01 marzo 2007

"Fiducia" anti-berlusconiana.

Un articolo di Alessandro Corneli
E’ chiaro che questa fiducia ottenuta da Romano Prodi (162 voti a favore contro 157) non risolve nulla: è il frutto della prosecuzione della strategia prodiana del muro contro muro, resa possibile dall’orientamento anti-.berlusconiano (più che di sinistra) della maggior parte dei decisivi senatori a vita, di diritto o di nomina presidenziale che siano, rafforzato dalla pregiudiziale anti-berlusconiana di alcuni senatori della sinistra che altrimenti non avrebbero condiviso altro di questo Governo.
Sebbene sia stato osservato che questo dibattito sulla fiducia non abbia visto la sinistra ricorrere al solito tema dell’anti-berlusconismo, di fatto è stato e resta proprio questo il collante dell’attuale maggioranza, su cui Prodi fa affidamento.
Importante è stato l’abbassamento del quorum da 162 a 160 voti, grazie alla non partecipazione al voto di Andreotti e Pininfarina. I senatori con il mal di pancia (Turgliatto, Russo, Rame), Pallaro nonché i vitalizi Scalfaro, Colombo, Montalcini e Ciampi, più Follini hanno compensato ampiamente il no di Cossiga e De Gregorio.
Per ottenere questo, Prodi ha dovuto rinunziare ad assumere posizioni chiare, preferendo quelle ponziopilatesche. Nel suo discorso di richiesta di fiducia come nella replica non c’è stata un’idea o un’analisi decente. La stessa apertura all’opposizione sulla riforma elettorale e costituzionale, e sulla sede migliore per discuterne, ha suscitato equivoci e perplessità.
Si può capire la posizione di Prodi: egli è convinto che se non avesse dato il proprio nome alla coalizione, questa non avrebbe avuto un candidato credibile da opporre a Berlusconi; ed è convinto che di questo la sua coalizione debba essergli riconoscente. Ma il fattore politico sembra diventare sempre più un fattore semplicemente umano. A nessuno piace essere umiliato. Ma Prodi dovrebbe anche ammettere che questa situazione è insostenibile e riconoscere che tra lui e la sua maggioranza è scattata la sindrome dei due scorpioni nella bottiglia. Aspettiamo solo l’esito finale.