Nella situazione attuale fatta di emergenze, i problemi delle Comunita' italiane all'estero sono assolutamente marginali. Bisogna tener presente che i politici se ne fanno un gran baffo della presenza delle comunita' italiane all'estero essendo politicamente irrilevanti. Restano solo il romanticismo, i sogni di gloria di alcuni illusi e, soprattutto, la fauna che si e' cristallizzata attorno ai vari organismi "pseudo rappresentativi", parlamentini verbosi e inconcludenti senza nessun potere effettivo ma che giustificano qualche spicciolo di contropartite economiche e mediatiche. Gia' diverso l'atteggimento delle regioni che nei vari paesi usufruiscono di associazioni alle quali fanno elemosine di propaganda ma qualche volta efficaci, ma sporadiche, a senso unico e che tra l'altro permettono divertenti giri turistici di vari assessori e collaboratori regionali. Non esiste una coordinazione di intenti e programmi, quindi perdita di risorse.
Ecco, l'organismo (un ministero? Non c'e l'hanno dato; un sottosegretariato? Neppure; Una direzione nel gabinetto del ministro degli esteri.....?) che scelto per occuparsi degli Italiani nel Mondo deve partire con nuove prospettive programmatiche basate su tre punti orientativi:
-Valorizzare i rapporti economici e commerciali di aziende di origine italiana appoggiandole nella loro attivita' produttiva e di marketing. Sempre operazioni puntuali di sostegno individuate nei diversi paesi coinvolgendo, istituti finanziari e organismi ufficiali o privati italiani. Cioe' operazioni che devono avere come caratteristica fondamentale la "redditivita'" sotto i diversi aspetti di ritorni finanziari e di mercato.
-Intervenire pesantemente nella ristrutturazione dell'attivita' culturale e turistica destinata a consolidare, con prospettive generazionali, il valore del prodotto "Italia". Finanziamenti alla ricerca mirata, borse di studio, scambi universitari ecc. Il tutto nell'ottica di creare, a medio e lungo termine, la vera base di risorse umane indispensabili per lo sviluppo di una Italia oggi votata, da questo punto di vista, a un lento declino, perdendo la necessaria autonomia che fa la vera forza di una nazione.
-Solo marginalmente, attuare una politica seria di assistenza alla marginalita' italiana nei vari paesi, senza cedere alla demagogia del "tutto a tutti" usando malamente parametri italiani.
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