Attualmente sono in corso non una ma ben tre campagne elettorali: elezioni amministrative, elezioni europee, referendum sulla legge elettorale.
Per quanto riguarda il voto amministrativo, che interessa molti comuni e provincie, abbiamo assistito, in fase di compilazione delle liste elettorali, ai soliti diverbi e malumori fra forze dello stesso panorama politico. Terminata questa fase, le campagne si svolgono, com’è ovvio, su basi locali, anche se la posta in gioco è alquanto diversa: si tratta di vedere quante amministrazioni verranno guadagnate o perse, rispetto alla situazione precedente, da ogni singola forza politica, perché poi ciascuno possa affermare di essere miglior amministratore dell’altro e quindi di godere maggior popolarità. Naturalmente, dato che ci saranno di sicuro spostamenti da destra a sinistra e viceversa in molte località, alla fine tutti potranno proclamarsi soddisfatti dell’esito.
Il referendum si terrà solo il 20 giugno, e quindi la campagna, che sarà centrata su “vota” o “astieniti” non è ancora entrata nel vivo e quindi se ne potrà parlare più tardi.
Quello che sembra però interessare maggiormente le forze politiche sono le elezioni per il parlamento europeo. Non perché si attribuisca una particolare importanza alla presenza in tale consesso (salvo naturalmente per coloro che vi entreranno, interessati soprattutto alle prebende che a tale posizione sono connesse) ma perché, a distanza di poco più di un anno dalle precedenti elezioni politiche, esse rappresenteranno un gigantesco sondaggio sulle preferenze politiche degli elettori, e quindi potranno significare il consenso nei confronti dell’attuale maggioranza, ovvero una sorta di rifiuto verso di essa.
Naturalmente gli argomenti usati non sono affatto originali né inediti, e d’altra parte essi non potrebbero esserlo, poiché non si tratta di presentare programmi per una futura azione politica, visto che l’influenza di ciascun partito sul piano europeo tende a zero. Tutti gli argomenti usati in questa campagna si riferiscono in realtà alla situazione interna italiana.
Come era da aspettarsi, il più originale ed innovatore in questo senso è stato l’uomo politico del momento, il segretario del PD Dario Franceschini. Incurante del senso del ridicolo – come del resto è sua inveterata abitudine – si limita alla solita trita campagna anti Berlusconi, origine di tutti i mali del paese (cosa c’entri tutto questo con l’Europa lo sa solo lui). Accusa l’attuale maggioranza di fare solo parole e non fatti (quali fatti concreti possano essere attribuiti al suo partito è un mistero), e per quanto riguarda l’ultimo argomento di dibattito politico, le regole sulla sicurezza e sulla immigrazione – questi sì argomenti di interesse europeo – si limita, come da copione, ad accusare di razzismo e di mancanza di solidarietà l’attuale governo.
Dall’altra parte dell’arco politico assistiamo alla sceneggiata del Presidente del Consiglio che si presenta capolista in quasi tutte le circoscrizioni, ben sapendo che dovrà rinunciare dappertutto in favore dei primi non eletti: non sembra una cosa seria, dato che sembra sia sufficiente che il suo nome compaia eventualmente nella intestazione della lista, affinché anche i più sprovveduti sappiano che il partito che andranno a votare – o a non votare – sia proprio il suo. Ed anche lui imposta la sua campagna sulla superiorità della sua parte politica nelle questioni interne…
Insomma, niente di nuovo sotto il sole.
H/T: Il Bertoldo
1 commento:
Gentile Mango
il povero Berretto a Sonagli è sceso anche lui follemente in campo, cercando di arginare ... il ritorno dei Crociati ... in Campania ... Impresa folle e ... cose turche ...
un caro saluto
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