15 febbraio 2007

Italia: Sempre piu' terzo mondo

La serieta' al governo!

LE (TROPPE) BOLLETTE SCADUTE DELLE AMBASCIATE. IL MINISTERO INSEGNA QUALI PAGARE PER PRIME
51%. Tagli per chi rappresenta il nostro Paese all’estero.
Le spese per le missioni, stando ad una prima lettura del bilancio 2007, sarebbero state decurtate del 51%, quelle per le sedi all’estero del 35%
di Maurizio Caprara
ROMA Finora si sapeva dell’esistenza della “ragion di Stato”, del “segreto di Stato”, del “colpo di Stato” o, più modestamente, dell’ “esame di Stato”. Alcuni dei tagli compiuti sulla spesa pubblica stanno creando una nuova categoria: la morosità di Stato, riconosciuta, disciplinata e consacrata da dettami istituzionali. Sarà capitato anche a voi di avere una bolletta inevasa, non pagata entro la scadenza dei termini. Nella prima parte dell’anno, è piuttosto frequente. In parecchie delle 120 ambasciate d’Italia sparse per il mondo e nelle undici rappresentanze permanenti del nostro Paese presso organizzazioni internazionali sta diventando davvero abituale. Talmente abituale che la direzione generale per Affari amministrativi, bilancio e patrimonio del ministero degli Esteri ha inviato alle sedi diplomatiche una circolare che, benché breve, sembra un manuale sulla materia. Il buffo è che, il più delle volte, a rimetterci può essere un altro Stato, il Paese che ospita uffici con bollette inevase.
“Ove non vi siano puntuali disposizioni locali delle quali tener conto, il Funzionario Delegato dovrà privilegiare i pagamenti il cui ritardo sia suscettibile di pregiudicare l’adempimento dei compiti istituzionali della sede”, prescrive la lettera B della circolare, la numero 1 del 30 gennaio 2007, mandata alle rappresentanze diplomatiche, a consolati e a uffici della Farnesina. Significa che, nel mazzo di bollette scadute, chi amministra deve giocare la carta che scotta di più: saldare per primo il conto capace, se non pagato, di far saltare il servizio o causare sfratti.
Per ridurre i dubbi su che cosa privilegiare, il vademecum specifica: “A titolo esemplificativo e non esaustivo: utenze, oneri e contributi speciali dovuti per servizi resi dalle autorità locali, canoni di locazione e tutte le altre spese che, ai sensi delle disposizioni vigenti, sono da ritenersi obbligatorie al fine di disporre di una sede funzionale e rispondente ai propri compiti, nonché, per le sedi all’estero, alle esigenze di immagine nei confronti delle autorità straniere o del Paese ospite”.
Un documento di una sincerità esilarante, se la questione non fosse seria. A una prima lettura del sindacato dei diplomatici Sndmae, nel 2007 il bilancio degli Esteri è di un miliardo e 522 milioni di euro, ossia 24 milioni in più rispetto al 2006, ma con variazioni all’interno. Le spese per le missioni sarebbero state decurtate del 51%, quelle per le sedi all’estero del 35%. Si spera nell’assestamento di bilancio.
L’ “oggetto” della circolare suona così: “Criteri di priorità da adottare da parte dei Funzionari Delegati nel pagamento di fatture passive dopo la scadenza dei termini di pagamento”. Le “linee guida” vengono dopo questa premessa: “In adesione a quanto disposto dall’Alto Commissariato per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione, si ritiene opportuno emanare istruzioni che identifichino i criteri con cui i Funzionari Delegati dovranno attenersi nello stabilire l’ordine di priorità dei pagamenti dovuti dopo la scadenza dei termini, al fine di evitare che, nell’esercizio di tale discrezionalità, abbiano ad incorrere in comportamenti illeciti”.
Con il nobile intento di evitare atti illeciti, lo Stato consacra un diritto al ritardo nel versare i soldi. E se lo autoassegna. Chi ha bollette scadute, rammenti la banale verità del punto C: “Considerare prioritari i pagamenti da onorare ai sensi della normativa locale in presenza di atti di messa in mora, ingiunzioni e procedure giudiziarie che comportino, oltre al rischio di adempimento coattivo, la maturazione di interessi, multe, spese legali o maggiori oneri per ritardo”.
Tutto ciò, sia chiaro, a fin di bene. Per non farci pagare più tasse: “In presenza di più debiti con le predette caratteristiche, individuare quali di essi siano passibili di generare oneri a carico dell’Erario e provvedere”. Sui casi dubbi, “non è inopportuno che si attivi una fase interlocutoria con i creditori al fine di accertare quali siano disponibili a ulteriori dilazioni”. Ma va?

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