21 ottobre 2006

Al Senatore Randazzo non mando a dire


Ho recentemente avuto l’occasione di leggere sulla stampa italo-autraliana uno scritto in libertà del Senatore della Repubblica Nino Randazzo, eletto nella circoscrizione estera Asia-Africa-Oceania, e confesso che mi riesce difficile esprimere un giudizio sul suo pensiero, anche perché innanzitutto è necessario che il testo sia comprensibile e ragionevolmente governato da qualche filo logico. Ovviamente, non si chiede ad un Senatore della Repubblica residente all’estero - almeno così racconta - di essere un ferreo cartesiano, ma forse qualche cosina in più ci si potrebbe aspettare, quantomeno in termini di chiarezza.
Attraverso le sue dichiarazioni, il “sullodato” Senatore catechizza i suoi elettori australi in modo alquanto ripetitivo e dunque non particolarmente brillante, ricorrendo alle normali banalità che a sinistra sembrano stampate a mò di ciclostile e ad esclusivo uso di iscritti inconsapevoli ed incapaci di comprendere. Si tratta sia di contenuti sociali - emerge evidente l’aspetto sociale, conseguenza dell’aumento della pressione fiscale - che lui teatralmente nega, sia di gravi conseguenze economiche e finanziarie scaturenti dalla legge finanziaria, e che lui nega ancora. Tenace. Il Senatore Randazzo afferma, sentenzia, dà per profittevole ogni passo dei provvedimenti del Prode Salam, senza portare il benché minimo straccio di prova a sostegno dei suoi arditi “ragionamenti”, ammesso e non concesso che li si possa chiamare così. Poi, appare alquanto strano quanto egli riferisce circa la sua soddisfazione in merito alla proposta di colpire chi non paga le tasse, poiché guarda caso personalmente non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale su territorio nazionale. Insomma, chissenefrega, io sono salvo e tanto le tasse le pagano gli altri.
Vediamo alcuni suoi passaggi chiave: “la finanziaria dai contorni chiari, regole moderate, tagli ragionevoli e sostenibili ed obbiettivi precisi”. Si sarà dimenticato di sentire le massaie, qualche commerciante al dettaglio, qualche falegname ed anche Montezemolo? Non c’è che dire, ha perfettamente mandato a memoria la lezioncina stampata sul solito foglietto che gli avranno infilato in tasca. E’ o non è intruppato fra coloro che alle Frattocchie ne inventano una al giorno?
Poi, l’emerito Senatore della Repubblica si preoccupa di assicurare che la maggioranza è solidissima, benché anche da ultimo sembra che abbia scordato - ancora - di dare una sbirciatina agli autorevolissimi The WSJ, The Economist ed anche il Financial Times: dal principio del mese hanno suonato le campane a morto a tutto beneficio del governo dell’anzidetto Salam. Dunque, se lo dicono loro, a noi ci tocca stare zitti zitti. Ricordate anche voi quando tuonavano contro il Gran Moghul di Arcore? Mah!? Sembra se ne siano dimenticati in fretta. Oggigiorno gli “autorevoli quotidiani esteri” non valgono nemmeno un fico secco.
La perla delle perle sta nella sua previsione, anzi nell’annuncio dell’ormai prossimo passaggio di alcuni membri dell’opposizione tra le fila della sinistra. Ebbene, lo sanno anche le marmotte del Südtirol che al Senato la cosiddetta maggioranza è tale solo per il filo d’un unico voto e si regge in piedi, si fa per dire, col sostegno della pattuglia geriatrica del Senato, intendo quelli a vita, se non l’avete capito. Sempreché, un colpo di tosse non mandi qualcuno in sala rianimazione. Mi pare del tutto superfluo parlare di richiamo alla decenza, ovvero, che la smetta di raccontare balle sinistre ai suoi elettori d’Oltreoceano.
Che dire? Ah, sì, Lenin affermava che in ogni rivoluzione sono necessari degli “utili idioti”: pare sommamente probabile che non rientri in quelle previsioni il caso di questo Senatore che viene dall’Australia. Che egli sia poco utile l’abbiamo capito, che sia anche qualcos’altro, pure.

1 commento:

australiaitalia.it ha detto...

www.australiaitalia.it/theaustralian/htm