Alcuni esponenti di spicco dello schieramento di sinistra criticano abitualmente l’attuale governo per una politica estera a loro dire del tutto inconcludente. A parte le lamentele per il discredito di cui sarebbe internazionalmente oggetto il nostro paese a causa degli sconsiderati comportamenti privati del Presidente Berlusconi – come se la notorietà data a tali comportamenti non fosse dovuta ad una illegale diffusione di intercettazioni telefoniche, esse stesse apparentemente abusive, da parte della magistratura e dei giornali ad essa strettamente collegati – recentemente l’on. Enrico Letta, importante figura dell’opposizione, in relazione ai gravi avvenimenti libici, ha stigmatizzato la politica governativa a suo dire troppo amichevole ed arrendevole nei confronti del colonnello Gheddafi.
Alcuni giornali di sinistra, a sostegno di tale tesi, hanno pubblicato fotografie di Silvio Berlusconi insieme al despota libico, quasi a significare una convergenza ideale di comportamenti fra due dittatori. Purtroppo c’è da rilevare innanzi tutto che l’on. Letta sembra aver dimenticato che il nostro paese dipende per buona parte del proprio rifornimento energetico dalla Libia e che quindi il mantenimento di relazioni amichevoli deve considerarsi una necessità strategica.
Peraltro non bisogna dimenticare che anche i governi di sinistra hanno mantenuto rapporti amichevoli con Gheddafi (l’on. D’Alema addirittura è stato immortalato sottobraccio ad un noto terrorista di Hamas, non certo esempio di democratiche tendenze) – come dimostrano alcune fotografie dell’on. Prodi con Gheddafi, pubblicate pure in questi giorni dalla stampa di destra – e la cosa, almeno per noi, non fu mai oggetto di scandalo, ma soltanto frutto di realismo politico.
Il Bertoldo
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