10 dicembre 2010

Sinistre

Da qualche tempo nei cosiddetti talk-show televisivi, sui giornali e soprattutto all’interno del Partito Democratico è in corso un vivace dibattito sui destini della sinistra italiana, sull’inconsistenza e genericità dei suoi programmi, sulla sua apparente vocazione alla sconfitta, eccetera.
Innanzitutto non è ben chiaro che cosa si intenda per sinistra: sembra infatti che il nome derivi dal fatto che i sedicenti progressisti – in realtà biechi conservatori – sono usi a prendere posto, nelle aule parlamentari, nel lato sinistro rispetto alla posizione di chi presiede la seduta. Come sigla di un programma politico sembra piuttosto poco. D’altra parte la parola sinistra ha, nel vocabolario italiano, dei significati molto poco lusinghieri. Come aggettivo, sinistro e sinistra, significano funesto, infausto, avverso, sfavorevole, di cattivo augurio o addirittura minaccioso, ostile, torvo, truce, che rivela ostilità, che costituisce un pericolo. Come sostantivo esso indica incidente, disastro, disgrazia, ed è un termine comunemente usato dalle compagnie di assicurazione.
Ma tralasciamo ogni facile facezia in merito e vediamo un po’ qual è la situazione delle sinistre italiane in genere e del loro partito più rappresentativo, il Partito Democratico. Come ogni partito esistente, in qualsiasi parte del mondo, anche il Partito Democratico, così come gli altri partiti – peraltro assai numerosi – che si definiscono di sinistra, aspira a raggiungere un consenso tale che gli permetta di governare e di realizzare i propri programmi. Ed è qui che, come si suol dire,casca l’asino: per poter diventare maggioranza nel paese una forza politica deve avere un programma, e tale programma deve essere tale da convincere gli elettori – e non solo quelli tradizionalmente di sinistra ma soprattutto almeno una buona parte di coloro che abitualmente votano a destra – a dargli fiducia.
Per quanto riguarda il programma, a parte generiche affermazioni sulla necessità di favorire il lavoro, rendere più equo il sistema fiscale (dalle sinistre sempre interpretato come opportunità di aumentare le tasse), e simili piacevolezze, l’unico punto sul quale sono irremovibili è: cacciare Berlusconi. Il che significa che, una volta ottenuto ciò, non avranno più alcun programma, e senza programma sembra difficile convincere chi è sempre stato diffidente nei confronti delle sinistre in genere.
Ma il vero punto paradossale è un altro. Dato che negli ultimi tempi le sinistre sono sempre state sconfitte, talvolta anche in modo clamoroso, per poter vincere è necessario conquistare una parte dell’elettorato che finora ha dato le proprie preferenze al centro destra. Tuttavia sembra scarsamente probabile che si riesca a convincere coloro che, avendo votato centro destra e Berlusconi in particolare, sono sempre stati definiti deficienti, ignoranti, buzzurri, corrotti, evasori fiscali, truffatori eccetera. Non sembra che il miglior modo per ottenere il consenso di qualcuno sia quello di insultarlo sistematicamente… Eppure, in una vera democrazia l’esistenza di una vera e seria opposizione è fondamentale per assicurare la necessaria alternanza.
Se queste sono le premesse sembra proprio che il miglior modo per incrementare il berlusconismo sia quello di attaccarlo così stupidamente, senza alcun programma alternativo. Evidentemente i condottieri della sinistra, come tutti i veri conservatori, vogliono mantenere a tutti i costi le proprie posizioni, evidentemente molto comode, e senza responsabilità: avendo già ripetutamente dimostrato di non saper essere maggioranza, dimostrano di non essere neppure capaci di fare una opposizione intelligente.
E poi i cretini sarebbero gli altri!
Il Bertoldo

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