11 luglio 2009

Evasori

Puntuale come le fasi lunari, nei giorni scorsi è stato diffuso il solito trionfale comunicato della Guardia di Finanza che annuncia alle plebi festanti che nel corso dei primi cinque mesi dell’anno sono stati scovati redditi nascosti per oltre 13,7 miliardi, oltre a recuperi di IVA dovuta e non versata per 2,3 miliardi e rilievi per IRAP per 8,7 miliardi. Sarebbero stati scoperti 3.200 evasori totali o paratotali che avrebbero nascosto redditi per ben 8 miliardi.
Da queste notizie sembra quindi che anche quest’anno il fisco stia raccogliendo un buon bottino e che di questo passo ben presto non ci sarà più bisogno di manovre, manovrine e quant’altro la fervida fantasia dei nostri governanti quotidianamente inventa al fine di spremere quanto più possibile il Paese.
Purtroppo però queste “buone” notizie nascondono un grosso “ma”, che non le fa apparire così buone. Già più volte, con svariati governi, fu sottoposto al Ministro competente un interrogativo in proposito, nel quale in buona sostanza si chiedeva di sapere quanti di questi “accertamenti”, una volta esauriti tutti i gradi di giudizio che la procedura prevede in difesa del contribuente, si trasformino in vere e proprie riscossioni di imposte, penalità, interessi, ecc., sia in relazione al numero di accertamenti che in relazione all’importo delle evasioni .
La risposta, piuttosto imbarazzata, oltre che ampiamente insoddisfacente, fu sempre che non esistevano statistiche che precisassero gli elementi richiesti, assicurando naturalmente che erano in corso studi per tenere sotto controllo il fenomeno.
Ad una precisa richiesta poi se la scoperta di “evasioni” comportava conseguenze sulle carriere dei funzionari o militari a ciò addetti, indipendentemente dal successivo esito dei contenziosi che inevitabilmente conseguono, venne risposto che “in linea di massima” ciò non accade.
Da recenti informazioni della Corte dei Conti sembra che l’effettivo recupero si arresti di fatto a poco più del 7% del contestato: evidentemente nella fattispecie si tratta di cittadini che non sono evasori, oppure di cittadini abbastanza furbi da riuscire a non pagare nulla, anche in presenza di sentenze di condanna. Viene spontanea la domanda se, sulla base attuale di funzionamento, il gioco valga la candela.
Lungi da noi l’idea di avanzare sospetti ingiuriosi in proposito, ma ci sembra che in un paese normale, come sia le destre che le sinistre vorrebbero che il nostro fosse, non si dovrebbero diffondere trionfalmente notizie assolutamente fuorvianti come queste, tenuto conto che, a quanto ci risulta, almeno il 50% degli “accertamenti” vengono annullati già dalle commissioni tributarie di primo grado, né si dovrebbero bollare pubblicamente come “evasori” cittadini semplicemente indiziati di aver sottratto materia imponibile allo Stato, almeno finchè, come recita il dettato costituzionale, non sia passata in giudicato una sentenza definitiva di condanna. Riteniamo che un po’ di serietà non guasterebbe e che il garantismo tanto di moda adesso dovrebbe essere esercitato anche in materia tributaria.
Il Bertoldo

4 commenti:

Il solito Anonimo ha detto...

Ciao Mango, ti segnalo questo articolo de 'L'Unità' (?!?!?): non sanno neanche stampare le tessere di partito e vorrebbero governare l'Italia?

renzone ha detto...

Ehi anonimo, non vorrei sparare sulla croce rossa, ma a Napule....[url=http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/pd-inchiesta-tessere/pd-inchiesta-tessere/pd-inchiesta-tessere.html]click[/url]

renzone ha detto...

pardon....

http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/pd-inchiesta-tessere/pd-inchiesta-tessere/pd-inchiesta-tessere.html

ThankSilvio ha detto...

Un saluto al mitico mango!!!

A proposito di evasione, leggetevi l'intervista col direttore dell'Agenzia delle entrate

http://rassegna.governo.it/rs_pdf/pdf/MX9/MX91B.pdf