Le statistiche sembrano indicare che il numero di cristiani che frequentano regolarmente la Chiesa e prendono parte alla sua vita è in continua diminuzione: sembra che si stia assistendo ad una graduale scristianizzazione dell’Italia. Tuttavia, quale che sia il comportamento dei singoli, com’è stato più volte autorevolmente affermato, non è possibile che vengano totalmente ignorate, sia pur inconsciamente, le radici cristiane che stanno alla base della nostra civiltà e cultura.
In particolare appare indubitabile che almeno una metà di quanto affermato in un versetto del Vangelo sia non solo di estrema attualità ma addirittura attivamente praticato. Ci riferiamo al famoso “oportet ut scandala eveniant” (Luca 17,1) (ci si dimentica ovviamente della seconda parte dello stesso versetto: “ma guai a colui per il quale tali scandali avvengono”). E’ infatti sotto gli occhi di tutti il proliferare non solo di comportamenti scandalosi – in tutti i sensi – ma anche di pseudo scandali creati appositamente e maliziosamente con l’unico scopo di aumentare le tirature e l’audience oppure di nuocere agli avversari, politici, in affari o semplicemente per motivi personali, compreso il desiderio di apparire pubblicamente da parte di magistrati particolarmente ambiziosi.
Anche se tutti sono a conoscenza degli ultimi “fattacci”, vale la pena di ricordare alcuni scandali, spesso rivelatisi semplici bolle di sapone, che però hanno fatto molto rumore, degli ultimi tempi.
Si può cominciare con la faccenda Del Turco: la magistratura non ha esitato a perseguitare, sembra senza prove consistenti, un politico che forse non era particolarmente gradito, pur militando nelle forze di sinistra: vita e reputazione rovinata, senza alcuna conseguenza di alcun genere per i persecutori.
Sono poi seguiti gli scandali cosiddetti “a luci rosse”: il caso Noemi, poi quello D’Addario, grazie ai quali si sono rovistati, con dubbio gusto, alimentati anche dalle sconcertanti dichiarazioni della signora Veronica Lario, i veri o presunti gusti personali ed intimi del Presidente del Consiglio. Anche in questo caso tutto si è concluso con molto chiasso ma un nulla di fatto.
Abbiamo anche assistito alle lotte intestine alla magistratura, con i reciproci sequestri ed accuse fra le Procure di Catanzaro e di Caserta, esempio luminoso del rispetto della legge e della decenza da parte di chi dovrebbe essere di esempio ai cittadini: anche in questo caso, molto rumore per nulla, ed anzi promozioni per i responsabili.
Altro scandalo è stato rilevato negli interventi – peraltro sempre tempestivi e ben riusciti – della Protezione Civile in varie occasioni: non è ben chiaro di quali elementi precisi disponga la magistratura nei confronti del responsabile Bertolaso, ma intanto il solo annuncio ha scatenato la canea delle opposizioni, sempre giustizialiste quando le persone coinvolte non appartengono alle parrocchie di sinistra.
Da ultimo è scoppiata la grande operazione Fastweb/Telecom: si parla di ben due miliardi di Euro nascosti al fisco, con episodi di corruzione, riciclaggio ed altre simili amenità. In tale occasione è stato pure rivelato che un senatore sarebbe stato eletto con l’appoggio della n’drangheta, probabilmente non gratuito.
Infine, giusto per ravvivare l’attenzione del pubblico, va ricordato che per una negligenza (colpevole o dolosa?) da parte di esponenti del PDL, questo partito non potrà partecipare alle prossime elezioni regionali nella provincia di Roma. Le scuse accampate dai responsabili sono ridicole e pietose, tanto da far pensare ad una ben congegnata operazione di sabotaggio.
Non si pretende di aver ricordato tutti i fatti e fatterelli che hanno animato le cronache politiche del nostro paese in questi ultimi mesi .Tuttavia, nella nostra elencazione, manca lo scandalo più grave e più continuato della storia italiana: quello di una magistratura che, forte della impunità di cui gode, si riserva il diritto di violare a proprio piacimento la legge, compresa quella fondamentale.
Va ricordato infatti che la Costituzione, all’art. 111, 3° comma, dice espressamente che: “nel processo penale la legge assicura che la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico…”.
Sempre la Costituzione all’art. 15 dispone: “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”. Quanto queste disposizioni siano rispettate dalla magistratura è noto a tutti.
Il Bertoldo
1 commento:
Ti sei scordato lo scoop di Littorio Feltri su Dino Boffo, "noto omosessuale" secondo un'informativa della polizia che lo stesso Feltri ha ammesso, qualche mese più tardi; essere una bufala conclamata...
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