Aspirante dittatore

L’aspirante dittatore Di Pietro ha solennemente e rumorosamente proposto che nei confronti del Presidente Napolitano venga avviata la procedura di “impeachment”, ignaro del fatto che tale istituto è tipico della legislazione americana e non esiste nel nostro ordinamento il quale, nei confronti del Presidente della Repubblica, prevede soltanto la messa in stato di accusa, davanti al Parlamento riunito in seduta comune delle due Camere, per il reato di alto tradimento. E pensare che l’ex questurino, ex magistrato, ex ministro si ritiene un esperto di diritto…
Comunque appare chiaro che una simile richiesta tende a provocare, con le continue minacce di sovversione nei confronti dei poteri costituiti, un terremoto istituzionale, nel corso del quale egli spera di afferrare una fetta importante di potere, aumentando quella quota che già gli è stata delegata dall’insipienza del segretario del PD. E’ curioso constatare che proprio quella parte politica che si vanta di essere depositaria dei sacri valori dell’antifascismo appoggi un avventuriero che, con il continuo richiamo alla piazza ed alla necessità di demolire gli avversari, segue quasi pedissequamente le orme del fascismo movimentista che prese il potere nel 1922 intimorendo la monarchia, il governo ed il Parlamento, grazie anche al pavido ed improvvido sostegno di alcuni esponenti democratici che ritennero di trovare in Mussolini la soluzione ai problemi del paese.
C’è da augurarsi che le attuali istituzioni trovino la forza di resistere, anche se l’appoggio incondizionato all’insensato piano di Di Pietro da parte non solo delle opposizioni ma anche da parte di certi settori della maggioranza non facciano presagire niente di buono.
Il Bertoldo