03 settembre 2009

Boffonate

La polemica Feltri-Boffo è ormai diventata piuttosto stucchevole, e dimostra ancora una volta che in Italia la politica non rispetta affatto i dettami della “nobile arte” che vietano assolutamente i colpi sotto la cintura: ormai il grosso delle argomentazioni politiche colpisce l’avversario sotto la cintura e non solo in senso figurato ma soprattutto in senso fisico. Mai tanto interesse è stato dedicato dai mezzi di informazione e dai principali interpreti della politica alle questioni sessuali.
Tuttavia, al di là delle argomentazioni pro o contro l’uno o l’altro dei contendenti svolte in proposito sia dai giornali che da importanti personaggi della vita politica e del clero, la vicenda si presta ad alcune ulteriori considerazioni.
Innanzi tutto, si nota che tutte le parti che sono intervenute nel dibattito hanno chiaramente dimenticato l’insegnamento della Chiesa: si condanna il peccato, non il peccatore; e ciò è tanto più grave da parte di alcuni alti prelati che, oltre ad assolvere il peccatore, come è giusto e cristiano, sembrano voler assolvere anche il peccato, purché si tratti del peccato dei propri sodali.
Provoca poi un senso di malinconia, se non l’ilarità, la giustificazione addotta dal Boffo, secondo il quale egli avrebbe accettato di “sporcare” la propria fedina penale solo per un senso di cristiana solidarietà verso il vero autore del fatto punito dal tribunale. Se ciò fosse vero – ed il tribunale ha rifiutato di prendere in considerazione l’argomento – il Boffo avrebbe anche commesso altri reati: falsa dichiarazione alla giustizia, incolpandosi di un fatto commesso da un terzo, intralcio alla giustizia rifiutandosi di rivelare il vero colpevole, ed infine autocalunnia: forse, come dicono in laguna, “xe peso el tacon del buso”…
Ci sembra poi francamente esagerato quanto affermato da parte di molti politici di sinistra che questa polemica mette in pericolo la democrazia: se bastasse ricordare pubblicamente una condanna subita da un personaggio pubblico per mettere in pericolo la democrazia in Italia, se ne dovrebbe concludere che viviamo in una democrazia molto fragile, e d’altra parte sono molti i rappresentanti politici che, ove si ricordassero i loro trascorsi giudiziari, metterebbero a repentaglio gli equilibri e la libertà del paese.
Desta poi stupore l’incondizionato sostegno nei confronti del clero intervenuto sull’argomento da parte di molti che non perdono occasione per sottolineare i pericoli che corre la laicità dello stato a causa delle continue “invasioni di campo” denunciate in altre occasioni (divorzio, aborto, manipolazioni genetiche ecc.). Che tutta l’opposizione stia subendo un interessante e lodevole processo di conversione? Oppure non si tratta di una illuminazione sulla “via di Damasco” ma solo di piccoli interessi di bottega che non esitano ad atteggiarsi a moralisti su questioni di letto e dimenticano tutti gli altri peccati capitali e gli altri comandamenti?
Il Bertoldo

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