversa sul piano finanziario, hanno continuato come se nulla fosse ad accumulare deficit di bilancio e quindi ad aumentare il debito complessivo, la cui incidenza sul PIL non può più essere truccata né il suo valore surrettiziamente ridotto in termini reali ricorrendo all’inflazione. O addirittura a svalutazioni ufficiali ed unilaterali.
Divenendo in tal modo sempre più difficile il ricorso a prestatori terzi, si è ricorsi alla cosiddetta politica del rigore, prelevando fiscalmente quote crescenti del prodotto nazionale ed innescando in tal modo una spirale di decrescita che trascina inevitabilmente il paese alla recessione ed alla crisi, rendendo in tal modo ancor più difficile il reperimento di fondi attraverso il prelievo fiscale. Naturalmente non hanno capito, o hanno fatto finta di non capire, che il rigore imposto dall’appartenenza ad un sistema monetario con moneta unica doveva intendersi nei confronti della gestione dello stato e non nei confronti delle tasche dei cittadini, esattamente come il rigore imposto dalle circostanze ad un’azienda deficitaria non può essere attuato aumentando sconsideratamente i prezzi dei beni prodotti. Ed è proprio quello che ha fatto il governo dei “tecnici”, aumentando a pioggia il prelievo fiscale.
Peraltro queste conseguenze erano state previste – senza che i responsabili del governo, di qualunque colore politico, se ne siano mai dati pensiero – dal Trattato di Maastricht, istitutivo dell’Euro, che prevedeva vari ovvii principi fondamentali sul livello dell’indebitamento totale, sulle dimensioni dell’eventuale disavanzo di bilancio, sul livello dell’inflazione, sull’andamento dei tassi di interesse, tutte disposizioni totalmente disattese.
E le conseguenze non solo si vedono ma si stanno pagando sulla pelle di tutti. Tuttavia non un cenno viene fatto da alcun contendente alle prossime elezioni  in merito alla necessità di una profonda e radicale riorganizzazione dello stato con riduzione drastica degli sprechi, dei costi, delle malversazioni e degli ingiustificati privilegi di cui godono spudoratamente alcuni a spese di molti altri.
 Il Bertoldo

Horror....


231 pessoas mortas em incêndio em boate de Santa Maria

Ufficialmente aperta la stagione venatoria



Mussolini ha fatto cose buone 
Ed e' verissimo. Certo, il Cavaliere avrebbe potuto stare un po' piu' attento, forse dirlo in un'altra occasione. Non mi sembra il  momento fosse opportuno....
E come al solito da' alla sinistra ipocrita le cartucce per sparare.
E insabbiare lo scandalo MPS...


25 gennaio 2013

Episodi


In una precedente occasione ci siamo ripromessi di lasciar perdere le sofisticate analisi dei programmi elettorali, che sofisticati non sono di certo, e che ormai sono sempre uguali da decenni e per tutte le tendenze, e di rilevare invece qualche episodio degno di commento e talvolta di una buona risata.
Il Financial Times – ritenuto ufficialmente molto autorevole quando parla male del centro destra e soprattutto di Berlusconi – si è permesso di pubblicare un articolo dal titolo molto chiaro: “Monti non è adatto (unfit) a guidare l’Italia”, nel quale richiama le gravi conseguenze dell’eccessivo rigore imposto al paese ed assegna a Mario Draghi il merito di aver riportato a livelli più sopportabili lo spread.
Naturalmente il Professore ha immediatamente risposto rivendicando a sé – molto modestamente com’è suo sobrio costume – il merito di aver salvato l’Italia dal baratro in cui stava precipitando e con ciò anche tutta l’eurozona. A noi questa affermazione ricorda invece certi film d’avventure. L’Italia era al bordo del baratro, Monti le ha dato la giusta spintarella ed ora la poveretta è angosciosamente attaccata a qualche cespuglio nella speranza che qualcuno la tiri fuori dai guai. Affermare di aver rimesso in ordine il paese ci sembra quanto meno un po’ esagerato, viste le cifre e le previsioni recentemente pubblicate da Bankitalia e riprese anche dal Fondo Monetario.
Altro divertente episodio si è avuto quando il Presidente del Consiglio – uscente – ha affermato, nel corso della sua campagna elettorale, che non si può lasciare che il paese sia governato da “incapaci”. Su questa affermazione possiamo evidentemente essere tutti d’accordo; quello che stupisce è che un simile principio assomigli troppo ad un consiglio: “non votate il mio raggruppamento”. Infatti, a parte i severi giudizi emessi dalla Banca d’Italia, da organismi internazionali ed ultimamente anche dal Financial Times, come si può giudicare “capace” un gruppo che unisce Fini, Casini ed altri personaggi simili, oltre naturalmente al sullodato cattedratico i cui risultati sono noti? E poi, se vuole solo persone capaci, come mai non ha candidato nessuno dei suoi ex ministri?
Il Professore continua a ripetere che il rigore che ha messo in difficoltà gli italiani va assolutamente corretto ed anche le infime riforme tentate non vanno bene, D’altra parte afferma che tutto ciò fu esplicitamente richiesto dall’Europa: non sapevamo che, oltre al nome Angela, la Merkel si chiamasse anche Europa.
Per dimostrare una volta ancora quanto egli sia aperto a qualunque critica, il Professore ha partecipato qualche giorno fa ad una trasmissione televisiva, Ballarò, ove abitualmente vengono messi faccia a faccia esponenti di diverse opinioni politiche. Nella prima parte si è avuto il solito dibattito, cui peraltro non era presente il Presidente del Consiglio. Quando è stato il suo turno, tutti gli altri invitati sono stati fatti uscire, in modo che il Professore non fosse disturbato da eventuali domande o contestazioni, che come è noto non gli sono particolarmente graditi.
D’altra parte è ben nota a tutti la sua viscerale intolleranza nei confronti del volgo, formato da stupidi ed incapaci, a tal punto che, per evitare di sottoporsi, attraverso un regolare confronto elettorale, ha preferito darsi alla politica attiva, ma dalla sua posizione di non eletto, di nominato. Del resto tutto questo rende comprensibile la sua ammirazione per l’Unione Europea, organizzazione esclusivamente burocratica da nessun popolo votata e che impone la propria volontà indiscussa a tutti gli stati membri senza alcun controllo democratico. In mancanza di meglio, l’emerito Accademico si adegua ai diktat di una Cancelliera, eletta sì, ma non dal popolo italiano, al quale suona come una beffa l’articolo 1 della Costituzione che gli attribuisce la sovranità.
 Il Bertoldo

