Alle elezioni dell’aprile scorso il Popolo delle Libertà ha ottenuto una maggioranza schiacciante, che gli ha permesso di dominare sia il Senato che la Camera dei Deputati. Gli elettori si sono fidati di quanto promesso durante la campagna elettorale in termini di capacità di decidere e di realizzare, lotta ai privilegi ingiustificati, riforma di tutti quei settori non solo dello stato ma anche della società che presentano gravi arretratezze o nicchie di nepotismo o di evidente parassitismo o comunque di sperpero delle finanze pubbliche.
Purtroppo, ad oltre sei mesi dal suo insediamento, la nuova maggioranza sembra confermare, per certi suoi comportamenti, che non sempre alle promesse seguono dei fatti concreti e che troppo spesso quanto viene detto in campagna elettorale sono solo parole.
Appena insediato il Presidente Berlusconi ha preso di petto la questione dei rifiuti di Napoli e della Campania, ed in poche settimane, anche con l’intervento massiccio non solo delle forze dell’ordine, ma addirittura dell’esercito per tenere lontani i contestatori, è riuscito a risolvere il problema. A dire il vero l’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi ha rivendicato per sé il merito dell’operazione, e non senza motivo: infatti, se egli non avesse consentito l’accumularsi di montagne di rifiuti, come avrebbe potuto Berlusconi segnare un punto al proprio attivo ?
Le altre due operazioni compiute dal nuovo governo sono state l’azione del ministro Brunetta nei confronti dei cosiddetti fannulloni, ed il primo passo verso una riforma scolastica, opera del ministro Gelmini. Tuttavia in questo caso abbiamo assistito ad una serie di contestazioni da parte non solo dei settori della scuola colpiti (si fa per dire) dalle nuove disposizioni, ma anche da parte di tutti gli altri, fino agli studenti e docenti universitari: queste contestazioni, che hanno assunto forme violente ed assolutamente illegali, non sono state affrontate con la dovuta energia, come era invece avvenuto nel caso di Napoli. Inoltre, l’annunciato decreto per una prima riforma delle università è stato trasformato in disegno di legge, forse per timore della contrarietà dei baroni – anche fra i parlamentari ci sono molti docenti universitari -, con i tempi biblici che governano le operazioni parlamentari.
Altro caso emblematico è costituito dalla vicenda Alitalia. Che una parte dei dipendenti della compagnia non voglia accettare le condizioni poste dalla società che rileverà la vecchia Alitalia è perfettamente lecito e comprensibile: ognuno decide da solo della propria vita. Ma che una banda di scalmanati possa paralizzare tutto il trasporto aereo del paese, che ciò avvenga senza il rispetto delle disposizioni di legge in materia di scioperi, e per di più in concomitanza con uno sciopero generale dei trasporti terrestri, urbani e ferroviari è inaccettabile. Anche in questo caso nessuna reazione da parte del governo se si esclude una tardiva precettazione che non è servita a nulla.
Va poi citato il tira e molla relativo alla grave crisi che sta attanagliando tutto il mondo: prima il Presidente del Consiglio afferma che nessuna banca sarà lasciata fallire; poi il ministro dell’economia dichiara che non si interverrà a favore delle banche e che se qualcuna non ha i numeri per continuare la propria attività dovrà fallire ed i suoi responsabili dovranno subirne le conseguenze : compito dello stato è la protezione dei risparmiatori (come affermato anche dalla costituzione) e della economia reale. Sarebbe interessante capire quale sia la vera posizione della maggioranza in relazione alla recessione ormai alle porte. Si teme forse, con una presa di posizione decisa, di urtare la suscettibilità di qualcuno dei cosiddetti “poteri forti” ?
Un’altra considerazione amara va fatta a proposito della compattezza della maggioranza. Già più volte il governo è stato battuto a causa delle assenze ingiustificate di numerosi parlamentari della maggioranza: essi sono stati eletti formalmente dal popolo, ma in realtà sono stati nominati dai vertici dei partiti, e quindi, anche solo per motivi di decenza, dovrebbero assolvere il loro incarico, peraltro più che ragionevolmente retribuito, con il necessario zelo. E non si dica che essi debbono curare il proprio collegio elettorale poiché, dato il modo in cui sono scelti, essi rendono conto del loro operato unicamente alle segreterie dei partiti. Viene il sospetto che in alcuni casi le assenze assumano il carattere di avvertimento “mafioso” nei confronti del governo: se fate qualcosa che ci dispiace, o che dispiace a qualche nostro amico, possiamo anche dirvi di no e ridurvi quindi a più miti consigli. Tutto ciò è assolutamente inaccettabile.
Per terminare, crediamo che, se non ci si deciderà ad utilizzare veramente e con la necessaria fermezza il potere che i cittadini hanno conferito alla attuale maggioranza si rischia il diffondersi di una grave forma di delusione, con esiti imprevedibili.
Il Bertoldo
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