18 ottobre 2006

Per la sinistra la liberta' e' di non informare


Un articolo del sempre brillante Alessandro Corneli

Qualcuno potrebbe chiedersi perché, la scorsa settimana, dopo l’intervento di Prodi alla Camera sulla vicenda Telecom e dopo la presentazione della Finanziaria, il sindacato dei giornalisti abbia indetto due giorni di sciopero, così da ridurre l’informazione su due eventi politici cruciali. E potrebbe chiedersi perché lo stesso sindacato abbia indetto altri due giorni di sciopero in coincidenza con l’intervento di Prodi al Senato sulla vicenda Telecom e mentre infuria la polemica sulla Finanziaria.
Questo qualcuno potrebbe darsi una risposta semplice: c’è una convergenza tra il potere della sinistra e il sindacato dei giornalisti per esercitare un nuovo diritto, ad entrambi riservato: quello di non informare. Nella sostanza, non sembra esserci molta differenza dalla censura, tipica di ogni sistema totalitario che per prima cosa impedisce ai cittadini di essere informati.
Quei giornalisti che si sono tanto battuti per rivendicare, nei confronti delle testate di cui non sono proprietari e di cui sono dipendenti, la libertà di espressione, adesso tacciono: tanto sanno che spunteranno miglioramenti contrattuali da editori pavidi, che ormai considerano quotidiani e settimanali come contenitori di pubblicità per cui si sono rassegnati a lasciarli nelle mani dei loro dipendenti che possono scrivere quello che vogliono, anche contro le aziende da cui dipendono.
Come al solito, è comodo dire la propria con i soldi degli altri. E non ci si accorge che si stanno gradualmente eliminando due principi costituzionali: quello della libertà di espressione e quello di proprietà.
Fa parte del diritto di libertà di espressione mettere in piedi una struttura, di carta stampata o radiotelevisiva, attraverso cui manifestare le proprie idee. Ma se un comitato di direzione decide un’altra linea editoriale, quella libertà viene meno.
Fa parte del diritto di proprietà privata quello di gestire un’azienda nel rispetto dei diritti dei lavoratori dipendenti, ma anche di decidere il prodotto. Non si ribellano i dipendenti delle fabbriche di armi o di pesticidi, ma si ribellano i giornalisti che n on vogliono che la linea editoriale sia dettata dalla proprietà. Quindi il diritto di proprietà viene svuotato.

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