I finanziamenti di Giuseppe Mussari ai Ds-Pd di Siena. 700 mila euro in nove anni


L'articolo

Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo



Sull’Italia sta per scatenarsi l’inferno, ma nessuno lo dice chiaro e tondo: sia i politici che i grandi media non hanno ancora spiegato cosa significano, in concreto, il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio. Tagli sanguinosi: 40 miliardi di euro all’anno, per vent’anni. Traduce Luciano Gallino: vuol dire ridurre in miseria due o tre generazioni di italiani....

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Idea

E se lasciassimo Corona in Portogallo e Monti a Davos ? Cominciamo a toglierci dai coglioni due farabutti...

24 gennaio 2013

Enorme orso sorprende operatori durante un photoshoot pubblicitario.

L'Italia che muore



Sono centinaia le aziende come queste che devono chiudere per via della vergognosa politica  del Professore tecnico.
Pensare che le banche in Italia hanno ricevuto 175 miliardi di Euro in aiuti, soldi che invece di essere investiti  nelle attivita' industriali e operative del paese, sono invece stati investiti in prodotti finanziari.
E mentre le aziende chiudono, e l'Italia muore lentamente, il Professore Monti e i suoi Ministri, tutti azionisti nelle banche, si mettono i soldi in tasca.


Come governerà Bersani? Guardate Montepaschi

Bersani è contro il «falso in bilancio». Il suo compagno banchiere Mussari ha sicuramente commesso un falso in bilancio. Non ha nulla da dire, Bersani? Sennò si potrebbe pensare che è contro il falso in bilancio, ma solo se lo fanno gli amici e compari di Berlusconi.
Bersani è contro coloro che si fanno fondi neri all’estero. Ha un giudizio da dare sulle operazioni Montepaschi del compagno Mussari, note da anni? Sarebbe bene saperlo, per sapere come Bersani ci governerà. Continua a ripetere che vuole «tracciabilità totale»: i 200 euro che paghi in nero all’idraulico, per esempio. Ma la tracciabilità delle operazioni Montepaschi, quelle no?

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(Via da zombi hunta...)

La "LEGO" accusata di razzismo



Dai Turchi per il suo nuovo prodotto "Guerre Stellari".
Secondo loro, il palazzo di Jabba sarebbe una copia della moschea di Santa Sofia (che poi moschea non e' piu', ma un museo....) ma per questi trogloditi e' irrelevante...
La notizia

Lista degli “impresentabili” del Pd che sono stati candidati senza problemi

CATERINA ROMEO (Senato, Piemonte) condannata a 1 anno e 4 mesi per violazione della legge elettorale.
GIOVANNI LOLLI (Senato, Abruzzo) rinviato a giudizio con l’accusa di favoreggiamento, prescritto.
NICODEMO OLIVERIO (Camera, Calabria) imputato per bancarotta fraudolenta.
FRANCANTONIO GENOVESE (Camera, Sicilia) indagato per abuso d’ufficio.
ROSARIA CAPACCHIONE (Senato, Campania) sotto processo per calunnie nei confronti di un sottufficiale della Guardia di Finanza, che aveva legittimamente fatto arrestare il marito di lei.
BRUNO ASTORRI (Senato, Lazio) indagato per concorso in abuso d’ufficio con tutto l’ufficio di presidenza nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi d’oro. Ma ci sono anche i tanti paracadutati, candidati solo perché “amici degli amici”
LUIGI MENCONI (Senato, Sardegna) marito di Bianca Berlinguer, dir. TG3.
MARIETTA TIDEI (Camera, Lazio) figlia di Pietro Tidei, sindaco PD di Civitavecchia.
DANIELA CARDINALE (Camera, Sicilia) figlia dell’ ex ministro Salvatore Cardinale.
SIMONE VALIENTE (Camera, Campania) figlio del deputato PD Antonio Valiente.
CAMILLA SGAMBIATO (Camera, Campania) moglie del capogruppo PD Giuseppe Stellato
ALESSANDRO EMILIANO (Camera, Puglia) fratello di Michele Emiliano, sindaco PD di Bari.

Ricapitolando: di là è uno schifo, di qua meno schifo, quindi si può giustificare…

 (Via Falcemartello)

23 gennaio 2013


Andare o non andare a votare?

Ed eccoci ad una nuova  tornata elettorale.
Ma questa volta e' diverso. Lo spirito del '94 e' morto.
Invece soffia adesso il vento dell'antipolitica e  molti italiani  all'estero avvertono un  forte disagio nei confronti della classe politica. Una rabbia interiore che spingera' molti a disertare le urne.
Il  PDL qui  avrebbe avuto ottime possibilita' di aggiudicarsi i due seggi (Nella IV Circoscrizione estera verranno eletti due parlamentari, uno alla Camera e l’altro al Senato) se avesse presentato candidati idonei di grande levatura .
Se avesse ascoltato chi conosce la zona e chi proponeva candidati che avrebbero' veramente potuto emozionare e fare la differenza dai soliti cialtroni.
Invece come al solito, all'ultimo secondo,  i feudatari del PDL  sono riusciti ad imporre i loro nomi, tutte persone impresentabili, impossibile da fare eleggere e  che non prenderanno un voto.
Ancora una volta il PDL ha perso un'occasione unica, una grossa opportunita' per colpa dei soliti politici di professione che vedono i vari territori come feudi per i loro interessi personali.
E' francamente desolante e vergognoso.

