di Aleesandro Corneli
Da Madonna di Campiglio (Trento), Romano Prodi ha detto che il dato del deficit-Pil all'1,9% “dimostra la correttezza della politica di sinistra”. Un dato, secondo il premioer, che “pone finalmente l'Italia tra i paesi sani che non hanno alcun rischio di deficit eccessivo”. Invece ha considerato “ovvio” il dato della crescita del Pil nel 2007, pari all’1,5%, inferiore all’1,9% stimato dal suo stesso governo, poiché rispecchia “la congiuntura mondiale che purtroppo non da segnali positivi”.
Gli ha retto il gioco il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, secondo il quale “quella sul deficit italiano nel 2007 è una notizia molto buona, soprattutto se si considera che la crescita economica nel 2007 è stata più bassa del previsto”. Per cui “alla fine di aprile sarà chiusa la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Italia”.
E’ vero che l’1,9% è ben al di sotto del 3%, ma il prezzo pagato è molto alto: una caduta del Pil all’1,5% nel 2007 e un suo precipitare allo 0,7%, se andrà bene, nel 2008. Cioè il governo, per abbassare il rapporto deficit/Pil ha scelto la strada della recessione economica… tanto ad affrontarla sarà di sicuro un altro governo (cioè non Prodi) e, probabilmente, un governo di destra: perfetta operazione “scaricabarile”.
Eppure, fino a pochi mesi fa, la congiuntura economica internazionale era buona. Ben diversa la situazione durante il governo Berlusconi, con la congiuntura internazionale, ed europea in particolare, sfavorevole.
I conti si risanano o non spendendo oppure con la crescita elevata che produce surplus. Prodi ha scelto la prima strada, che piace all’Europa, cui piace anche un euro straordinariamente sopravvalutato che produrrà recessione. Perché – è bene ricordarlo – la recessione non è uguale per tutti: da essa ne escono più forti alcuni e più deboli altri.
L’Italia, grazie alla politica della sinistra, con una crescita così bassa, limitata all’1,5% nel 2007 e allo 0,7% nel 2008, si è fatta così superare da tutte le economie più avanzate, a cominciare da Germania e Francia, cresciute entrambe a ritmi molto più veloci dei nostri (+2,5% e +1,9% rispettivamente).
E’ perciò fuorviante parlare di buone notizie sui conti pubblici in questa situazione, che ha lo sguardo rivolto indietro e non in avanti. Perché in questo modo Prodi ha abituato l’asino a mangiare sempre meno: ha risparmiato. Ma come finì l’asino della storia è noto: morì, mentre il padrone contava allegramente i soldi che aveva risparmiato.
Il rapporto deficit/Pil all’1,9%, calcolato dall'Istat, è il più basso dal 2000, anno in cui, grazie alle entrate straordinarie della gara per le licenze Umts, il deficit scese allo 0,8%. Ma questo brillante risultato è stato ottenuto anche grazie ad un aumento della pressione fiscale, arrivata al 43,3% con un forte aumento rispetto al 2006, quando aveva comunque raggiunto il 42,1%, e al 2005, attestata al 40,5%. E’ la più alta dopo il 43,7% registrato nel 1997 (governo Prodi I) grazie anche all’eurotassa.
Ma se i conti pubblici vanno bene, quelli delle famiglie vanno male. A febbraio i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 5% rispetto a febbraio 2007. E’ la variazione più alta dal 1996. E anche questo la dice lunga sulla bontà della politica economica de governo Prodi. Si aggiunga l’aumento, sempre a febbraio, della benzina del 13% e del gasolio del 17%. L’inflazione media è però stabile: 2,9%, contro la media europea salita al 3,2%
Alessandro Corneli - GRRG.it
2 commenti:
Bisognerebbe che mortazza lo facessero parlare di più in tv:
perchè il popolo italiano soffre di amnesia acuta
ciao
Sarc.
http://sarcastycon.wordpress.com
PER COTESIA NON CLICCATE SUI COMMENTI LASCIATI IN QUESTO BLOG DA UN TALE KAZAHN. SONO SOLO VIRUS. GRAZIE
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