13 settembre 2007

Le schiopettate del sicario Schioppa


Abbiamo sempre conosciuto il dottor Tommaso Padoa Schioppa come titolare di importanti incarichi in organizzazioni nazionali ed internazionali, ed avevamo creduto che, come ci veniva ripetuto, si trattasse di un esimio economista, le cui capacità venivano contese a tutti i livelli: Banca d’Italia, Consob, Banca Centrale Europea ed altri enti di pari prestigio.
Ci aveva lasciati un po’ perplessi il suo girovagare continuo fra molti incarichi di quasi vertice, ma evidentemente, di fronte a richieste pressanti, non aveva avuto il cuore di rinunciare a porre la propria esperienza al servizio della società. Ci aveva anche stupito il fatto che nessuna università importante lo abbia mai scelto per trasmettere la sua scienza ai propri allievi, ma nessuno può giudicare le scelte degli altri. Comunque TPS ha avuto ben due lauree “honoris causa” dalle università di Bergamo e di Trieste: non le più importanti al mondo, ma tant’è, bisogna pur accontentarsi.
Poi è venuta la nomina a Ministro dell’Economia, pur non essendo stato mai candidato e quindi mai eletto. Tutti abbiamo pensato che il presidente Prodi, in un temporaneo quanto inspiegabile ed inusuale accesso di ragionevolezza, avesse deciso di mettere a quell’importantissimo posto una personalità al di fuori dei giochi partitici, la cui esperienza, scienza e serietà avrebbero conferito un’aura di decenza a tutta la pletorica compagine ministeriale.
Purtroppo poi sono venute le prime prove: il DPEF, la Finanziaria, le dichiarazioni sguaiate e sbagliate sullo stato in cui le finanze pubbliche erano state lasciate dal precedente governo di centro destra. Ed infine due fatti di estrema rilevanza: l’indecente accusa di tradimento nei confronti del capo della Guardia di Finanza, esonerato dall’incarico senza plausibile giustificazione, ma in realtà solo perché si era permesso di difendere alcuni suoi collaboratori che avevano iniziato ad indagare su alcuni esponenti DS. Ultimo in ordine di tempo, il siluramento, sempre senza alcun plausibile motivo, di un componente del CDA della Rai nominato dal centro destra, al quale si è rivolta la ridicola accusa di essere il responsabile delle disastrose condizioni dell’azienda, per sostituirlo con un fedelissimo di Prodi.
A questo punto crediamo di aver finalmente capito tutto. TPS è stato arruolato nel governo con il preciso incarico di svolgere la funzione del sicario, per svolgere il cosiddetto lavoro sporco ed eliminare tutti coloro che in qualche modo potessero opporsi alla totale egemonia di Prodi e dei DS. A tale ruolo ha aggiunto di suo il tentativo di distruggere dalle fondamenta l’economia italiana. Tutto ciò come degno coronamento di una “brillante” carriera.
h/t:Il Bertoldo

2 commenti:

Fabrizio Goria ha detto...

Indubbiamente un ottimo ragionamento. Inizialmente era stato indicato come un ministro tecnico di grande valore. I suoi incarichi presso banche d'affari ed istituzioni comunitarie sembrano, ora, solo delle opere di lobbying ben congeniate. Ma secondo me più che Padoa Schioppa il sicario è da considerarsi Visco che, da viceministro, a volte supera per esposizione mediatica ed iniziative il suo superiore.
Certo che, se per Tremonti era stato coniato il termine di "finanza creativa", per il duo del Tesoro cosa si può inventare?

Cordialmente,

Fabrizio Goria

Nobile di Treviso ha detto...

Ciao Fabrizio
quando lo incontrai qui, disse davanti alla platea riunita all'ambasciata che lui non voleva fare il ministro bensi accettare l'invito dell'univerista' di singapore e dare corsi di economia....
Immagino il titolo del corso: "Come fare fallire uno stato in 120 giorni"