Un articolo di Augusto Fei
Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, con l’appoggio di tutto il pletorico Consiglio dei Ministri, ha preso l’abitudine di porre, ad ogni piè sospinto, la fiducia su tutti i provvedimenti che passano alle Camere. Evidentemente questo sistematico atteggiamento denuncia il grave timore del governo e della maggioranza di non avere in Parlamento i numeri per far passare la propria sciagurata politica, e quindi si ricorre al ricatto: o con me o tutti a casa.
Va ricordato che, pur tralasciando la imponente manifestazione di Roma dei simpatizzanti della Casa delle Libertà (con la defezione di qualche stretto parente nostalgico di altre esperienze), negli ultimi tempi ci sono stati molti sintomi che persino i presunti elettori del cosiddetto centro-sinistra (sarebbe più corretto dire della sinistra-sinistra) sono assolutamente scontenti di come stanno andando le cose: i fischi alle rappresentanze sindacali alla Fiat, le manifestazioni di polizia, studenti, insegnanti, i fischi a Prodi a Bologna, roccaforte del Premier, ecc.
Da tutto questo dobbiamo desumere che la fiducia del paese nella attuale maggioranza – se mai c’è stata - sia ormai ridotta al lumicino. Ma evidentemente bisogna accontentarsi di quello che passa il convento, come si dice. E Prodi ed i suoi prodi, non potendo contare sulla fiducia di cinquanta milioni di italiani, si consolano con la fiducia di qualche centinaio di parlamentari, terrorizzati all’idea che, ove la negassero, potrebbero da un momento all’altro trovarsi costretti a cercarsi un altro lavoro: E quando si parla di lavoro (proprio) non tutti fra loro sono entusiasti.
Nessun commento:
Posta un commento