20 ottobre 2011

Come ragazzo mi sono buttato nella ristorazione abusiva. Fisso a Milano (visto anche un certo clima permissivo del comune), in mezzo a un parco. Bombola di gas e griglia, faccio sia carne che pesce (anche bollito). La provenienza della carne è dalla macellazione abusiva di mio zio; il pesce non so, me lo vende uno mascherato, me lo consegna tutte le mattine al casello di Agrate (A4). La frutta, rigorosamente ogm, la rubo direttamente io (vado una volta alla settimana in un magazzino nel bresciano e faccio razzia). I funghi e le rane provengono dall’oasi protetta del parco Adda sud. Gli ortaggi me li dà un nomade. Il resto lo compro. Chiaramente non ho partita Iva, non sono iscritto agli ambulanti, non ho il permesso dell’ufficio Igiene. Per questo motivo somministro anche alcolici e superalcolici. Bevo anch’io insieme ai miei clienti. Tanti sono drogati, altri solo pederasti.

Lavoro molto bene, il comune di Milano tollera: “C’è di peggio, sono ben altre le cose da perseguire: i grandi speculatori finanziari, i grandi sfruttatori e trafficanti internazionali…”. Questo lo dicono gli attuali amministratori comunali ai cittadini barricati in casa che si lamentano chiamando le televisioni locali. Cittadini: “Basta! Vergogna! E’ ora di finirla!”. Esponenti della giunta: “Calma, adesso vediamo”. Intanto che loro vedono io vado avanti a far da mangiare. Chiaramente tasse non ne pago. La prossima elezione voto ancora per confermare l’attuale sindaco. Non per egoismo, ma perché credo nel progetto. Firmato: un cittadino contentissimo.

Maurizio Milani © Il Foglio.it

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