25 aprile 2011

Coerenza

E’ nota le definizione che un conosciuto uomo politico – c’è chi attribuisce la frase ad Alcide De Gasperi, chi ad altri – ha dato delle persone che si dedicano alla politica. Essa recita così: “Lo statista è colui che guarda alle generazioni future, il politicante invece guarda alle prossime elezioni”. Sembra proprio che in Italia gli statisti siano una categoria praticamente inesistente, se pure vi è mai esistita.
L’ultimo esempio, fra innumerevoli altri, ci è stato propinato proprio in questi giorni. Il nostro attuale governo, votato a grande maggioranza dal popolo italiano, si è sempre presentato, e continua a farlo, come quello che si prefigge di rinnovare da capo a piedi l’assetto del paese, promettendo riforme fondamentali – compresa quella della Costituzione – al fine di rendere l’Italia un paese moderno, dinamico ed ispirato ad idee liberali, in modo da favorire lo sviluppo durevole ed un futuro più luminoso alle prossime generazioni, e soprattutto intenzionato ad abbandonare i meschini interessi di bottega che sempre hanno informato buona parte della politica italiana.
La più recente manifestazione di questo avvincente programma, tutto teso ad assicurare un sereno avvenire al paese, l’abbiamo avuta proprio pochi giorni fa. Dopo avere per lungo tempo segnalato “urbi et orbi” i pericoli che l’attuale situazione in campo energetico presenta per il futuro dell’Italia, in ragione della sua quasi totale dipendenza da fonti energetiche poste al di fuori dei confini nazionali, ed avere indicato come unica soluzione, per lo meno per l’immediato, il ricorso all’energia nucleare, il governo ha fatto una rapida retromarcia.
Infatti è stato ufficialmente dichiarato che, in attesa di una riflessione più approfondita sul problema, la messa a punto di un programma di attuazione – si noti bene, non l’attuazione, ma lo studio di un programma di attuazione – del progetto nucleare viene accantonata sine die. Per giustificare tale decisione si è asserito che essa è stata provocata dai pericoli che il terremoto e successivo sunami hanno causato ad una centrale nucleare giapponese, con conseguenti fughe radioattive.
In realtà il vero motivo va cercato altrove. Innanzi tutto nella minaccia rappresentata dal programmato referendum in materia, il cui esito evidentemente appare molto incerto, grazie anche al fatto che mentre gli antinuclearisti hanno svolto una attiva campagna di terrorismo in materia, i favorevoli al ricorso all’energia nucleare si sono ben guardati dal fare propaganda e motivare validamente le proprie ragioni. Il secondo motivo della decisione, che rischia di consolidare la nostra dipendenza energetica da fonti estere,va ricercato senza alcun dubbio nell’imminenza delle elezioni amministrative – si noti bene, elezioni locali e non nazionali – che potrebbero non confermare il primato dell’attuale maggioranza, almeno sul piano locale.
Al lettore il giudizio se ciò dimostra che siamo governati da statisti, come i nostri uomini politici, di destra o di sinistra, amano presentarsi o solamente da meschini politicanti gretti ed attenti unicamente al proprio interesse personale, sia esso economico o semplicemente elettorale.
Il Bertoldo

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