06 ottobre 2009

Colpi Di Pietro

L’onorevole Antonio Di Pietro è universalmente noto, oltre che per la sua attività politica, anche come raffinato conoscitore e cultore della lingua italiana. Non si sapeva però che fosse un altrettanto sottile intenditore ed interprete della cultura classica, al punto di presentare una sua particolare e personale versione di una famosa e lapidaria frase latina inserita da Tito Livio nelle sue Storie.
In occasione della recente votazione alla Camera del decreto che istituisce il cosiddetto “scudo fiscale” ha infatti stigmatizzato l’assenza di molti esponenti dell’opposizione ed in particolare del PD esclamando solennemente e severamente: “Mentre a Roma si fanno chiacchiere Sagunto non viene espugnata”. Com’è noto se l’innovativa versione del leader dell’Italia dei Valori fosse quella vera, non ci sarebbe stata la seconda guerra punica, con tutto quello che ne seguì.

Sempre l’ineffabile ex magistrato ha avuto il buon gusto e la signorilità di definire “vile” il Presidente Napolitano per aver firmato e quindi promulgato il decreto che, fra altre cose, dà il via al cosiddetto "scudo fiscale". Una simile affermazione , che vorrebbe in sostanza arruolare nelle proprie file in servizio permanente effettivo anche il Presidente della Repubblica in funzione anti Berlusconi, è stata fortunatamente stigmatizzata da tutte le parti politiche. Alcuni esponenti del PD hanno addirittura sostenuto che è impossibile rimanere alleati di un simile figuro: vedremo se alle parole seguiranno i fatti.
Tuttavia va rilevato che da parte di un ex membro della magistratura, che come tale aveva il compito di assicurare l’osservanza della legge, e che tuttora si erge comunque a giudice dei comportamenti altrui, sembra piuttosto incongruo l’ignoranza dell’articolo 278 del codice penale che infligge una pena di reclusione da uno a cinque anni a chiunque offenda l’onore ed il prestigio del Presidente della Repubblica.
Evidente il campione della lotta contro il “lodo Alfano”, pensa comunque di essere, per diritto divino, destinatario unico dell’immunità da ogni procedimento penale. Siamo comunque in attesa di vedere se la magistratura aprirà un fascicolo nei suoi confronti, anche se nutriamo poca fiducia. Come dice il vecchio proverbio “cane non mangia cane”, alla faccia dell’imparzialità…
Il Bertoldo
Vignetta: El Ciuco Rubro

Nessun commento: