24 febbraio 2011

Intellettuali e cretini

Non abbiamo mai capito esattamente cosa sia un “intellettuale” e dobbiamo confessare che l’uso che abitualmente si fa di questa parola sembra fatto apposta per non chiarire le idee alla gente. Quando si definiscono intellettuali austeri professori universitari, scrittori più o meno famosi, artisti vari, guitti con pretese culturali, cantanti con pretese sociologiche, si ha l’impressione più dell’insalata russa che di una ben determinata categoria di persone dedite a “pensare” e utilizzatrici abituali del proprio “intelletto”.
Sul piano politico tuttavia, negli ambienti che si autodefiniscono progressisti e di sinistra, il mondo si divide in due grandi sottorazze: da un lato i cosiddetti intellettuali, non importa se in possesso della sola licenza elementare ed incapaci di scrivere e parlare correttamente nella nostra lingua, rigorosamente sinistrorsi, dall’altro i cretini, costituiti dal popolo bue che non si accorge di essere schiavizzato e non vota a sinistra.
Tuttavia accade che alcuni venerati esponenti della categoria degli intellettuali talvolta si lascino scappare frasi molto rivelatrici del loro effettivo livello intellettuale. Ne citiamo un paio che vale la pena di conoscere.
Al primo posto mettiamo il maestro indiscusso degli intellettuali (ovviamente di sinistra). Il venerato Umberto Eco ha dichiarato pubblicamente che Berlusconi è ben peggio di Gheddafi, ma può essere paragonato solamente a Hitler (non a Stalin, per fortuna). Naturalmente, come si conviene a simile pozzo di scienza e di sapienza, si è ben guardato dal fornire il pur minimo argomento a sostegno di ciò che afferma: nessuno gli ha mai detto che ogni affermazione deve essere supportata da prove, altrimenti è soltanto l’espressione di una personale opinione, ed in questo caso di una opinione cretina? Evidentemente egli conta sul fatto che le opinioni di sì alto maestro non possono essere discusse: si tratta di rivelazioni di carattere sacro, che sarebbe peccaminoso contestare.
L’altro esempio si riferisce al governatore della Puglia, Nichi Vendola, che ama farsi passare per persona che “pensa”. Nel corso della trasmissione Annozero” del 10 febbraio 2011 ha dichiarato che “Il nostro è un paese in cui la democrazia è mutilata dalla presenza della voce della libertà delle donne”. Che cosa abbia voluto dire, forse non lo sa neppure lui, e per interpretare correttamente il suo alto pensiero sarebbe il caso di ricorrere all’aiuto dell’illustre semiologo citato in precedenza. Chissà se lui riuscirà a districare l’impenetrabile mistero?
Gli esempi citati ci conducono a porci una domanda: è proprio così marcata la differenza fra “intellettuali” e cretini, come una certa ideologia vorrebbe farci credere?
Il Bertoldo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questi soggetti portano più voti a Berlusconi che 1OO comizi.

Roberto C.