05 febbraio 2011

Delirio

Come abbiamo già segnalato in una precedente nota il noto svaligiatore notturno di conti bancari Giuliano Amato, preoccupato (chissà perché solo ora e non quando è stato più volte al governo) per l’ammontare del debito pubblico italiano, ha pensato bene di proporre una nuova tassa per cercare di ridurlo. Secondo la sua ipotesi, si dovrebbe tassare circa un terzo dei contribuenti italiani per un importo di 30.000 euro ciascuno, in modo da ridurre la percentuale del debito sul PIL da oltre il 115% a circa l’80%. La giustificazione per una simile proposta indecente è che in tal modo lo stato, afflitto da una minor massa di debito, potrebbe rilanciare l’economia, riteniamo continuando ad indebitarsi e ricominciando ad aumentare il debito pubblico, operazione nella quale il nostro è un noto esperto.
Non si capisce perché, sottraendo ulteriori risorse ai cittadini, essi dovrebbero essere indotti a spendere o ad investire di più per il rilancio dell’economia. D’altra parte, considerando quanto intelligentemente e proficuamente siano abitualmente investiti i soldi pubblici, e con quale rapidità i progetti di investimento vengano normalmente realizzati, non si capisce come il nostro pensi che la sua proposta possa sortire effetti benefici. Non resta che concludere che si tratta di una caratteristica impostazione di tipo sovietico: lo stato opera meglio dei privati, e comunque sempre nel miglior interesse non tanto dei cittadini quanto delle cricche al potere.
Sarebbe insolente suggerire al prof. Amato di limitarsi alla sua materia, il diritto costituzionale, e di lasciar perdere ogni velleità di economista e specialista di finanza pubblica? Ciò gli eviterebbe di continuare ad esercitarsi nella sua vecchia abitudine di rapinare i cittadini per scialacquare il prodotto del loro lavoro in improbabili programmi di pseudo risanamento.
Il Bertoldo

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