04 maggio 2009

Integralismo

Generalmente si qualifica come integralismo in senso lato qualunque ideologia con cui si miri alla costituzione di un sistema omogeneo in cui non esista pluralità di ideologie e programmi, rigettando e delegittimando tutte le posizioni diverse dalla propria, e rifiutando qualunque compromesso affinché quest'ultima prevalga su tutte le altre.
Il termine integralismo può essere quindi riferito a diversi significati:
* integralismo religioso per indicare una visione integralista della religione
* integralismo politico per indicare una visione integralista in politica.
Per estensione spesso il termine è associato ad atteggiamenti di intransigenza, rigore, o addirittura intolleranza e fanatismo, particolarmente religioso, ma non solo.
Quando si parla di integralismo viene subito alla mente l’integralismo musulmano, che si manifesta non solo con il terrorismo anti occidentale ma anche in altre forme altrettanto temibili. Ricordiamo l’applicazione feroce della Sharia, le lapidazioni anche per comportamenti che in ogni altra parte del mondo sarebbero ritenuti al massimo scorretti, e soprattutto la discriminazione assoluta nei confronti delle donne, ritenute oggetti più che persone e private di ogni diritto civile.
Altro recente esempio di integralismo religioso lo possiamo trovare in certi ambienti israeliani: gli ultraortodossi, per esempio, hanno richiesto ufficialmente che nei trasporti pubblici vengano istituiti veicoli separati per uomini e per donne, onde evitare, in caso di affollamento, peccaminosi contatti.
Ma gli atteggiamenti integralisti non si limitano affatto al campo religioso. Abbiamo anche in Italia esempi molto noti ed evidenti di integralismo politico. Possiamo citare a tale proposito l’antifascismo: chiunque non si professi di sinistra viene regolarmente bollato come fascista e come tale considerato persona che in qualunque situazione ha torto per principio e quindi da evitare. Corollario di questo tipo di integralismo è l’interpretazione dogmaticamente falsa della Resistenza, considerata monopolisticamente come espressione esclusiva della sinistra marxista.
Un caso simile di intolleranza integralista possiamo constatarlo nell’antiberlusconismo patologico e viscerale: qualunque cosa Silvio Berlusconi faccia o dica, buona o cattiva che sia, viene immediatamente considerata anatema. Non è detto, evidentemente, che Berlusconi sia infallibile, ma da qui a ritenerlo fonte di ogni nefandezza ce ne corre. La cosa non può certamente preoccupare, almeno nell’immediato, ma a lungo andare, oltre che insopportabile e ripetitiva può diventare pericolosa.
Un’altra forma di integralismo politico può essere trovata nell’ossessione della laicità. E’ vero che in talune occasioni nel nostro paese le gerarchie religiose assumono atteggiamenti che possono infastidire, ma da qui a considerare che ogni cittadino che adegui i propri comportamenti, anche in campo politico e civile, agli insegnamenti della Chiesa di cui è membro sia un pericoloso attentatore non solo alla laicità dello stato, ma addirittura ad ogni corretta regola di vivere civile ce ne corre.
Abbiamo infine un’altra forma di integralismo: l’intoccabilità della Costituzione, anche in talune disposizioni che sono ormai chiaramente superate dal tempo, o che sono chiaramente prive di senso, ma furono introdotte a suo tempo solo per motivi di quieto vivere politico. Non si vede infatti perché tutta la legislazione debba adattarsi ai tempi ed alle situazioni attuali, come del resto si chiede anche alle autorità religiose di fare, ma si rifiuti ostinatamente ogni tentativo di riforma dell’organizzazione dello Stato, come se ciò costituisse in ogni caso un tentativo di instaurare nel nostro paese forme di dittatura oggi inconcepibili nel mondo occidentale.
In ciò la strenua difesa della Costituzione, giudicata inviolabile, si collega chiaramente con l’intolleranza antifascista di cui già si è detto. Non per niente i più strenui difensori non solo dello spirito ma anche della lettera della Costituzione sono i partiti di sinistra, più o meno estrema, che si dichiarano anche ad ogni piè sospinto antifascisti. Che poi l’ideologia di questi partiti sconfini spesso in forme di intolleranza e di sostanziale totalitarismo del tutto affine, quando non peggiore, di quella fascista, non è cosa che li preoccupi assolutamente.
Il Bertoldo

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