29 gennaio 2010

Fatti e Opinioni

Tante cose e dichiarazioni si sono succedute in questi ultimi tempi, e forse vale la pena di fare alcune considerazioni in proposito.
Al primo posto conviene collocare la questione Puglia. Domenica scorsa si sono tenute in quella regione le “primarie” per la scelta del candidato delle sinistre alla presidenza regionale. Come è noto il candidato del PD è stato sonoramente battuto dal presidente in carica, Nichi Vendola, rappresentante dell’ultra sinistra (potremmo definirla oggi extraparlamentare, in quanto non rappresentata in parlamento), e sono subito iniziate le polemiche nei confronti dell’attuale segretario Bersani, accusato di totale incapacità. Per smentire tali voci, Bersani ha immediatamente concluso un “patto d’acciaio” con il partito dell’ex questurino Di Pietro, in tal modo consegnandogli di fatto la guida del partito. Come prova di indipendenze e capacità gestionale e politica, non c’è male. Forse, per tenere unito il partito, non ha trovato di meglio che avvalorare con i fatti l’ipotesi della propria totale inettitudine a rivestire il ruolo affidatogli dal partito. Complimenti!
Il terremoto pugliese delle sinistre ha avuto ripercussioni anche sul centro destra. Infatti il partito dell’on. Casini, l’UDC, che perseguendo la propria politica pendolare progettava in Puglia di allearsi con il PD se il candidato non fosse stato Vendola, si è trovato scoperto ed ha pensato di presentare un proprio candidato, nella persona di una transfuga del centro destra, la signora Poli Bortone, ex AN e particolarmente amante delle poltrone.
Come seconda mossa, l’UDC ha pensato di riavvicinarsi al PDL, incurante della incoerenza rappresentata dal fatto che evidentemente stare con la sinistra o con la destra non dovrebbe essere esattamente la stessa cosa, sempre che naturalmente l’UDC dispnga di una propria precisa ideologia. Ma questi sono chiaramente aspetti del tutto ininfluenti. Naturalmente l’UDC ha chiesto al PDL di accettare come propria la candidatura della Poli Bortone. Il PDL, che aveva già pensato ad un proprio candidato, ha chiesto a questi ed a quello dell’UDC di farsi da parte per scegliere di comune accordo un nuovo nome. Mentre il candidato PDL ha accettato, la signora ha rifiutato, mandando quindi all’aria la possibilità di un accordo. Forse Casini pensava di poter svolgere nella coalizione di centro destra il ruolo che Di Pietro si è assicurato nella coalizione avversa, ma sembra che il gioco abbia poche possibilità di riuscire, anche perché la personalità di Berlusconi è alquanto diversa da quella di Bersani.
Un altro argomento che ha tenuto banco sulla stampa è stata l’infelice uscita del ministro Brunetta, secondo il quale sarebbe opportuna una legge che obbligasse chiunque, al compimento del diciottesimo anno, a lasciare la casa paterna per mettersi da solo. Lasciando da parte ogni commento sulla stravaganza di una simile proposta, (l’autore della brillante idea ha confessato di essere rimasto nella casa dei genitori fino ai trent’anni) va rilevato che anche il piccolo ministro è rimasto vittima della diffusa convinzione che ogni problema della vita, compresi quelli che riguardano unicamente gli individui nel loro essere privato, possa e debba essere risolto con l’emanazione di leggi. Forse l’on. Brunetta non ricorda il verso dantesco “le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”, particolarmente seguito nel nostro paese, forse per rispetto verso il divino poeta.
Il Bertoldo

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