01 giugno 2011

Tutti gli errori del Presidente

Su DAW Blog, da leggere....

Un vero leader è il primo a riconoscere la sconfitta, e ieri Berlusconi è stato chiaro: “abbiamo perso”. Ma un leader è anche il primo ad ammettere i propri errori, per poi – solo poi – mettere in discussione l’intera sua compagnia. Non sappiamo se Berlusconi arriverà a questo, o se privatamente lo ha già fatto, ma qui ci permettiamo noi di segnalare qualche suo errore. Berlusconi ce lo consenta.

In successi interventi faremo proposte molto concrete sul futuro del centrodestra e del PdL in particolare, con posizioni chiare e nette, ma qui sottolineiamo i 10 errori di Silvio Berlusconi.


1. La campagna elettorale

E’ stata un disastro e già lo abbiamo scritto. Gli italiani, questa volta, non hanno seguito il Cavaliere: ed era evidente a tutti, era ovvio, era lampante. Non lo diceva Repubblica, ma bastava andare al bar o al mercato.

2. I comizi

Diciamoci la verità: ormai sono una palla. Berlusconi è stato ed è il più grande comunicatore di questo Paese, ma sembra si sia fermato nel tempo. Manca di qualche corso di aggiornamento.

3. Più sani più belli? Basta

Nei comizi, ad un certo punto, tira fuori un foglietto e annuncia di voler leggere delle domande alla folla. Cose del tipo: “Ma voi volete davvero al governo la sinistra con le loro tasse?“, oppure “Volete davvero i giudici comunisti?“. Sembra quasi quelle preghiere di “rinnovazione” che si fanno in chiesa: il giochino del “voi credete” e “voi rinunciate“. Ci manca solo “voi volete davvero essere più sani e più belli?” con tanto di Rosanna Lambertucci che sbuca da sotto, ehm, no, da dietro le quinte… Ecco, per carità di Dio, fermatelo. Il tono di quelle domande è roba da Oratorio degli anni Ottanta, per favore. Non funzionano più. Hanno stancato.

4. Le barzellette

Alcune possono anche essere divertenti, ma Berlusconi deve capire una cosa. Molto semplice. Se lui parla per due ore, e per due ore parla di cose serie e sensate, e poi per venti secondi racconta una barzelletta sulle tette e sul culo di una donna, secondo voi cosa finisce sui giornali il giorno dopo? Bravi.

5. Videomessaggi

Anche qui, basta. La deve smettere. Anche perché poi l’opposizione ha gioco davvero facile nel paragonarlo a Bin Laden. A cosa servono questi videomessaggi? Alzi la mano chi, tra voi, negli ultimi mesi ne ha mai guardato uno per intero.

6. Imbalsamato

E’ questa la sensazione che trasmette Berlusconi. Anche quelle famose interviste, con il logo del partito alle spalle, non funzionano più. Serve altro.

7. I giudici comunisti

Che Berlusconi sia oggetto di un accanimento giudiziario senza precedenti è evidente ed essendo noi non ossessionati non possiamo certo negarlo. Però Berlusconi non può dare l’impressione di lavorare politicamente solo per questo. Non può. Che faccia altro, tanto altro, e gli italiani torneranno pure a “sopportare” i suoi guai giudiziari. Ma se pensa solo ai giudici comunisti, allora gli italiani legittimamente potrebbero pensare che finita la carriera politica potrebbero finire magicamente anche i processi… e questo convincimento se lo potrebbero portare anche in cabina elettorale. Anzi, lo hanno già iniziato a fare.

8. Gli alleati

Prima c’era Casini. E pure Fini. Politicanti che vorremmo vedere fuori dalla scena politica. Però ora c’è solo Bossi. Come può non funzionare un’alleanza praticamente a due? Questo la gente non lo riesce a capire.

9. Il PdL e la buffonata dei 3 coordinatori

Perchè il PdL deve avere tre coordinatori? Possiamo superare le logiche della spartizione tra Forza Italia e Alleanza Nazionale? Che poi i tre coordinatori erano due ultimamente, visto che Bondi non faceva più niente. E possiamo dire che al PdL serve un unico coordinatore? E che possibilmente non sia Ministro (non della Difesa, almeno…), ma che si occupi a tempo pieno del partito?

10. Lo staff

Caro Berlusconi, qui passiamo a darti del tu perché il colloquio passa al momento decisivo. Prova a pensare alle – diciamo – 50 persone a te più vicine. Presidente fermo, calma, intendiamo politicamente. Ok, bene. Ora chiediti tra queste 50 persone quante sono davvero quelle leali e sincere. E non personaggi squallidi e patetici arrivisti. Come fare a capirlo? Semplice. Pensa ad ognuno di loro e rispondi a questa domanda: “Questa persona mi ha mai detto se sto sbagliando?“. E tira una bella croce su chi non l’ha mai fatto. Prova, coraggio. Ecco. Quanti ne sono rimasti? Eh? Un po’ pochi, vero Presidente?

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