Il vice primo ministro turco ha espresso nei giorni scorsi una sua opinione che definire delirante sembra alquanto riduttivo. Egli ha infatti affermato che in Europa ci sono troppi cristiani e ciò, secondo lui, è un male che ostacola le corrette relazioni internazionali, come dimostra il fatto che la Turchia non è stata ancora ammessa nell’Unione Europea.
La dichiarazione mostra chiaramente il livello culturale, mentale e di tolleranza del suddetto personaggio, che se da un lato sembra dimenticare che in medio oriente ed in Africa settentrionale l’islamismo è assolutamente non solo maggioritario ma addirittura preponderante o totalitario, dall’altro non si capisce bene a che titolo egli aspiri all’ammissione del suo paese in un contesto troppo sbilanciato a favore dei cristiani. Si ripromette forse, attraverso la surrettizia entrata in Europa, di ripetere e portare a compimento le gloriose gesta dei sultani ottomani, grazie alla conversione forzata degli infedeli?
Il Bertoldo
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