19 febbraio 2010

ANM: Licenza di uccidere

Tutti ricordano certamente il primo film della serie James Bond, che aveva come titolo “007 Licenza di Uccidere”. In esso si narravano le avventure di un agente segreto, appunto contraddistinto dalla sigla 007, che godeva della libertà di fare uso delle armi, in caso di necessità, contro eventuali nemici, senza dover temere conseguenze giudiziarie nel proprio paese. Va ricordato tuttavia che lo stesso agente rischiava ogni volta la propria vita: se nessuna conseguenza giudiziaria poteva colpirlo per le sue azioni anche estreme, tuttavia era pur sempre esposto al rischio che il suo avversario potesse comunque colpirlo per primo e metterlo a tacere per sempre.
Ogni volta che penso alla nostra magistratura ed all’Associazione Nazionale Magistrati, che la rappresenta, mi torna in mente quel film. Anche in Italia esiste un ordine – la magistratura appunto – che gode della più assoluta e totale immunità ed impunità e dispone della licenza di uccidere (in generale metaforicamente, ma in qualche caso in senso letterale) senza temere alcuna conseguenza.
Una differenza molto importante tuttavia c’è con l’assunto del film. Mentre 007, ogni qualvolta si accingeva ad uccidere un avversario rischiava di essere a sua volta ucciso, nel caso della nostra magistratura il pericolo non esiste. Essa può uccidere del tutto tranquillamente, certa che nessuno potrà impedire il crimine o farne pagare le conseguenze. Tanto più tranquilla può stare se la vittima designata appartiene ad una ideologia non di sinistra e se grazie al delitto sarà possibile facilitare la vittoria delle sinistre, cui la maggior parte dei magistrati politicamente attivi sembra appartenere.
Nel nostro ordinamento costituzionale era stato previsto che a fronte dell’assoluta (ed a mio modo di vedere del tutto esagerata) indipendenza della magistratura fosse prevista una protezione per gli eletti del popolo contro eventuali abusi giudiziari. In occasione del cosiddetto periodo di “Mani pulite” la classe politica decise – del tutto irresponsabilmente – di suicidarsi, togliendo autonomamente le protezioni previste dalla costituzione e mettendosi in tal modo completamente nelle mani della correttezza e della buona fede, peraltro molto discutibili, di una classe di funzionari statali nominati per concorso (talvolta opportunamente truccato) che non gode di alcun investitura popolare, pur disponendo di fatto del potere di annullare le decisioni e la volontà degli elettori.
Da quanto detto è possibile ricavare la conclusione che l’attuale situazione, del tutto unica nel mondo civile e che si definisce democratico, è stata voluta da una classe politica inetta e vile, assolutamente incapace di interpretare correttamente quel sistema di pesi e contrappesi previsto dalla legge fondamentale, ed ora non solo i politici inquisiti, spesso a torto, ma tutto il paese soffre dell’anomalia. In fondo la magistratura non ha fatto che seguire il principio fisico che ogni vuoto viene occupato da chi è più lesto ad approfittarne. Ciò che disgusta è il considerare che da decenni tutti i partiti politici promettono riforme a loro dire indispensabili per il buon funzionamento del paese – peraltro senza che mai sia stato precisato cosa si intendesse per riforme – ma nulla di concreto è mai stato realizzato per l’insipienza e la codardia delle forze politiche, siano esse di destra, di sinistra o di centro.

1 commento:

sem_07it ha detto...

Coma NON essere d'accordo!!