Un articolo di Augusto Fei
Il presidente del consiglio Romano Prodi si è ripetutamente dichiarato indignato del fatto che il presidente di Telecom, nel corso di vari colloqui, non lo abbia mai informato del progetto di suddividere Telecom stessa in tre distinte società: telefonia fissa, telefonia mobile e rete. Ancora un paio di giorni fa Prodi ha riaffermato il proprio diritto, “in nome del popolo italiano”, ad essere informato anche di ciò che avviene in società private, quando si tratti di società particolarmente importanti.
Purtroppo il presidente del consiglio, che è molto interessato a ciò che avviene all’esterno, non si interessa con altrettanta puntigliosità di ciò che avviene nel suo entourage: in effetti ha sempre negato di essere a conoscenza del progetto di riorganizzazione inviato, su carta intestata della presidenza del consiglio, a Telecom. Tuttavia non solo non se ne è mai indignato, ma ha opposto fiera resistenza a chi gli chiedeva di sfiduciare il proprio consulente che si era permesso di utilizzare il suo nome per una iniziativa criticata da tutti e che proponeva una politica (la ripubblicizzazione dell’azienda) in netto contrasto con la politica dichiarata dal governo e dalla sua maggioranza.
Ne dobbiamo dedurre quindi che, coerentemente con l’affermazione del Vangelo, il presidente Prodi si occupi delle pagliuzze nell’occhio altrui e non della trave nel proprio occhio. O forse è semplicemente un bugiardo ?
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