Monti megalomane e narcisista


Il modo in cui ha replicato al Financial Times la dice lunga.
Ma chi si crede di essere questo narcisista che parla di se' in terza persona?

Monti is not the right man to lead Italy

The financial crisis has faded in Italy but the economic crisis has been growing. There has hardly been a day without news of the credit crunch worsening, and a fall in employment, consumption, production and business confidence. Once again, a European government has misjudged the predictable impact of austerity. Having shown almost no growth for a decade, the Italian economy is lingering in a long and deep recession.
Like the other countries on the eurozone’s southern rim, Italy faces three options. The first is to stay in the euro and take on alone the burden of full adjustment. By this I mean both economic adjustment, in terms of unit labour costs and inflation; and fiscal adjustment. The second is to stay in the eurozone, contingent on shared adjustment between creditor and debtor nations. The third is to leave the euro. Successive Italian governments have tried a fourth option – stay in the euro, focus on short-term fiscal adjustment only and wait.
Since we know from economic history how such episodes end, option four will ultimately lead us back to options one, two or three. My favourite would have been the second: make euro membership conditional on symmetrical adjustment. But Mario Monti, Italy’s prime minister, did not stand up to Angela Merkel. He did not tell the German chancellor that his country’s continued engagement with the single currency would have to depend on a proper banking union with full resolution and deposit insurance capacity; a eurozone bond; and more expansionist economic policies by Berlin. In his interview with the Financial Times last week, Mariano Rajoy, the Spanish prime minister, demanded symmetrical adjustment – again, rather late, since Germany is already planning an austerity budget for 2014. In view of all political decisions already taken, the option of symmetrical adjustment is slowly receding.
So where does this leave Italy ahead of next month’s elections? As prime minister, Mr Monti promised reform and ended up raising taxes. His government tried to introduce modest structural reforms but they were watered down to macroeconomic insignificance. Having started as a leader of a technical government, he has emerged as a tough, political operator. His narrative has been that he saved Italy from the brink, or rather from Silvio Berlusconi, his predecessor. A fall in bond yields has played into this narrative, but most Italians know they owe this to another Mario – Draghi, president of the European Central Bank.
On the left, Pier Luigi Bersani, general secretary of the Partito Democratico, has supported austerity but has recently been trying to distance himself from those policies. He has also been more hesitant on structural reforms. His main campaign themes are a wealth tax, the fight against tax evasion, money laundering and gay rights. He says he wants Italy to stay in the eurozone. There is a marginal chance he will be more successful in standing up to Ms Merkel because he is in a better position to team up with François Hollande, the French president and a fellow Socialist.
On the right, the alliance of Mr Berlusconi and the Northern League has been behind in the polls but is making advances. So far, the former prime minister has had a good campaign. He has delivered an anti-austerity message that has struck a chord with a disillusioned electorate. He also keeps criticising Germany for its reluctance to accept a eurozone bond and to allow the ECB to buy Italian bonds unconditionally.
You could interpret this as an option-two stance: insist on symmetrical adjustment or get out. We know Mr Berlusconi only too well, however. He was a prime minister for long enough to have shaped such a debate much earlier. To become credible, he must produce a clear strategy that maps out the choices in detail. All we have now are television soundbites.
Judging from the latest opinion polls, the most likely election result is gridlock, perhaps in the form of a Bersani-Monti coalition of the centre-left, possibly with a centre-right majority in the Italian senate, where different voting rules apply. This would leave everyone, more or less, in charge. Nobody would have the power to implement a policy. Everybody would have the right to veto one.
If that were the case, Italy would continue to muddle through, pretending it had opted to remain in the euro but without creating the conditions to make membership sustainable. In the meantime, I would expect an anti-euro political consensus to emerge that would probably either win an outright majority in subsequent elections or trigger a political crisis with ultimately the same effect.
As for Mr Monti, my best guess is that history will accord him a role similar to that played by Heinrich Brüning, Germany’s chancellor from 1930 to 1932. He, too, was part of a prevailing establishment consensus that there was no alternative to austerity.
Italy still has a few choices open. But it has to make them.

Copyright The Financial Times Limited 2013.

Fermiamo il declino



Could not agree more with Mr. Giannino

22 gennaio 2013

"Classe" politica?

Berlusconi pifferaio, Monti mascalzone, Bersani Gargamella. A un mese dalle elezioni è una campagna piena di insulti.
L'elenco è lungo e i bersagli non si contano più.
Così, Silvio Berlusconi è lo "psiconano", "un uomo di 74 anni senza prostata", uno che è "sotto azoto da 10 anni", "testa asfaltata".
Bersani è Gargamella", il mago cattivo che vuole catturare i puffi, o, a scelta, uno "zombie" o "un fallito".
Roberto Maroni è «un barbaro sognante, infatti sogna sempre di prenderci per il culo».
Matteo Renzi si becca un "ebetino di Firenze",
Nichi Vendola un "supercazzolaro", un "buco senza ciambella".
I parlamentari, infine, non sono altro che "larve ben pagate" e quindi, l'esortazione, conseguenziale, di Grillo agli onorevoli non può che essere "andatevene, facce di m...".

L'articolo

Altro che  "classe". Welcome to Italy, paese di incivili.

21 gennaio 2013

Elezioni 2013: Tutti i partiti


Francamente, da  Repubblica bananiera.
D'altronde questi parassiti devono pure mangiare...

Sinistra: Rivoluzione Civile, Italia dei Valori, Partito di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, i Verdi, Partito Democratico, Sinistra ecologia e liberta', Nuovo Partito Centro Democratico.

