Per riprendere un commento rilasciato oggi stesso, e per completezza, è doveroso precisare che l’illustre scemiologo Umberto Eco, con il suo commento nel quale paragonava Berlusconi ad Hitler, ci ha fornito una interessante chiave di interpretazione del comportamento delle opposizioni italiane in questo particolare momento politico.
Egli ha infatti voluto precisare che anche Hitler all’inizio era stato eletto secondo regole democratiche (il suo partito era infatti risultato maggioritario alle elezioni) per poi trasformarsi nel mostro che tutti sappiamo. Per calcare la dose e contribuire vieppiù al buon nome del nostro paese, Eco ha fatto il suo paragone a Gerusalemme, in Israele, patria degli ebrei che tanto hanno sofferto per le nefandezze del regime nazista: loro sì che mi capiranno!
Tralasciando quest’ultima considerazione, risulta evidente che il nostro ha in orrore le elezioni democratiche, evidentemente per evitare il rischio di tragiche derive. Ecco perché tutti i partiti di opposizione si sono sempre dimostrati molto freddi e timorosi all’idea di un rinnovo del Parlamento grazie al ricorso al voto popolare. Essi in realtà preferiscono che il diritto a governare avvenga grazie ad un colpo di stato, che esso sia provocato dalla magistratura allineata, da movimenti di folla o da una rivoluzione più o meno pacifica (quella violenta è stata evocata con entusiasmo da Massimo Fini ieri sul Fatto) e venga attribuito alla parte “migliore” e più colta del paese, ancorchè minoritaria.
Da operazioni simili, tendenti a sostituire la classe dirigente con quella parte della popolazione che si è autoproclamata l’unica vera espressione del volere popolare sono usciti infatti sinceri democratici come Mussolini, Stalin, Mao, tutti i satrapi di sinistra, Chavez e tutti i dittatorelli africani, mediorientali e sudamericani, che tanto bene hanno fatto alle loro popolazioni. Se è questo che il Maestro vuole, lo dica chiaramente e senza allusioni o giri di parole di cattivo gusto.
Il Bertoldo
3 commenti:
Bravissimo!
Non capisco.
E' ancora permesso rattristarsi per l'esito del risultato elettorale e dissentire dalla maggioranza delle persone, o questo significa essere a favore delle dittature?
E' possibile fare una considerazione sul fatto che l'appoggio popolare non ha mancato di promuovere pessimi governi e di sfociare in esiti drammatici?
Perché a me pare che le parole di Eco volessero solo significare che l'investitura popolare non è una panacea ad ogni considerazione etica e politica.
E quindi che appellarsi ad essa (tra l'altro attraverso meccanismi di traduzione assai indiretti: popolazione -> votanti -> percentuale di votanti -> seggi in parlamento -> governo e presidenza del consiglio) non può essere la risposta ad ogni contrasto con latre istituzioni.
Eppoi si meravigliano se Abberluscone vince ancora le elezioni !
Provare a fare un po' di autocritica ? Invece di andare in giro per il mondo a dire ca@@ate che non vengono capite ? Oppure, nella migliore delle ipotesi, vengono tradotte in modo non appropriato ?
Roberto C.
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