18 gennaio 2011
Il caso Ruby insegna una verità: siamo tutti nel «Grande fratello»
"Se ho capito bene la Procura - non voglio pensare al tempo e ai soldi spesi per venire a capo della faccenda, sarebbe far i conti della serva, perbacco - ha seguito, via tabulati, gli spostamenti spazio-temporali del telefonino di Ruby (non di Ruby, questo è evidente: del suo telefonino) venendo a scoprire che il suddetto telefonino è entrato, sostato e uscito da Arcore tot volte per tot ore in tot giorni e tot notti. Ma il bello viene adesso: pare si sia giunti a determinare - lo attesterebbe, appunto, l’«asso probatorio» - anche il se, il dove e il quando la detentrice del telefonino (o il detentore, perché no? Essendo mobile, il telefonino può passare di mano in mano e di comodino in comodino) ha commesso atti impuri. E perfino - oh stupore, oh meraviglia - con chi!"
L'articolo
H/T: Moby
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