In una recente puntata di Anno Zero, dedicata all’azione militare israeliana contro la striscia di Gaza, il conduttore Michele Santoro, dando prova della sua solita equidistanza, ha consacrato tutto il tempo disponibile a presentare e sostenere le “ragioni” di Hamas. Nel corso della trasmissione è giunto persino a maltrattare, tanto da costringerla a lasciare lo studio, Maria Annunziata, che non tollerava lo sbracamento partigiano del Santoro, pur professando essa stessa idee di sinistra.
Il fatto ha suscitato ampie reazioni negative: da più parti è stata severamente stigmatizzata la condotta del Santoro, venuto in tal modo meno alle più elementari regole del giornalismo, che prevedono, almeno per la forma, che in ogni dibattito o inchiesta si tenti almeno di sentire le due campane, e tutto ciò in una televisione di stato, finanziata dai soldi dei cittadini. Vi è stato anche chi – e non sono stati pochi – ha chiesto che a Santoro non sia più consentito di tenere trasmissioni simili: in sostanza che venga cacciato dalla RAI.
Lo stupore e lo sdegno di quanti hanno criticato l’accaduto stupisce: è infatti noto da sempre che Santoro rappresenta quanto di più settario e sfacciatamente provocatorio esista oggi alla televisione italiana. D’altra parte egli si è adeguato pedissequamente alla tattica di Hamas, da lui tanto stimata: attaccare senza alcun motivo quelli che considera suoi nemici. Se non c’è alcuna reazione, bene, il suo “messaggio” sarà passato, altrimenti potrà assumere il ruolo del martire: in tutti i casi avrà vinto lui.
Il Bertoldo
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