Aleggia in Italia un senso di estrema stanchezza, prossimo ormai alla depressione. Quanto ormai da tempo sta accadendo nel nostro paese sembra aver tolto ai nostri concittadini anche l’ultimo rifugio: la speranza, come si può rilevare da una serie di esempi sotto gli occhi di tutti.
E’ in pieno svolgimento la campagna elettorale e l’impressione del “déjà vu” è addirittura soverchiante. Le stesse forze responsabili del disastro hanno il coraggio di criticare il passato, senza tuttavia fare alcuna autocritica. Chi non ha fatto praticamente nulla per modificare l’assetto, sia economico che istituzionale e l’organizzazione del paese promette mari e monti. Ma con quale credibilità ? E con quali mezzi, che non siano il solito ricorso alle tasche dei cittadini ?
Anche il sistema elettorale, che tutti hanno sempre promesso di modificare, ma che è rimasto sempre lo stesso, si risolve in una cooptazione pura e semplice, da parte delle segreterie dei partiti, di coloro che, a parole, dovrebbero rappresentare il “popolo sovrano”. Ed i nominativi scelti non sono tali da fare pensare a qualsivoglia tipo di rinnovamento: vecchie cariatidi che hanno l’unico obbiettivo di continuare ad avere un potere sempre più formale e meno sostanziale, o nuove leve totalmente sconosciute, dai meriti e qualità altrettanto ignoti a chi dovrebbe sostenerli con il proprio voto.
Il Bertoldo
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