14 maggio 2009

Sbarchi e imbarchi

In questi giorni l’argomento principe di discussione, e non solo in Italia, è la questione della sicurezza e più in particolare l’incontrollato arrivo di clandestini attraverso il Canale di Sicilia. La stipula di accordi specifici con il governo libico consente ormai di rimandare al paese d’imbarco i natanti sorpresi fuori dalle acque territoriali italiane.
La messa in esecuzione di questi accordi ha permesso ultimamente di ricondurre in Libia alcune centinaia di clandestini, provenienti un po’ da tutti i paesi d’Africa, ma partiti da poti libici, e ciò ha procurato un vero vespaio di proteste da parte dei partiti di opposizione – che come al solito si sono limitati a deprecare, senza mai dare un suggerimento utile alla soluzione del problema – del Vaticano e dell’ONU.
Caratteristica comune di tutte queste proteste, che variano dall’accusa di violazione dei diritti umani alle accuse di razzismo, è il richiamo alla solidarietà, all’accoglienza indiscriminata, alla doverosa ospitalità nei confronti di chi è meno fortunato, e via dicendo. Mai una parola è stata detta sulla questione principale che resta sempre il fatto che è il nostro paese che, secondo chi protesta, dovrebbe accogliere tutti coloro che per qualsiasi ragione desiderano entrarvi; mai una volta il richiamo alla solidarietà ecc. è stato accompagnato dall’offerta di ospitare parte di questi disgraziati, in modo da condividere il dovere dell’ospitalità.
D’altra parte in questo generoso anelito all’accoglienza si è evidentemente del tutto trascurato di prendere in considerazione quali sono le legittime preoccupazioni di chi dovrebbe farsi carico di questi migranti; nessun accenno ai costi che l’ospitalità comporta e quindi nessuna proposta di assumere parte di tali costi; nessuna considerazione del fatto che le leggi di ogni paese vanno rispettate; e soprattutto è trascurato il fatto che, in un momento di grave crisi mondiale, con la conseguente perdita di posti di lavoro, non è possibile offrire alcuna sistemazione decente a queste persone, che sarebbero fatalmente e per necessità spinte a svolgere attività illegali quando non addirittura criminali.
Nulla può fermare le anime belle nella loro generosità a spese altrui. E’ vero che non tutti i critici sono cristiani, ma tutti dovrebbero ricordare che “la carità incomincia a casa propria”. Per quanto poi riguarda la supposta violazione dei diritti umani, denunciata dall’ONU, sarebbe bene che, prima di accusare a vanvera paesi come l’Italia, l’organizzazione si desse una mossa nei confronti di tanti paesi membri che i diritti umani non sanno neppure cosa siano.
Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi chiedo cosa succederebbe se l'Italia permettesse a tutti i disperati del mondo di sbarcare nel proprio territorio e dopo averli lavati, vestiti e rifocillati, dato loro una parvenza di documento, gli comprasse un bel biglietto di treno per una qualsivoglia destinazione europea e con 50 o 100 euro in mano li spedisse in giro per l'Europa.
Quanto durerebbe Scenghen?
Bye, Fabrizio