12 febbraio 2008

Il governo dei primati

La legislatura terminata recentemente ha permesso al nostro paese di collezionare tutta una serie di primati. Se si tratti di primati invidiabili o no, è una questione di gusti personali.
Innanzi tutto si è trattato del Parlamento eletto con la più esile maggioranza mai vista: soli ventiquattromila voti alla Camera ed un deficit di oltre duecentomila voti al Senato.
Si è poi trattato della legislatura più breve della storia repubblicana – venti mesi soltanto - tanto da non consentire a molti degli eletti (salvo escamotages dell’ultima ora) di raggiungere il minimo di permanenza in Parlamento necessario per aver diritto alla pensione, nel loro caso definita pudicamente “vitalizio”.
La produttività del Parlamento è stata minima: poco più di sessanta provvedimenti approvati in venti mesi, ed è stata una vera fortuna, perché se fosse stato possibile raggiungere una produttività legislativa più elevata, ancor maggiori sarebbero stati i danni provocati al paese.
Contemporaneamente abbiamo avuto diritto al Parlamento con il maggior numero di soggetti politici (partiti o sedicenti tali), poco meno di trenta, alcuni dei quali costituiti da due o tre persone, solitamente uscite dalle formazioni più grandi nelle quali erano state elette, dimostrando in tal modo una encomiabile coerenza. Ed è stata pure l’unica volta nella storia repubblicana che le sorti della maggioranza, e quindi del governo, sono state determinate quasi esclusivamente da parlamentari non eletti: un buon record per un parlamento che ama definirsi democratico ed espressione della volontà popolare.
Anche il governo espresso da questa maggioranza ha collezionato una buona serie di primati.
Prima di tutto il pletorico numero dei suoi componenti, oltre cento fra ministri, vice ministri, sottosegretari: per accontentare tutte le formazioni politiche presenti nella maggioranza è stato necessario frazionare dei dicasteri già esistenti e addirittura inventarne di nuovi, sulla cui utilità ci sarebbe molto da discutere. Il primato di bizzarria a noi sembra debba essere attribuito al Ministero per l’Attuazione del Programma: avevamo sempre creduto, ingenuamente, che l’attuazione del programma fosse il compito precipuo ed esclusivo del governo nel suo insieme, e soprattutto del Presidente del Consiglio: ci eravamo evidentemente sbagliati. D’altra parte, dato che il programma non è stato attuato, il competente ministro avrebbe dovuto dimettersi
Altro motivo di primato è stato certamente il livello di litigiosità e di assoluta incoerenza nelle proprie decisioni dell’intero governo e nella mancata definizione di una qualsivoglia linea politica. La sua navigazione può essere definita a vista, purtroppo resa difficile dalle fitte nebbie, avendo come unico obbiettivo quello di durare il più a lungo possibile e di accontentare gli elementi più rissosi e prepotenti della compagine. Fortunatamente, almeno per quanto riguarda il primo obbiettivo, esso non è stato certamente raggiunto.
Tuttavia è stato nel campo delle poche realizzazioni attuate che la defunta maggioranza ed il suo governo ha raggiunto risultati veramente da primato. Nel breve tempo della sua vita è riuscito a mettere a segno il maggior incremento di imposizione fiscale della storia repubblicana, pur in presenza di considerevoli ed insperate entrate fiscali – i cosiddetti tesoretti – immediatamente sperperati in erogazioni di esclusivo carattere elettorale. Ne è conseguito un elevato incremento dei prezzi ed un livello di malcontento popolare, anche fra i propri sostenitori, mai raggiunti prima.
Va infine ricordato quanto ha saputo fare il governo per migliorare la nostra immagine all’estero: l’annullamento del programma di alta velocità fra Torino e Lione (rinunciando in tal modo ai finanziamenti UE, che generosamente abbiamo lasciato ad altri paesi), l’avvio di una importante corrente di esportazione di rifiuti ed il significativo incremento della propaganda turistica in Campania.
Inoltre, con grande concordia, la maggioranza, ed il governo che ne rappresenta l’espressione, hanno fatto razzia di tutti i posti di potere o di sottogoverno disponibili, e quando non ve ne erano di disponibili, li hanno resi tali sloggiandone i legittimi occupanti, riuscendo ad ottenere addirittura, in taluni casi, persino la disapprovazione ufficiale da parte della magistratura amministrativa. E per mano della magistratura (penale, questa volta, ancorché dichiaratamente incompetente) il governo è caduto, non per l’incriminazione di un componente del governo, come nel caso del primo governo Berlusconi, ma solo per l’incriminazione della consorte di un membro del governo. Quando si dice l’attaccamento alla famiglia !
H/T: Il Bertoldo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissimo riassunto. Bravo

Anonimo ha detto...

Prima 20 righe, e tre autentiche falsità smentibili con una semplicissima ricerca su Google e sui siti parlasmentari.

Tanto per dire .... la Legge Finanziaria 2008 porta il nr. 244 dell'anno 2007 .......

Pallosi.