Centro: Scelta Civica, UdC, Futuro e Libertà.

Destra: PdL, Lega Nord, Fratelli d'Italia, Grande Sud,
 MpA, La destra di Storace.

Movimento 5 stelle

Fare per Fermare il Declino

Votate La Trippa (al sugo) che e' meglio...


Oggi e' il giorno piu' deprimente dell'anno



21 gennaio e' un Blue Monday secondo il Daily Mail.

Il pensiero dominante



La campagna elettorale, sia pure in forma ufficiosa, è ormai iniziata e tutti i leader dei vari partiti, coalizioni, movimenti e formazioni varie si stanno dando un gran daffare per cercare di arraffare qualche voto. Interviste a giornali, comparsate varie in televisione, messaggi su Twitter, Facebook ed eventuali altri “social networks” sono ormai all’ordine del giorno, non sempre con l’atteso successo.
Da questi  primi assaggi va detto sinceramente che, malgrado tutti si proclamino esponenti del “nuovo” (anche se sono in politica da venti o trent’anni, qualcuno addirittura da quaranta) di nuovo finora non si è visto nulla o ben poco. I programmi sono gli stessi da decenni, anche se qualcuno, in vena di novità, si compiace di definire il proprio con il termine “agenda”: meno tasse, grande interesse per i giovani, le donne, la famiglia, riforme (quali?), aggiornamento della Costituzione, più lavoro, più progresso economico, più solidarietà e socialità, far pagare ai ricchi la colpa di avere quattrini, anche se onestamente e regolarmente accumulati.
Le uniche novità, annunciate dalla sinistra, riguardano le unioni gay e l’adottabilità di bambini da parte di queste e la concessione della cittadinanza ai nati da genitori stranieri in Italia, abolendo lo “jus sanguinis” per sostituirlo con lo “jus soli”. Per quanto riguarda quest’ultima proposta gli autori dimenticano che lo jus soli è tipico dei paesi che necessitano di incrementare l’immigrazione, cosa che non sembra essere l’esigenza primaria del nostro paese, che diverrebbe meta preferita di innumerevoli torme di donne incinte extracomunitarie.
Comunque nulla di veramente nuovo sotto il sole, ed è inutile perdere tempo a commentare i libri delle sempreverdi promesse, mai mantenute. Ciò che invece può divertire sono alcune uscite infelici o semplicemente comiche dei protagonisti dello show.
Il professor Mario Monti ha dichiarato in una intervista che il pensiero che occupa di più la sua mente è lo “spread”. Questa affermazione suscita in noi un dubbio. Si tratta forse del pensiero del suo nipotino, che come ha spiritosamente (?) precisato in una precedente occasione è così soprannominato dai suoi compagni? Oppure si riferisce ad un altro spread, quello che in tutti i sondaggi separa la sua variopinta compagine dal suo principale avversario dichiarato, il centro destra? Se questa è la vera sua preoccupazione, con i poteri taumaturgici di cui spesso si è vantato e che hanno così significativamente ridotto l’altro spread (cosa c’entra l’altro Mario, quello di Francoforte?) non dovrebbe aver problemi non solo a ridurlo, ma addirittura ad azzerarlo e ad invertirne il segno.
Un altro bizzarro elemento sta animando il panorama elettorale. Il Presidente Fini, di cui è noto l’attaccamento alla parola data, la fedeltà all’opinione dei cittadini che l’hanno eletto, la sincerità disarmante in ogni occasione, politica od immobiliare che sia, esige da coloro che verranno candidati nelle sue liste l’impegno scritto a lasciare l’incarico qualora dovessero decidere, una volta eletti, di cambiare casacca. A prescindere da ogni considerazione d’altro genere, stupisce che il Presidente della Camera pensi di far sottoscrivere ai propri eventuali parlamentari un impegno in contrasto con la Costituzione vigente, che libera da ogni vincolo di mandato gli eletti.
Altri gustosi episodi non mancheranno, e cercheremo di annotarli, tralasciando i barbosi discorsi preelettorali che assomigliano troppo a certi programmi televisivi che ripropongono continuamente certi vecchi film, spesso non particolarmente degni di essere rivisti.

Il Bertoldo

Times Square

Dall'alto....


Sydney record di caldo: 46.5 gradi



Strewth mate!


Modesti errori


La Banca d’Italia ha recentemente reso pubbliche le sue previsioni sull’andamento dell’economia italiana per l’anno appena iniziato. Non si tratta di previsioni molto  lusinghiere: il PIL dovrebbe diminuire di un altro 1%, la disoccupazione potrebbe raggiungere il 12%, contro l’8,5% a fine novembre 2011, aumenteranno le aziende che saranno costrette a chiudere i battente od a dislocare le proprie produzioni in paesi meno esosi. Si tratta insomma di una tacita ma energica critica alla conduzione del paese nell’ultimo anno, fatta sulla base della normativa esistente: rebus sic stantibus direbbe un Accademico.
A dare manforte a questa interpretazione abbiamo alcune dichiarazioni, cui peraltro non è stata data molta pubblicità, di Christine Lagarde, Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale, nelle quali, scusandosi per l’errore commesso, conferma la gravità della crisi generale e dichiara che la scelta di adottare un criterio di estremo rigore non è stata una buona scelta ed ha aggravato una situazione già abbastanza compromessa  di suo.
Sempre a caccia di facili consensi, tutte le formazioni politiche, anche quelle che non l’avevano ancora fatto, si sono allineate a tanto autorevoli pareri. La riduzione del prelievo fiscale, la necessità delle necessarie riforme (quali? E’ un segreto molto ben custodito), l’attenuazione del rigore eccessivo, eccetera, sono diventati i cavalli di battaglia di tutti i politici impegnati in campagna elettorale. Anche coloro che avevano votato in Parlamento le severe leggi, persino colui che vedeva la luce in fondo al tunnel e che non la scorge più, si sono allineati.
La giravolta non stupisce affatto: fa parte degli usi e costumi dei politici, specialmente quelli nostrani, che in tal modo hanno dimostrato una volta di più la propria totale inconsistenza, incoerenza e mancanza di serietà. Ma c’è un punto che vale la pena di chiarire, anche se la domanda che faremo è assolutamente retorica e non tale da provocare una qualsiasi risposta.
La Banca d’Italia, l’UE, il Fondo Monetario, la BCE, persino le Associazioni Artigiani, fra cui si distingue quella di Mestre, redigono e pubblicano periodicamente degli studi di previsione dell’andamento dell’economia. Perché nessuna delle forze in campo, che troppo spesso ricevono corposi finanziamenti pubblici, si è neppure sognata di predisporre e presentare un quadro previsionale di come si svilupperebbe l’economia e lo stato del paese qualora venissero attuate le proprie proposte programmatiche? Forse perché sanno che il risultato sarebbe molto deludente. E poi, chi può pretendere da simili personaggi un comportamento serio e coerente e che abbiano il coraggio di dimostrare la fondatezza delle proprie chiacchiere? Neppure i sobri accademici osano cimentarsi in una simile prova.
 Il Bertoldo

