Un articolo di Alessandro Corneli
Oggi si svolgerà a Vicenza la manifestazione contro l’ampliamento delle base americana di Vicenza. L’interrogativo è: sarà pacifica o ci saranno disordini, e in questo caso verso chi (Polizia, Nato, Usa) o verso che cosa (politica estera del Governo, Prodi, D’Alema)?
Stupisce un po’ la dichiarazione di Luca Casarini, leader dei Dissobedienti, secondo il quale la manifestazione di Vicenza sarà “del tutto pacifica” e diventerà così “una grande manifestazione di popolo”, e ancora: “Sono sereno, pacifico, perché domani (oggi, ndr) andrà tutto bene”. Significa forse che qualcuno può decidere se una manifestazione sarà violenta oppure pacifica?
In ogni caso, se sarà pacifica, il Governo potrà tirare un sospiro di sollievo e l’estrema sinistra sarà per il momento soddisfatta e potrà accusare la destra di avere sperato in una provocazione e in una spaccatura del centrosinistra.
Se sarà violenta, e in specie contro le Forze dell’ordine, saldandosi così alla linea degli ultras, potrà salvarsi la politica estera, ma non quella interna. Anzitutto perché verrà detto che a scatenare la violenza sarebbero state le forze di polizia; in secondo luogo perché l’intero apparato del ministero dell’Interno finirà sotto accusa: il ministro Giuliano Amato e il capo della Polizia, Gianni De Gennaro che, almeno personalmente, non potranno sostenere la tesi che è stato il centrodestra a inasprire le tensioni sociali in questi ultimi anni. I dati sull’aumento del Pil nel 2006, diffusi ieri da Bruxelles, sono particolarmente buoni e sono la prosecuzione della ripresa avviata negli ultimi mesi del 2005. Una tesi del genere sarebbe sostenibile dall’estrema sinistra, ma non da persone accorte come Amato e De Gennaro.
Certo, negli ultimi tempi, dalla grande diffusione dell’uso della cocaina agli ultras per finire ai neo-brigatisti, il ministero dell’Interno non ha brillato come capacità revisionale e di controllo sociale, e poi la riforma dei Servizi segreti ha scontentato De Gennaro.
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