Ancora una volta un insignificante magistrato in cerca di pubblicità, svolgendo la consueta attività di “guardone” telefonico che sembra appassionare buona parte degli addetti alla “giustizia”, avrebbe ascoltato una conversazione fra il Presidente del Consiglio (che in quanto parlamentare non potrebbe essere sottoposto ad intercettazione telefonica senza autorizzazione della Camera cui appartiene, come stabilisce l’ultimo comma dell’art. 68 della Costituzione) ed un altro interlocutore, sulla base della quale avrebbe ritenuto doveroso indagare su presunte illegalità commesse dal premier.
A questo punto è incominciata la solita solfa: la notizia è stata subito passata alla stampa, ovviamente quella impegnata, il premier ha rilasciato la solita filippica nei confronti di una certa magistratura politicamente caratterizzata, i rappresentanti dei magistrati hanno levato alte grida di allarme per la democrazia in pericolo e per il tentativo di delegittimare la magistratura (come se essa non ci pensasse già autonomamente a delegittimarsi con i suoi comportamenti, le sue lungaggini e le sue spesso stravaganti sentenze): insomma tutto il solito spettacolo già visto innumerevoli volte.
E’ proprio sulla base dell’ennesimo teatrino che, parafrasando maccheronicamente il detto latino possiamo affermare che “repetita stancant”. La nostra opinione è che la magistratura impegnata fa benissimo a comportarsi in questo osceno modo, dato che in almeno due legislature e malgrado le ripetute promesse il centro destra, guidato proprio dal soggetto preso di mira dai tribunali, non ha fatto nulla per riportare il comportamento degli esponenti della cosiddetta giustizia a comportarsi in modo coerente con la decenza e la democrazia. A meno che, in fondo, la persecuzione giudiziaria non venga ritenuta un valido argomento per raccogliere simpatie nei confronti della vittima.
E’ del tutto inutile continuare a deprecare il comportamento di certi magistrati se, pur disponendo di una maggioranza numericamente inattaccabile, non si è mai neppure tentato di proporre un organico progetto di riforma: un vecchio adagio diceva che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Quando finalmente vedremo una maggioranza che, oltre che ad occuparsi di rifiuti e di costruzioni per i terremotati – cose peraltro necessarissime e lodevoli – affronterà con la necessaria energia quelli che sono i veri problemi del nostro paese: una giustizia assolutamente ingiusta ed inadeguata, delle leggi elettorali assurde, un sistema fiscale paralizzante, un’eccessiva massa di parassiti, una legislazione pletorica, incomprensibile e farraginosa, spesso inutilmente persecutoria, un sistema sociale e pensionistico del tutto inadatto al tempo attuale, ed altri numerosi problemi che ciascuno potrà elencare a suo piacimento.
O forse la maggioranza è composta solo da un’accozzaglia di personaggi che hanno come unico scopo quello di mantenere la propria poltrona – fare il politico è sempre meglio e meno faticoso che lavorare – e che di conseguenza non fanno nulla per evitare di urtare qualcuno e quindi di perdere i voti necessari al proprio mantenimento in carica a tempo indeterminato?
Il Bertoldo
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