18 gennaio 2013

Collodiana


 Tutti da ragazzi abbiamo letto la favola di Pinocchio, che, come tutte le favole, contiene non una ma molte morali e tanti insegnamenti che dovrebbero servire ai giovani lettori, nelle intenzioni dell’autore, ad evitare passi falsi ed a comportarsi nella vita come uomini veri e non come burattini di legno.
Purtroppo non tutti i lettori – e non solo i più sprovveduti – fanno tesoro di questi insegnamenti  e finiscono per incorrere nelle disavventure che colpirono il povero Pinocchio.
Un chiaro esempio di imitatore del burattino di legno lo abbiamo proprio nel nostro paese, e non si tratta di un personaggio qualsiasi. Avvalendosi del fatto che agli uomini non succede che le bugie facciano crescere il naso, ha pensato bene di raccontarne a iosa, nella speranza infondata che qualcuno le scambi per verità. Ci ha quindi raccontato di aver salvato il nostro paese dal disastro, di aver ridotto il debito pubblico, di aver incrementato le esportazioni di un’industria finalmente fiorente, di aver posto le basi per una solida ripresa e simili fanfaluche.
Si è poi ripetuta la storia del gatto e della volpe e dello zecchino sotterrato con lo scopo di farlo crescere e moltiplicare: l’interpretazione dei due astuti lestofanti è stata affidata, nel nostro caso, all’Europa ed alla Signora Merkel. Purtroppo lo zecchino, ossia i vantaggi per la nostra competitività sono finiti altrove.
Poi, sedotto dalle lusinghe del potere, ha dato ascolto al Lucignolo di turno, si è associato a dei cattivi soggetti (Fini e Casini), è finito in quello che lui credeva essere il Paese dei Balocchi (la politica) ed ha fatto la fine dell’asinello. E per soprammercato sta per essere inghiottito dalla balena, interpretata dal PD.
Il sobrio personaggio di cui stiamo parlando ha dimostrato comunque un notevole livello culturale e ancora recentemente ha citato un’altra favola – questa volta, ovviamente, di autore tedesco – ed ha definito il suo principale avversario nella prossima tornata elettorale come “un  pifferaio”, facendo evidentemente riferimento al ben noto Pifferaio di Hamelin, e volendo alludere alla capacità dell’avversario di incantare gli ascoltatori per poi portarli alla rovina. Purtroppo il poveretto non si è reso conto che con la sua “salita” in campo, se altri è un pifferaio, lui stesso si è trasformato in piffero e, almeno per quanto riguarda il numero dei consensi che si raccoglieranno, sarà il Pifferaio che suonerà il Piffero.
La morale di queste riflessioni ci sembra essere che le favole non sono affatto maestre di vita e che prima di citarle od imitarle è bene fare molta attenzione ai passi falsi. E questa regola vale per tutti, anche per i più seriosi e sobri Accademici.
Il Bertoldo

17 gennaio 2013

Giudice indonesiano dichiara che donne "godono" ad essere stuprate

Muhammad Daming Sunusi
Un magistrato sottoposto a colloquio in parlamento per un posto di lavoro alla Corte Suprema ha dichiarato che le donne godono a essere stuprate....

 La notizia

E Google uccide l'asino


Google nega di avere ucciso un asino in Botswana.
In effetti guardando bene si vede che poi  l'asino si rialza e prosegue per la sua strada....
La scena visibile qui.

Ruba un treno e si schianta contro una casa



In Svezia....

Non capisco come si possa "rubare" un treno.....

Cattura tarpone gigante con le mani...

Incredibile.

Bersani a Ballaro’

“La spesa pubblica, al netto di interessi e pensioni, e’ bassa”. Anche la carbonara, al netto di uova e pancetta, e’ pasta in bianco.

Storia di un isola nel Pacifico

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La Marina militare iraniana schierera' navi da guerra nel Mediterraneo



Cosi ha dichiarato il capo della Marina, ammiraglio Habibollah Sayyari.

"La 24esima Flotta di navi da guerra pattugliera' il nord dell'Oceano Indiano, il Golfo di Aden, Bab-el-Mandeb, il Mar Rosso, il Canale di Suez e il Mar Mediterraneo e navighera' fino ai paesi del Sudest asiatico"

16 gennaio 2013

Elezioni


Manca ormai poco più di un mese alla data fissata per la chiamata dei cittadini alle urne, come pomposamente si è soliti definire il giorno delle elezioni (l’election day per i seguaci del Professore, usi alla terminologia anglosassone).
Dobbiamo confessare che, con la classe politica che ci troviamo e con i deplorevoli personaggi che la incarnano, l’espressione citata ci ricorda che – per dirla col poeta – il cittadino  “poca gioia ha dell’urna”…
Da ben otto anni alle elezioni politiche si vota con una legge voluta dall’allora ministro Roberto Calderoli, che fu tanto soddisfatto del proprio lavoro da definirla pubblicamente “una porcata”. Cogliendo al balzo la definizione del suo autore, la legge venne subito ribattezzata “porcellum”. In sostanza la legge conferisce alle segreterie dei partiti di stabilire chi dovrà essere eletto, attraverso la costituzione di liste bloccate che definiscono anche l’ordine di priorità di ciascun candidato. L’unica alea è costituita dal numero di voti che ciascun partito potrà ottenere.
In realtà si tratta di una legge che rende del tutto inutile e addirittura controproducente l’esistenza del Parlamento: in fondo basterebbe fare i conteggi di quale percentuale tocca a ciascun partito, e poi decidere ogni cosa fra i segretari dei partiti, in base ai millesimi di ciascuno come nelle riunioni condominiali. Il risparmio per le casse pubbliche sarebbe gigantesco e cesserebbe il fenomeno della transumanza di parlamentari da un partito all’altro.
Battute a parte, il porcellum è sempre stato deprecato dai partiti (che a suo tempo l’hanno approvato) che ne hanno sempre sottolineato la sostanziale mancanza di democraticità, in quanto agli elettori è sottratto il potere di esprimere le proprie preferenze. L’obiezione sarebbe valida se non fosse che in realtà, anche se al cittadino fosse lasciata la facoltà di scegliere, sempre fra i prescelti dalle segreterie dovrebbe farlo. E per di più grazie a quella disposizione costituzionale che esclude per i parlamentari ogni vincolo di mandato, che gli eletti lo siano per volontà del partito o per volontà degli elettori, nessuna garanzia esiste che essi non tradiscano la fiducia che in essi è stata riposta.
Come si è ricordato il porcellum ha ormai otto anni, i partiti a parole lo aborriscono, auspicano una legge elettorale più “democratica”, ma in realtà, in tutto questo tempo, a parte un profluvio di parole, si sono ben guardati dal modificarlo e dal sostituirlo con una legge più corrispondente a quanto – sempre a parole – essi proclamano in continuazione. In realtà i partiti si trovano benissimo nella situazione attuale, che conferisce loro un potere che non si sarebbero mai sognati di avere e che consente loro di proteggere e perpetuare – in modo assolutamente legale, si badi bene – i privilegi e l’esistenza stessa della decrepita ed inetta “casta”, com’è ormai uso definire la classe politica (ed anche quella burocratica, che con essa attivamente interagisce).
Quando potremo finalmente “aver più gioia dall’urna”?
 Il Bertoldo

Quote of the day

Bersani ieri apriva a Monti. Oggi apre ad Ingroia. E Domattina aprirà pure ai testimoni di Geova.

Google doodle di ghiaccio in onore di Frank Zamboni


Nuovo doodle interattivo oggi sulla homepage di Google, dedicato a Frank Zamboni, in occasione del 112esimo anniversario della nascita dell’inventore italo-americano,  celebre per aver ideato e prodotto la macchina per levigare e ripianare le piste di ghiaccio.

15 gennaio 2013

Programmi



Nell’imminenza delle elezioni tutti i partiti, movimenti, eccetera che intendono presentarsi alle urne hanno naturalmente comunicato agli elettori i propri programmi, o quanto meno delle sintesi di essi. Solo l’esimio accademico prof. Mario Monti, che com’è noto si è distinto da tutti dichiarando di “salire” in politica, non ha presentato un suo programma – troppo volgare – ma un’”agenda”, nella quale peraltro manca qualsiasi riferimento alle date, come in tutte le agende avviene.
Ciò detto non si può non notare una notevolissima uniformità nei programmi – agenda compresa – presentati, tanto che ci si domanda in cosa i vari partiti si differenzino fra di loro, se non per piccoli punti. In fondo si tratta degli stessi programmi che ci vengono ormai proposti da decenni, senza che siano mai stati realizzati, forse per conservarsi la possibilità di ripresentare gli stessi argomenti senza spremersi troppo le meningi (per chi ne dispone).
Per cominciare tutti affermano che è assolutamente indispensabile procedere ad un radicale rinnovo della politica. Forse sarebbe stato meglio se avessero proposto un radicale rinnovamento dei politici, molti dei quali ci affliggono ormai da decenni. Ma evidentemente, con la disoccupazione galoppante, gli esclusi rischierebbero di trovarsi senza lavoro, che del resto non sanno neppure cosa sia.
Un altro obbiettivo comune a tutti i programmi è una seria diminuzione delle imposte, per alcuni limitata ai soli lavoratori, per altri alle famiglie od alle imprese. Nessuno propone la diminuzione delle imposte per chi non fa nulla e vive di rendita, dato che la tassazione dei loro introiti, su base definitiva, è normalmente minore della più bassa delle aliquote IRPEF. Comunque nessuno ha pensato di proporre non una riduzione delle aliquote, ma una riduzione del complessivo prelievo fiscale che com’è noto supera ormai abbondantemente il 50% per i non evasori. Come disse a suo tempo Ronald Reagan, “i contribuenti sono persone che lavorano per lo stato anche senza aver partecipato ad alcun concorso”.
Altro punto comune alla maggior parte dei programmi è la revisione della Costituzione, malgrado si continui a definirla da alcuni “la più bella del mondo”. E’ del resto noto che anche le più belle donne ricorrono talvolta a qualche ritocchino. Da notare comunque che quasi nessuno precisa dove e come debba essere cambiata.
E poi “lotta all’evasione”, “lotta alla corruzione”, “razionalizzazione della burocrazia”,  “riforma della giustizia”, e simili inedite proposte.
Un punto mancante in tutti i programmi è invece qualche indicazione su come e quando si pensa di mettere in atto i buoni propositi: questo argomento è lasciato nel vago, dato che tutti sono pronti a promettere, nessuno ha la minima intenzione di impegnarsi. E nessuno si sogna neppure di precisare che in caso di fallimento nel realizzare quanto proposto è disposto a lasciare il proprio incarico ed a tornarsene a casa.
In alcuni programmi poi emergono delle vere e proprie stranezze. Per esempio la Lega, che candida il proprio segretario Roberto Maroni a governatore della Lombardia, propone di trattenere in Lombardia il 75% delle imposte versate dalla regione. Dato che non è in potere della regione ridurre le aliquote nazionali al fine di alleggerire il carico fiscale e lasciare maggiori disponibilità ai cittadini per favorire la crescita, se la proposta si realizzasse essa si risolverebbe solo in una quota di  maggiori fondi a disposizione della politica regionale per incrementare sperperi e spese inutili.
E per finire il programma di Pannella che, dopo aver chiesto maggior libertà e maggior giustizia, esige un’amnistia per porre fine al vergognoso sovraffollamento delle carceri. Non si sogna neppure di chiedere la messa in funzione delle numerose carceri nuove già costruite e mai utilizzate (i soldi per costruirle si trovano sempre, quelli per farle funzionare non ci sono mai), oppure di sollecitare la magistratura perché decida rapidamente la sorte delle migliaia di detenuti in attesa – infinita – di giudizio. E perché no, l’espulsione di tanti criminali extracomunitari clandestini, come prescriverebbe una legge mai applicata per l’innato buonismo di chi poi si lamenta del dilagare della delinquenza.
Insomma, i programmi politici di chi si batte per essere eletto sono proprio la fiera del “déjà vu”, e tali certamente resteranno anche per tutte le elezioni che seguiranno. Forse un po’ più di serietà, di coerenza e di dignità non sarebbero rifiutati dagli italiani…
Il Bertoldo

