09 giugno 2007

Vince il partito antiamericano

Un articolo di Alessandro Corneli
Oggi il presidente americano George W. Bush non si recherà a Trastevere nel corso della sua visita in Italia. Il suo incontro con la Comunità di Sant'Egidio avverrà alla ambasciata americana a Roma, “per motivi logistici”, ha detto il portavoce della Casa Bianca John Gundrhoe: “Si tratta di una scelta puramente logistica, era più comodo tenere l'incontro all’ambasciata. Così non visiterà nemmeno la Basilica di Santa Maria in Trastevere, prevista dopo il suo incontro in Vaticano con papa Benedetto XVI e col segretario di Stato, Tarcisio Bertone.
Si tratta di una pia bugia diplomatica a causa delle annunciate manifestazioni di protesta che attendono il presidente americano al suo arrivo a Roma. In realtà ci sono stati colloqui tra autorità italiane e americane e le prime devono aver fatto presente di non essere in grado di mantenere l’ordine. Così, da parte americana, si è voluta togliere all’Italia questa patata bollente. La sostanza è questa e resta e non viene scalfita dalla parole di Prodi: “Credo che il problema venga drammatizzato in Italia”. E’ vero che Bush, quasi dovunque vada, incontra manifestazioni ostili da parte di gruppi antiamericani, anti-global, pacifistici, ecc. Ma in Italia c’è mezza maggioranza, mezzo governo sia contro gli stati uniti e la loro politica, sia in particolare contro Bush. Non è una differenza da poco.
L’ala sinistra dell’Unione può quindi cantare vittoria. E Berlusconi non si è fatta sfuggire l’occasione: “E’ una cosa inaccettabile, torna l'Italietta. Mi vergogno. E’ una cosa che mi addolora ed è colpa di questa sinistra anti-americana. Mi dispiace perché avviene per la visita della più grande democrazia del mondo che ci ha dato la dignità e la libertà”.
Bush invece ha confermato il colloquio con Berlusconi nella residenza dell’ambasciatore americano, come previsto. Per quanto si dica, e in parte sia vero, che “il presidente Bush e Berlusconi sono vecchi amici e si tratterà di un incontro di carattere personale”, non sfugge il significato politico.

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