01 dicembre 2009

Unione Europea?


Se ne è fatta di strada da quel 25 marzo 1957 quando, con la firma del Trattato di Roma che istituiva la Comunità Economica Europea, si fece la prima stesura di quella che ora, dopo il rifiuto del precedente Trattato di Parigi e l’approvazione del Trattato di Lisbona, dovrebbe rappresentare una sorta di costituzione dell’Unione Europea.
Purtroppo non sempre tutto ciò che è nuovo è migliore di quanto esisteva in precedenza; e soprattutto non è vero che i successivi trattati che hanno regolato la materia abbiano avvicinato la creazione di una Europa più democratica e nella quale i singoli cittadini godano di maggiori libertà di quante ne godessero nei rispettivi paesi. Ne sono prova alcuni recenti episodi che vale la pena di ricordare.
Come primo esempio è doveroso citare i vari trattati che hanno regolamentato il funzionamento dell’Unione, per terminare con quella sorta di Costituzione Europea che è rappresentata dal Trattato di Lisbona. In questo documento, frutto delle trattative delle singole diplomazie e burocrazie nazionali, si definiscono i criteri che dovranno reggere l’Unione. Fra le numerose disposizioni in esso contenute ne manca una essenziale, che ne determinerebbe il carattere veramente democratico: la richiesta del parere delle centinaia di milioni di cittadini europei che a quelle disposizioni dovranno sottomettersi. Né prima della ratifica, né dopo è previsto alcun tipo di referendum che permetta di conoscere cosa ne pensino gli europei: evidentemente si considera che il “popolo” non sia abbastanza cosciente ed intelligente per esprimere un parere valido su ciò che enti a lui “superiori” ritengono sia il suo interesse.
Un’altra anomalia è costituita dal fatto che gli organi esecutivi per eccellenza, la Commissione ed il Consiglio di Ministri, non siano formati da elementi eletti, ma da soggetti nominati direttamente dagli Stati membri, secondo alchimie e proporzioni che sfuggono ad ogni controllo democratico: né vale l’argomento che i governi dei singoli stati siano essi stessi organi democratici, in quanto spesso essi lo sono solo in seconda istanza, non essendo stati eletti direttamente ma unicamente nominati dai veri eletti.
D’altra parte tutto ciò è assolutamente coerente con l’intento egemonico di alcuni stati più importanti, che intendono forgiare le politiche comunitarie solo in funzione dei propri interessi nazionali, disinteressandosi profondamente dell’interesse comune e di quello degli stati minori in particolare.
Analogamente i poteri legislativi sono in massima parte riservati alla Commissione, che opera attraverso la burocrazia comunitaria formata, secondo precise alchimie, da membri delle burocrazie dei singoli stati. Ora, se c’è una funzione che deve essere direttamente svolta da un organo elettivo questa è certamente la funzione legislativa.
La dimostrazione di quanto affermato in precedenza la si è avuta in occasione della nomina del Presidente della Unione e del suo ministro degli esteri, due funzioni assolutamente fondamentali se si intende veramente presentare l’Unione Europea come una entità in grado di agire validamente sul piano internazionale. Si sono nominate a tali funzioni due personaggi del tutto sconosciuti ed incolori, che non potranno che essere succubi del volere dei governi degli stati più influenti, confermando in tal modo la convinzione che non di una vera e coerente unione si tratti ma unicamente di un raggruppamento di stati che agiranno uniti solo e se gli interessi dei principali fra di essi troveranno un terreno comune d’intesa.
Il Bertoldo

3 commenti:

Il solito Anonimo ha detto...

Test per verificare quanto sia radicata l'identità europea negli italiani medi: ai prossimi mondiali di calcio (e ad ogni evento sportivo) invece di partecipare con le singole nazionali, partecipiamo con la nazionale europea. Sei d'accordo? Pensi che sia fattibile? Tiferai anche se l'unico italiano presente sarà Buffon?

Nessie ha detto...

Come forse saprai, Mango, io sono contraria al Trattato di Lisbona di cui ho pubblicato già numerosi post e che considero una svendita della Patria e una cessione di sovranità.

Nobile di Treviso ha detto...

si li avevo letti.... ;-)