Il PDL lancia il "Patto del Parlamentare"


PATTO DEL PARLAMENTARE
Nel candidarmi alle prossime elezioni,
prometto solennemente di:

1. Impegnarmi al servizio del Paese per non più di due legislature, a partire da questa.

2. Votare il dimezzamento degli emolumenti dei parlamentari.

3. Approvare la riforma della Costituzione con il dimezzamento del numero dei parlamentari.

4. Votare una legge che azzeri il finanziamento pubblico ai partiti.

5. Non tradire il mandato degli elettori, passando ad altro gruppo parlamentare.

6. Impegnarmi alla totale trasparenza sulla mia attività e sui miei redditi.


Questo impegno sarà sottoscritto da tutti i candidati del Popolo della Libertà,

Silvio Berlusconi

14 gennaio 2013

Moda "uomo"

Ma per favore...


La Gran Bretagna si prepara alla guerra?


Si intensifica la tensione tra Argentina e Gran Bretagna sulla questione delle Falklands.
La Kirchner alza i toni della retorica per distrarre il popolo dai problemi interni e il governo britannico intensifica la presenza militare nella zona.

Si vis pacem, para bellum.

Deceduto il fondatore di Reddit



R.I.P.

Politici italiani


Bravo Silvio. Anche perche' prima  lì , c'era una grossa merda!

Morire o non morire per l'Euro.



Sarebbe ora di chiarire la cortina di fumo della campagna elettorale di queste pseudo-elezioni e discutere del punto punto chiave, l'unica domanda vera domanda:
To die for the € , or not to die ?
Io seguo Magdi Allam, parlamentare europeo, spirito libero, ex brillante giornalista del Corriere della Sera che ha creato l'unico movimento che pone la domanda fatidica alla quale dobbiamo dare la nostra risposta
(a differenza della conferma che conviene alla maggioranza del mondo politico e mediatico)


“Vi prego, rendetevi conto che Monti non sta lavorando per l’Italia.
Egli è un traditore della nazione. Le brutali misure di austerità che il suo governo tecnocratico sta attuando dovrebbero renderlo perfettamente chiaro. … .
La lotta a cui stiamo assistendo oggi non è una lotta per la sopravvivenza delle banche centrali o dell’euro, ma è una lotta capitale tra i governi sovrani e il sistema oligarchico finanziario che va tutta a beneficio di una piccola élite. Qualunque nazione incapace di controllare la propria moneta non può essere sovrana, e qualunque nazione che non sia sovrana è vulnerabile agli assalti e ai sovvertimenti messi in atto da questa oligarchia.”

Pechino ieri a mezzogiorno














886 microgrammi per metro cubo di aria!! 
Per dare un'idea, la soglia limite e' intorno ai 400-500.



11 gennaio 2013

Unanimita'


Da più di un anno ormai il Professor Mario Monti, chiamato dal presidente Napolitano - su evidente suggerimento della Cancelliera Angela Merkel - a formare un governo tecnico, ci ripete instancabilmente che senza il suo illuminato intervento e senza l'appoggio dell'Europa il nostro paese sarebbe precipitato nel baratro propiziato dalle insane politiche dei governi politici che hanno male amministrato l'Italia da decenni.

La sua ricetta per il risanamento del paese, in linea con le richieste dell'Europa e soprattutto del governo tedesco (innumerevoli sono stati i viaggi del Nostro a Berlino per prendere ordini e farsi assegnare i “compiti a casa”) consisteva essenzialmente in una stretta fiscale senza precedenti, incurante delle conseguenze gravissime che ciò stava avendo per l'economia tutta: recessione, disoccupazione, debito pubblico alle stelle, fallimenti a catena e simili tragedie.

