17 agosto 2006

Un Patto infame

Un articolo di Augusto Fei

Il 10 agosto il governo inglese ha annunciato di aver scoperto e sventato il più grave e sanguinoso attacco terroristico mai progettato dalle organizzazioni terroristiche islamiche. Tutti i principali paesi europei hanno adottato eccezionali misure di sicurezza ed hanno proclamato lo stato di allarme: Francia, Germania, Gran Bretagna, eccetera.
Misure di sicurezza sono state adottate anche in Italia, ma apparentemente solo per quanto riguarda i voli diretti verso Gran Bretagna, Stati Uniti ed Israele. Il presidente del consiglio, Prodi, con la solita aria “serena” ha informato il paese che in Italia tutto era “sotto controllo”, e che quindi non c’era da preoccuparsi, implicitamente suggerendo l’idea che da noi attentati gravi non ce ne sarebbero mai stati.
A questo punto sorge spontanea una domanda: o il presidente del consiglio è un perfetto imbecille e non ha capito nulla di quello che sta accadendo oggi nel mondo, oppure ha dei seri motivi per pensare che ciò che ha affermato sia esatto. Scartata, anche se solo per amor di patria, la prima ipotesi, non resta che cercare di verificare se la seconda trova conferma in alcuni comportamenti di certe forze politiche cui Prodi fa riferimento. Si sa che un indizio non costituisce una prova, ma più indizi vi si avvicinano molto.
Per cercare di capire come stiano le cose, è molto utile formulare una ipotesi, e poi andare alla ricerca di fatti e comportamenti che ne confermino la verosimiglianza.
L’ipotesi che si può fare è la seguente: fra lo stato italiano, rappresentato per lunghissimo tempo da forze democristiane essenzialmente orientate a sinistra, ed ora decisamente da un fronte di sinistra che annovera nelle sue file anche partiti e gruppi estremisti, ed il terrorismo arabo esiste un patto segreto, scritto o no non ha importanza, per cui l’Italia non disturba ed eventualmente difende ed appoggia i terroristi, e questi garantiscono di non svolgere in Italia azioni dimostrative ed attentati.
Quali fatti od episodi concordano con questa ipotesi ? Ne citeremo a titolo di esempio alcuni.
Innanzi tutto la pluridecennale ed ostentata amicizia, nei confronti dei paesi arabi, anche e soprattutto i più aggressivi, manifestata sempre dai governi e dai principali esponenti politici italiani. Basti ricordare gli onori concessi al terrorista Arafat, il sostegno alla “causa” palestinese, la malcelata ostilità nei confronti di Israele: tutto ciò non può assolutamente essere giustificato solo con la necessità di tenere buoni rapporti con i nostri fornitori di petrolio, ma va ben oltre.
C’è poi un episodio specifico che è sempre stato presentato come uno scatto di orgoglio nazionale e che ne rappresenta invece l’esatto contrario, e che si inquadra perfettamente con l’ipotesi fatta: Sigonella. Ad un gravissimo fatto di pirateria in mare, seguito dall’assassinio di un innocente (non italiano ma solo americano ed ebreo) si risponde con una prova di forza (?) nei confronti del nostro principale alleato e protettore contro le mire imperialistiche sovietiche, proteggendo e poi lasciandosi scappare il pirata.
Ancora, basta ricordarsi del diverso trattamento verbale (accompagnato anche da bombe) riservato ai serbi in Kosovo, definiti macellai, e quello riservato ai musulmani, afgani, irakeni, palestinesi, libanesi o nostrani, considerati bravi ragazzi combattenti per la libertà ed ai quali sarebbe orribile torcere anche solo un capello.
Per limitarci solo ai fatti più recenti, ricordiamo l’attitudine estremamente favorevole nei confronti della immigrazione clandestina, per la maggior parte costituita da persone provenienti da paesi mussulmani, le espulsioni non eseguite, la teoria secondo cui i terroristi non sono delinquenti ma “combattenti per la libertà” (senza rilevare il sottinteso insulto ai nostri partigiani, equiparati a dei volgari tagliagole e massacratori), la mano libera lasciata ai terroristi ed ai loro manutengoli di organizzarsi tranquillamente sul nostro territorio per tramare sanguinose azioni nei confronti di paesi nostri amici ed alleati, la sempre maggiore “comprensione” nei confronti delle esigenze delle comunità mussulmane (molto maggiore di quella manifestata verso altri gruppi etnici, anche di fede cristiana), la liberalizzazione di fatto degli ingressi di clandestini nel nostro paese, la proposta di concedere in tempi abbreviati della cittadinanza agli immigrati, che, una volta diventati cittadini italiani, avranno tutto il diritto di esigere scuole islamiche, contributi e facilitazioni per l’erezione di propri luoghi di culto (covi spesso di illegali attività) eccetera. E forse un giorno chiedendo che venga applicata anche in Italia la sharia, in un primo tempo per lo meno nei confronti di tutti gli islamici, e poi, chissà, nei confronti anche di tutti noi..
Si è inoltre verificato ultimamente un episodio gravissimo che sembra confortare l’ipotesi formulata. Si tratta della incriminazione dei vertici dei servizi segreti per il “rapimento” di un noto terrorista. E’ probabile che alla fine, anche di fronte alle fortissime reazioni dell’opinione pubblica, essi vengano prosciolti, ma l’effetto avvertimento “mafioso” ci sarà comunque stato: attenti a non fare nulla che possa indispettire o comunque nuocere ai nostri amici e favorire i loro “nemici”, perché ciò è contrario all’interesse del nostro governo.
I fatti elencati, e molti altri che chiunque è in grado di ricordare, sembrano tutti confermare la nostra ipotesi: ossia che un patto infame sia stato stretto con i protagonisti del più grande pericolo che oggi si presenti al mondo occidentale, delegittimando il nostro paese agli occhi del mondo e tradendo in modo ignobile i nostri amici ed alleati, e tutta la nostra civiltà.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La penso anch'io così; basti vedere la Foto sul Tempo o altri giornali del nostro Mnistro degli Esteri il 14 agosto che lo vede a braccetto con il deputato di Hezbollah... fa venire i brividi. Uniamoci a dire tutti NO perche qui fra poco noi donne dovremo portare il burka o il chador...