Anche il suo incarico è ormai giunto alla fine, e - contrariamente a quanto aveva più volte dichiarato - il Professore (ormai Senatore a vita) ha deciso che la propria opera era indispensabile per un rinnovo completo del nostro paese e per non privare l'Italia della sua indiscutibile saggezza e sapienza: quindi, pur senza partecipare direttamente alle elezioni, in quanto evidentemente ritiene poco dignitoso sottoporre una propria candidatura al giudizio della plebe incolta e stupida, sponsorizza una partecipazione alle elezioni con delle liste a lui stesso intitolate, capeggiate da alcuni soci particolarmente stimati da tutti: Casini e Fini. 

Proprio in questi giorni in vari ambienti internazionali, primo fra tutti il Fondo Monetario, seguito da molta di quella stampa che normalmente viene ritenuta particolarmente autorevole e da un certo numero di eminenti economisti, fra cui alcuni premi Nobel, è iniziato un profondo esame critico di quanto è stato messo in opera dall'Europa al fine di regolarizzare l'economia, i conti pubblici, e rilanciare lo sviluppo. E l'esame è stato assolutamente impietoso. Si è fatto notare che, di questo passo, l'Europa, e soprattutto i paesi più in crisi, si stanno avvitando in una spirale da cui sarà estremamente difficile uscire.

In sostanza, condanna senza appello delle insensate politiche di rigore, di tassazione esasperata, di non riduzione e razionalizzazione della spesa che, a dire del Professore sarebbero state decise dalla UE e sopportate dall'appoggio del socio "virtuoso" Germania. Al coro di critiche si è unito in questi giorni un cattedratico insigne: il professor Mario Monti, che ha dichiarato pubblicamente, per fare un esempio, che l'IMU, così com'è è molto mal fatta e va riformata, che le tasse devono essere ridotte, che la riforma del lavoro va profondamente rivista, eccetera. Non si è però chiesto chi avesse proposto e fatto approvare simili sconcezze.

E pensare che solo pochi giorni fa aveva affermato di non capire Berlusconi perché un giorno dice una cosa e l'indomani il suo contrario!

La nostra modesta impressione è che il Senatore a vita, che non intende affatto fare il ministro qualunque, ma accetterebbe solamente un incarico di Presidente del Consiglio (noblesse oblige), l’unico al suo livello, si sia reso conto, forse un po' tardi, che la Cancelliera Angela Merkel può sì nominare un premier in Italia - con la collaborazione dell'ex PCI Napolitano - ma non ha, almeno per ora diritto di voto nel nostro paese.

In qualche modo il professore vuole essere sempre in prima fila, persino quando si tratta di criticare quello che il suo governo ha fatto. Ma in realtà il suo motto sembra ricalcare una famosa frase di Cartesio, con qualche modifica: "Tasso, ergo sum". 

E per quanto riguarda un suo nuovo incarico: "Spes ultima dea".

Il Bertoldo

Oscar: Le nomination 2013



Niente di italiano nella lista neanche nella musica. D'altronde quando si presenta un film come Diaz...
Quando  il cinema italiano  ricominciera' ad osare un po' di piu', a sperimentare come lo fecero Fellini, Pasolini, Scola, De Sica, Antonioni, allora potremo ricominciare a sognare...
Until then, mi guardo i film francesi e chiaramente quelli americani...



I politici italiani


Le Figaro: Italia vincente se esce dall'euro

Interessante articolo, che a mio modesto parere andrebbe tradotto.
Nessuno ne parla seriamente.

La notizia

09 gennaio 2013

E mo' come me lo magno?


Tragedia Los Roques

Tutti i dettagli su questo sito.

Il pilota aveva 75 anni e l'aereo costruito negli anni 60....

Ricomincia lo scandalo del voto all'estero

Ricomincia la "lotteria" delle elezioni all'estero.
Per chi votare? Il sei febbraio gli italiani all’estero riceveranno dai loro consolati e ambasciate le schede elettorali per eleggere 18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori) che dovrebbero rappresentarli al Parlamento italiano.
Che fine faranno le schede elettorali tra il sei e il ventuno febbraio termine ultimo di riconsegna ai vari consolati e ambasciate?
Sull’informativa del Governo e’ evidenziato in grassetto e sottolineato che: "Il voto e' personale e segreto. E’vietato votare più volte e inoltrare schede per conto di altre persone. Chiunque violi le disposizioni in materia elettorale, sara' punito a norma di legge."
Quanti rispetteranno queste disposizioni? Quanti saranno gli elettori che seguiteranno a consegnare la loro scheda elettorale ad uffici o enti di  fiducia e delegare il voto?
Quanto costeranno le schede adesso? Quanti voti saranno comprati?
Durante le elezioni precedenti ci sono stati  imbrogli vergognosi.
E cosa e' stato fatto per impedire che tutto cio' non si ripeta?
Niente, zero, nulla.
Ma perche’ noi italiani all’estero dobbiamo continuare a votare per eleggere 18 inutili rappresentanti?
Questi eletti non servono assolutamente a niente!
Ha ragione Bobo Craxi quando dichiara  che "gli eletti all’estero non contano un c…."
Dopo sette anni di loro permanenza al Parlamento italiano, non sono riusciti ad ottenere nulla di positivo per chi li ha eletti.  E questi  18  parassiti costano oltre 3 milioni e 400mila euro all’anno allo Stato.
Solo in Italia e' possibile un tale scandalo.



Le condizioni di Chavez sono stabili: E' sempre morto



Rischio di caos in Venezuela

E forse anche un golpe da parte dei chavisti.

Mondiale Brasile: Lezioni gratuite di inglese per le prostitute


Mi piacerebbe essere  il professore che insegna a queste signorine....
"Signorine, ripetete dopo di me: "deep throat", "tossing the salad", "congress of the crow", "perfumed garden"...
Con tanto di pratica.

David Bowie: Where are we now?

08 gennaio 2013

Cina, lavori forzati al capolinea



Un chiaro segnale in controtendenza con una decennale pratica di violazione dei diritti umani: la Cina ha annunciato che nel 2013 porrà fine al sistema dei campi di «rieducazione attraverso il lavoro».

 L'articolo